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sabato 02 novembre 2024
"A spasso per il tondo", presentazione del libro di Don Backy al Libraccio di Firenze
10-03-2022
Giovedi 10 marzo 2022, alle ore 18.00, la Libreria Libraccio di Firenze, in via de' Cerretani 18 rosso, ospita la presentazione del libro "A spasso per il tondo" di Don Backy (Npe edizioni). Dialogano con l’autore Leonardo Gori e Marco Vichi.
Che cos’è questo libro? Un romanzo? Una storia d’amore? La favola dell’amicizia? Un sogno? Senza dubbio una delle cose più anomale, folli e inclassificabili che siano mai state scritte in Italia. Seguendo i suoi idoli Calvino e Céline, il grande Don Backy, tra i più noti cantautori della musica italiana, mandò nel 1967 il suo scritto a Feltrinelli, che lo accolse sulle prime con scetticismo. Lo stesso Giangiacomo valutò il manoscritto personalmente dichiarando «Fantastico. Lo pubblichiamo così com’è… senza cambiare una virgola…». All’uscita del volume, nel 1967, «L'Espresso» parlò di "pessimismo lucido e totale, evocato da uno stile dai tratti céliniani". Enrico Filippine lo paragonò a Capriccio Italiano di Edoardo Sanguineti.
A distanza di tanti anni, Edizioni NPE ha il piacere di riportare alla luce la ristampa dei primi due romanzi di Don Backy, Io che miro il tondo e Cascasse il tondo, rendendoli quindi un unico e coerente percorso narrativo. Una summa dello stile bizzarro, surreale e un po’ “hellzapoppiano” di uno degli ultimi grandi cantautori della musica italiana.
«Avete presente uno che si siede alla macchina da scrivere? E comincia a picchiettare un inarrestabile flusso di (in)coscienza? Quel tipo è un cantante prestato alla scrittura (o viceversa). Si chiama Don Backy (Aldo Caponi, il nome vero). Negli anni Sessanta fu un gigante della musica leggera. Dischi a milioni, Sanremo, protagonista di rotocalchi, della poca tv e dei palchi italiani. Nel ’67, suo anno mirabile, insieme all’Immensità scrisse un romanzo di geniale strampalatezza, Io che miro il tondo, che viene riproposto con i suoi disegni (copertina compresa) e prefazione apocrifa di Celentano (l’ha scritta lui stesso). Difficile dire di che si tratta. Facile dirlo di Finnegans Wake? Mutate mutande (e pure braghe e berretti) anche questo testo oscilla tra veglie e sogni.» (Bruno Ventavoli, «La Stampa», da una delle prefazioni al volume).