Home > Webzine > Lettura > "La Costituzione che vorrei", Alberto Biffoli alla Biblioteca Villa Bandini di Firenze
martedì 05 novembre 2024
"La Costituzione che vorrei", Alberto Biffoli alla Biblioteca Villa Bandini di Firenze
06-07-2023
Giovedì 6 luglio 2023, alle ore 17.30, la Biblioteca Villa Bandini di Firenze, in via del Paradiso 5, ospita l'incontro di presentazione del libro "La Costituzione che vorrei. Proposta di un cittadino per riformare la parte seconda della Costituzione" di Alberto Biffoli, pubblicato da Marco Del Bucchia Editore. Introduce il Professor Carlo Fusaro.
Alberto Biffoli, fatto un brevissimo bilancio dei precedenti e delle ragioni del fallimento dei tentativi di riformare la parte seconda della Costituzione (artt. 55-138), immagina un ordinamento così caratterizzato: un Parlamento temporaneamente monocamerale (in attesa di un futuro Senato delle Regioni); una sola Camera dei deputati di 500 componenti eletta sulla base di una legge elettorale in larga misura costituzionalizzata; questa legge elettorale è una specie di Italicum (la legge 52/2015, poi quasi tutta abrogata) corretto in modo da tener conto della giurisprudenza della Corte costituzionale (le sentt. 1/2014 e 35/2017); essendo il voto decisivo una delle caratteristiche principali della legge elettorale (nel senso che essa assicura sempre e comunque la formazione di una pur limitata maggioranza a vantaggio del partito che vince le elezioni), la proposta Biffoli introduce una serie di maggioranze qualificate o rafforza quelle esistenti in relazione a tutte le scelte importanti a partire, soprattutto, dall'elezione delle istituzioni di garanzia (nella proposta: il presidente della Repubblica; il presidente della Camera; i componenti di estrazione parlamentare della Corte costituzionale; l'approvazione e la modifica del Regolamento della Camera; la revisione costituzionale, che nel progetto include i capisaldi della legge elettorale): l'obiettivo esplicito è quello di rendere in ogni caso praticamente indispensabile il coinvolgimento di almeno una parte delle minoranze di opposizione. Inoltre la proposta prevede una clausola contro i cambi di maggioranza all'interno della legislatura: il modello è quella della riforma Berlusconi del 2006. Si prevede che in caso di nuovo governo di coalizione la fiducia debba necessariamente essere conferita dalla grande maggioranza dei parlamentari della lista che ha ottenuto il premio all'inizio della legislatura. Infine vengono ripresi, con limitatissimi aggiustamenti, alcuni dei contenuti della riforma Renzi-Boschi (limiti alla decretazione d'urgenza, referendum propositivo, quorum ridotto per il referendum abrogativo, abolizione del Cnel). Per quel che riguarda la legge elettorale, costituzionalizzazione a parte, la formula prevede l'attribuzione proporzionale dei seggi, unita però all'attribuzione di un premio di maggioranza nel caso in cui nessuna lista conquisti direttamente almeno 270 seggi sui 500 (in realtà su 490 data la conferma della previsione di dieci deputati "esteri" eletti a parte, con formula diversa); il premio va alla lista con più voti che abbia superato il 40% dei voti validi; in mancanza si procede a un secondo turno; questo può essere un ballottaggio fra le due liste con più voti (purché abbiano conseguito oltre il 30% dei voti), ma anche un secondo turno aperto a tre o anche quattro liste nel caso in cui le prime due non abbiano conseguito l'indicata percentuale al primo turno. È quest'ultimo l'aspetto che contraddistingue la proposta e renderebbe l'Italicum-Biffoli non censurabile dalla Corte sulla base della lettura che il nostro autore dà della sent. 35/2017. Non sono previste coalizioni. La proposta, inoltre, reintrodurrebbe dopo trent'anni le preferenze (fino a due se date a un candidato e a una candidata) nella radicata convinzione di Biffoli che oggi, invece, buona parte degli eletti sarebbero "imposti" dal partito di riferimento e che ciò sia dannoso. Ciascuno può candidarsi in una sola circoscrizione. Infine, la proposta suggerisce anche la possibilità di scindere voto di lista e voto di preferenza: in altre parole sarebbe possibile votare la lista A (ed un massimo di due preferenze con parità di genere di quella lista) e votare anche uno o due candidati presentati in liste diverse (B, C o D). Il riparto dei seggi avverrebbe però solo in base ai voti di lista; l'attribuzione dei seggi ai singoli candidati invece sulla base di tutte le preferenze ottenute (anche da parte di elettori che abbiano votato lista diversa).
Alberto Biffoli è nato a Firenze, dove tuttora vive e lavora. Laureatosi in scienze forestali presso l'ateneo della sua città, svolge da quasi trent'anni l'attività di dottore forestale libero professionista. La sua passione per il diritto costituzionale in generale - e per le riforme istituzionali in particolare - risale ai primi anni delle scuole superiori quando un illuminato docente nonché appassionato umanista saggiamente e sapientemente amava alternare l'educazione civica a quella letteraria. Assai attento alle riforme istituzionali avanzate negli ultimi venticinque anni circa, Biffoli - tenendo conto dei vari desiderata provenienti da piú parti - ha fatto proprie le critiche mosse a ciascun tentativo fallito e ha strutturato (elaborando una precisa e ben articolata proposta) un'organica revisione della Parte seconda della Costituzione.