Lo sguardo del Mendicante moro, opera del pittore settecentesco Giacomo Ceruti, celebre per le sue raffigurazioni avanguardistiche che, con uno sguardo già borghese, si rivolgono al popolo dotando anche i più umili di individualità, è un distillato unico di composta intensità formale e sostanziale. L’opera, realizzata dall’artista milanese nella prima metà del XVIII secolo, è appena entrata a far parte della collezione degli Uffizi. La nuova acquisizione, oltre ad arricchire il museo di un ulteriore capolavoro destinato a entrare nell’immaginario collettivo, ha un’importanza particolare anche per la completezza delle raccolte: fino ad oggi, infatti, le Gallerie possedevano soltanto un altro dipinto di Ceruti – Ragazzo con cesta di pesci e granseole, realizzato circa dieci anni dopo il Moro – di rilievo minore rispetto a quest’opera. Protagonista della tela è un uomo che, pur vestito di stracci e colto nel gesto di chiedere l’elemosina, viene rappresentato da Ceruti con la stessa solennità e dignità formale riservata ai ritratti nobiliari. La fisionomia è indagata con estremo verismo: il fulcro emotivo del dipinto sono gli occhi, pupille nerissime in contrasto con la sclera candida — sofferenti, stanchi, ma allo stesso tempo vivi.