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venerdì 29 marzo 2024

"Sandro", la vita di Botticelli nel romanzo d'esordio di Johannes Bramante

08-11-2022
Arriva in questi giorni in libreria “Sandro”, romanzo di esordio di Johannes Bramante pubblicato dall'editore fiorentino Maddali e Bruni. Il libro racconta la vita di Sandro Botticelli, uno dei massimi artisti del Rinascimento italiano.

Johannes Bramante (Roma, 1990), attore, drammaturgo e regista teatrale, sceglie la narrazione in prima persona. A parlare, attraverso le pagine del libro, è l’artista ormai vecchio e disilluso. Amareggiato dal rogo dei suoi dipinti considerati da blasfemi nel nuovo clima di rigore morale ispirato dal Savonarola, abbandonato dagli allievi, si è ritirato sulle colline di Bellosguardo, per trascorrervi i suoi ultimi anni.

Qui, seduto una panca, in un tramonto di fine estate, si abbandona ai ricordi e ai rimpianti, conducendo un’amara riflessione sul destino dell’uomo e dell’arte. Il flusso di memorie, che ripercorre tutta la sua vita, dura pochi minuti. «Neanche il tempo di un tramonto – commenta – è durato il racconto di tutta la mia vita! E forse la mia vita stessa è stata breve come un tramonto».

Nel libro, invece, il racconto della sua vita si estende per oltre seicento pagine. E ripercorre la storia dell’artista, figlio di un umile conciatore, che muove i suoi primi passi nella Firenze pulsante di vita e di botteghe operose. Una città sempre più ricca, più viziosa e più audace. Dove la potente famiglia dei Medici ha ormai assunto il dominio e intende essere ricordata dalla storia. Un fine, questo, che giustifica ogni mezzo: volubili alleanze, ambiziose campagne militari, intrighi e assassinii. E grandi opere d’arte.

Sandro è un ragazzo sensibile, con una vena malinconica e un occhio attento. La sua lingua è la bellezza. Fin da giovane scopre di avere uno straordinario talento per il disegno e la pittura, talento che presto lo catapulterà fuori dalla miseria da cui proviene e direttamente tra le facoltose e feroci famiglie che cospirano contro, o insieme, ai Medici. In questo contesto, artisti di talento come Sandro sono blanditi dal potere attraverso le lusinghe della fama e della ricchezza o avvinti a sé con la forza del ricatto. Che ne siano consapevoli o no, i pittori hanno il potere di dare un corpo e un volto a Dio, alla Madonna e ai santi. Sanno tradurre in immagini concrete gli astratti concetti delle ideologie di governo. Sono indispensabili, perciò, alla propaganda nella politica interna o per stringere alleanze all’esterno.

I suoi pennelli diverranno armi e strumenti al servizio delle faide politiche, della diplomazia e delle mode dell’alta società fiorentina. L’arte di Sandro diverrà presto un diario intimo e segreto del suo secolo, che tramite i corpi di dee e ninfe, i volti di sante e puttane e i ritratti di eroi e assassini documenterà la gloria e la brutalità dei Medici, la belligerante albagia dei papi, le tendenze persecutorie e populiste di Savonarola e, infine, la propria implacabile ricerca di ogni granello di pura bellezza nel caos che lo circonda.

La vita di Botticelli narrata da lui medesimo è un lungo cammino verso la consapevolezza della eterogenesi dei fini artistici. Per questa via il romanzo, sebbene ambientato nel tardo XV secolo, può leggersi come una potente metafora del presente, suggerendo riflessioni di grande attualità sul rapporto tra arte e politica e sulla refrattarietà della natura umana ai valori dell’arte e della bellezza.

Per maggiori informazioni: www.edizionimaddaliebruni.it