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sabato 02 novembre 2024
"Le mie nove vite", presentazione del libro di June Bellamy alla Biblioteca delle Oblate
02-11-2021
Martedì 2 novembre 2021, alle ore 18.00, la Biblioteca delle Oblate di Firenze (via dell’Oriuolo, 24) ospiterà la presentazione del libro "Le mie nove vite. Da Mandalay a Firenze. L'autobiografia dell'ultima principessa birmana" (Add edizioni) di June Rose Yadana Bellamy e Francesco Moscatelli. Interverranno: Tommaso Sacchi, già Assessore alla cultura del Comune di Firenze, Agnese Pini, Direttrice - La Nazione, Michele Bellamy, attivista e figlio di June Bellamy e Alex Postiglione, nipote di June Bellamy.
Nata da una nobile birmana e un avventuriero australiano, June Rose Yadana Bellamy – personalità ammaliante, determinata, impavida – incarna l’incontro tra due mondi, Oriente e Occidente. Ha vissuto, indomabile, una vita senza eguali. O meglio, ne ha vissute almeno nove, risorgendo ogni volta dalle sue ceneri come un’araba fenice: c’è la neonata che regala l’ultimo sorriso a un vecchio principe senza trono, la bambina fuggita in India mentre i giapponesi invadevano la Birmania, la campionessa di tennis che fa girare la testa ai piloti d’aereo, la giovane mamma che entra da sola nella giungla per liberare il marito rapito dai ribelli comunisti, la donna che abbandona tutto per un nuovo amore, l’artista che espone i suoi quadri a Londra e a Dallas, l’ex first lady accusata di essere una spia occidentale, l’insegnante di cucina che fa la spesa al mercato rionale. La sua autobiografia è un percorso fatto di scelte che porta alle estreme conseguenze quegli stessi bivi su cui ognuno di noi incappa nella propria esistenza.
«Nella mia vita il numero nove me lo sono portato dietro come un’ombra. In Birmania è considerato un numero fortunato: chi lo usa chiede protezione agli esseri superiori.»
June Bellamy (1932-2020) è nata in Birmania da Herbert Bellamy, australiano, e dalla Principessa Linbin Thiktin Ma Lat, discendente della famiglia reale birmana. Durante la seconda guerra mondiale la famiglia è costretta a emigrare in India e farà ritorno in Birmania al termine del conflitto. Nel 1954 sposa Mario Postiglione, un medico italiano in missione per l’OMS in Birmania, con cui ha due figli. Vivranno anche in Siria, nelle Filippine e a Ginevra. Dopo la separazione si stabilisce in Italia, dove lavora nella moda con Emilio Pucci e diventerà poi allieva del pittore Lazzaro Donati. Nel 1978 sposa l’allora presidente della Birmania, il generale Ne Win. Rientrata in Italia dopo il matrimonio lampo di cinque mesi, fonda lo Studio June Bellamy, un’associazione culturale di gastronomia orientale e occidentale. Un documentario sulla sua vita Rhapsody in June, vincitore del premio allo sviluppo DWA (Doc/it Women Award) alla Mostra del Cinema di Venezia, 2016, è in lavorazione.