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domenica 22 dicembre 2024
"Nuova Antologia", presentazione della rivista con Ceccuti e Livi Bacci al Teatro Niccolini
18-01-2024
Giovedì 25 gennaio 2024, alle ore 18.00, al Caffè Letterario del Teatro Niccolini di Firenze, in via Ricasoli 3, Cosimo Ceccuti e Massimo Livi Bacci presentano l'ultimo numero di "Nuova Antologia", la rivista trimestrale di lettere, scienze e arti fondata da Giovanni Spadolini che compie quest'anno 159 anni di pubblicazioni ininterrotte.
"Nuova Antologia" è una rivista dalla storia lunghissima e gloriosa. Fu fondata nel 1866 al tempo di Firenze capitale con periodicità mensile da Francesco Protonotari, professore di economia all'Università di Pisa, riprendendo la tradizione culturale, politica e civile della prima "Antologia" di Gino Capponi e Gian Pietro Vieusseux, stampata a Firenze dal 1821 al 1833. Fu diretta fra gli altri da Francesco Protonotari fino al 1897, poi da Maggiorino Ferraris nell'età giolittiana, quindi da Luigi Federzoni e Giovanni Gentile negli anni dal fascismo. Mario Ferrara diresse la testata nel dopoguerra e a lui subentrò dalla metà degli anni cinquanta Giovanni Spadolini, che ne è stato direttore per quarant'anni, fino alla sua scomparsa. Direttore da allora è Cosimo Ceccuti, già vicedirettore con Spadolini. Trasferita a Roma nel 1878, "Nuova Antologia" fu riportata a Firenze da Spadolini esattamente cento anni dopo presso l'editore delle origini Felice Le Monnier ed è poi passata a Polistampa. Proprietaria della testata è la Fondazione Nuova Antologia che per Statuto ne assicura la continuità e l'indipendenza da qualsiasi potere politico ed economico, senza alcun fine di lucro. Nel suo ampio arco di vita "Nuova Antologia", una delle più antiche riviste d'Europa, "riassume la nascita, l'evoluzione, le conquiste, il travaglio, le sconfitte e le riprese della nazione italiana, nel suo inscindibile nesso coi liberi ordinamenti". Fra gli autori delle migliaia di articoli apparsi dal 1866 nella prestigiosa rassegna ricordiamo fra gli altri, in campo letterario Carducci, Capponi, Manzoni impegnati nel dibattito sulla lingua, Francesco De Sanctis che vi "anticipa" i capitoli della Storia della letteratura italiana, De Amicis le pagine di Cuore, Verga quelle di Don Gesualdo, D'Annunzio le Laudi, Pirandello Il fu Mattia Pascal, Palazzeschi Le sorelle Materassi, Bacchelli Il Mulino del Po. Con loro Fucini e Matilde Serao, Pascoli e Grazia Deledda, Papini e Gadda, Cecchi e Maria Bellonci, Saviane e poeti quali Chiara, Ungaretti, Saba, Montale, Luzi. Ci sono critici letterari come Bo e Pampaloni, filosofi come Croce, Gentile e Garin, giornalisti scrittori come Prezzolini e Montanelli, economisti come Luzzati ed Einaudi, critici musicali come Panzacchi e Mila, scienziati come Fermi e Marconi, storici come Salvemini, Salvatorelli, Romeo, De Felice, giuristi come Jemolo, Calamandrei e Barile. E gli storici dell'arte e dei beni culturali, gli esperti del cinema, i protagonisti in ogni tempo del dibattito sui grandi temi sociali, economici, politici e istituzionali caratterizzanti il divenire del paese, nel contesto europeo.