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sabato 02 novembre 2024
"S/P/Read_Tradurre voci", incontro su Christine Lavant alla Libreria Brac di Firenze
15-03-2022
Martedì 15 marzo 2022, alle ore 18.30, arriva alla Libreria Brac di Firenze (Via de' Vagellai 18 r) un nuovo appuntamento con "S/P/Read_Tradurre voci", la rassegna dedicata alla poesia, alla traduzione e ai poeti che traducono poeti ideata da Rosaria Lo Russo. L’incontro del mese vede protagonista Anna Ruchat, traduttrice e curatrice dell’opera poetica di Christine Lavant (1915- 1973), autrice austriaca dalla breve e sfortunata vita, in dialogo con Domenico Brancale. A conclusione dell’incontro Rosaria Lo Russo propone un reading delle poesie di Christine Lavant.
Nel 1987 Thomas Bernhard, curando la pubblicazione di 81 poesie dell’autrice austriaca a 14 anni di distanza dalla sua morte, scriveva al suo editore: «La nostra poetessa è tra le più interessanti e merita di essere conosciuta nel mondo intero» in queste poesie, tradotte in italiano da Anna Ruchat ed edite da Effigie, “Lavant restituisce il dolore nei versi, con gesti di rassegnata sottomissione, più spesso invocando il diritto alla rabbia, in uno spazio mistico che non è di dialogo ma di feroce e minuziosa accusa”.
Christine Lavant (pseudonimo, di Christine Habernig-Thonhauser) era nata a St. Stefan, nella valle del Lavant, il 4 luglio 1915. Ultima di nove figli di una poverissima famiglia carinziana, iniziò a scrivere molto presto ma pubblicò solo a partire dal 1948 (il racconto lirico Das Kind), fissando subito la sua tematica su persone umili e diseredate, come dimostrano anche i successivi Das Krüglein (1949), Baruscha (1952), Die Rosenkugel(1956), Das Ringespiel (1963), Nell (1969). Compose, con accenti del tutto spontanei, raccolte di poesie, inizialmente sotto l’influsso di Rilke, poi sempre in progressiva autonomia, cioè sempre più elementari ed essenziali (Die unvollendete Liebe, 1949; Die Bettlerschale, 1956; Spindel im Mond, 1959; Der Pfauenschrei, 1962; Hälfte des Herzens, 1966). Fin dal 1954 i suoi libri sono insigniti di premi e riconoscimenti. Christine Lavant muore il 7 giugno 1973.
Anna Ruchat traduttrice e scrittrice. Nata a Zurigo nel 1959, studia filosofia e letteratura tedesca tra la sua città natale e Pavia. I suoi esordi letterari sono legati alla traduzione. In particolare, quella di Il respiro e Il freddo di Thomas Bernhard. Da allora ha tradotto molti scrittori di lingua tedesca, tra cui Friedrich Dürrenmatt, Victor Klemperer, Nelly Sachs, Paul Celan, Mariella Mehr, Christine Lavant, Alexander Kluge. Dal 2001 al 2020 insegna presso la scuola Altiero Spinelli per interpreti e traduttori di Milano. Dal 2002 al 2019 si occupa della Fondazione dedicata al poeta Franco Beltrametti. Inizia la sua attività di scrittrice nel 2004 con la raccolta di racconti In questa vita (Casagrande) e nel 2005 vince il Premio Chiara. Pubblica i romanzi Volo in Ombra (Quarup, 2010) e Il malinteso (Ibis, 2012). Con la raccolta di racconti Gli anni di Nettuno sulla terra (Ibis, 2018) si aggiudica il Premio svizzero di letteratura 2019. Nel 2006 esce Geografia senza fiume la prima di quattro raccolte poetiche (seguono Angeli di stoffa, 2009; Binomio fantastico, 2014; La forza prigioniera, 2021).
Domenico Brancale (Sant’Arcangelo, 1976) poeta e performer. Ha pubblicato: L’ossario del sole (Passigli, 2007), Controre (effigie, 2013), incerti umani (Passigli, 2013), Per diverse ragioni (Passigli, 2017) e Scannaciucce (Mesogea, 2019) che raccoglie tutti i suoi testi in dialetto lucano. Ha curato il libro Cristina Campo In immagini e parole e tradotto Cioran, J. Giorno, Michaux, C. Royet-Journoud, Artaud. È uno dei curatori della collana di poesia straniera “Le Meteore” per Ibis e “Prova d’Artista” per la Galerie Bordas. Il suo lavoro sulla voce e sullo spazio ha prodotto le performance: Questa deposizione rischiara la tua assenza (Galleria Gasparelli, Fano 2009), un sempre cominciamento (galerie hus, Paris 2012), Nei miei polmoni c’è l’attesa (Galleria Michela Rizzo, Venezia 2013), incerti umani (Festival Città delle 100 scale, Potenza, 2013), Se bastasse l’oblio (MAC Lissone, 2014), Langue brûlé (Palais de Tokyo, Paris 2014), Scannaciucce - una lode dell’Asino (Matera 2019).