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domenica 22 dicembre 2024
Letteratura e psicanalisi: quattro nuovi incontri alla Biblioteca dell'Orticoltura di Firenze
09-02-2024
"Il perturbante", il nascosto, lo spaventoso, quell'estraneo ospite che abita da sempre il pensiero dell'essere umano, è il tema della nuova edizione del ciclo di incontri su "Letteratura e psicanalisi" alla Biblioteca dell'Orticoltura di Firenze, in via Vittorio Emanuele II 4, in collaborazione con gli psicanalisti e gli psicologi dell’Associazione Extimité.
Prendendo spunto dalle prime battute del saggio di Freud “Sul perturbante”, attraverso quattro incontri i relatori propongono un affascinante percorso investigativo su tutti i luoghi del segreto, attraverso la penna dei poeti, le immagini delle rappresentazioni cinematografiche e le storie che si diramano nella stanza dell’analista.
Programma
Venerdì 9 febbraio - ore 17 Nella trasparenza dell’addio - Nicola Mariotti La capacità di avvertire in sé l’alterità assoluta (così tanto perturbante) è ciò su cui si può edificare la ripetizione del sintomo, ma anche la capacità creativa del linguaggio e della poesia. La psicanalisi, come l’arte in generale, cerca di sostenere questo passaggio che sta come una possibilità in ogni incontro con se stessi e con l’altro.
Venerdì 23 febbraio - ore 17 L’ Unheimlich, il perturbante, nel cinema di Michael Heneke - Ilaria Detti Il cinema di Michael Haneke esplora in modo instancabile e mai uguale la questione del perturbante e della violenza: due temi che peraltro si parlano assai da vicino. Cosa turba la quiete della casa? Cosa nella sua struttura fa sì che essa non possa mai fino in fondo rappresentare, per noi umani, il conosciuto, il rassicurante, il familiare? E questo vale per la casa tout-court: che sia la nostra persona, la nostra abitazione, la nostra comunità. Il domestico è il luogo del segreto: un resto inassimilabile, insondabile, inesauribile, trasmissibile.
Venerdì 1 marzo - ore 17 Ogni essere umano è nato per scrivere un libro - Giulia Lorenzini Piuttosto nota è la frase che Rimbaud scrisse in alcune lettere al caro amico e confidente Georges Izambard: Je est un autre, Io è un Altro. Senza saperlo il poeta francese aveva dato la definizione di ciò che in psicoanalisi chiamiamo Unheimlich e che traduciamo in italiano con la parola perturbante, ma esattamente quali implicazioni può avere la frase Io è un Altro? La lettura e il commento di alcuni passi del romanzo di Agota Kristof Trilogia della città di K. ci permetteranno di sollevare e di mettere a tensione alcune delle questioni chiave del pensiero psicoanalitico in cui si ritrova la posizione eccentrica, straniera, che ognuno di noi occupa rispetto a se stesso.
Venerdì 22 marzo - ore 17 Cosa può voler dire quel “insieme, sempre, anche”? - Federico Fabbri Heidegger, dopo aver già trattato della chiacchiera in Essere e tempo, ci ritorna in Introduzione alla metafisica ed è proprio lì che potrete trovare la frase che dà il titolo all’incontro. Siamo al capitolo IV La limitazione dell’essere e in queste pagine troviamo una parola che un paio di decenni prima aveva impegnato anche Freud: Unheimlich. Nell’opera dello psicoanalista la traduzione italiana propone il termine “perturbante”, in quella del filosofo invece “inquietante”. Per seguire il tragitto interrogante che parte dalla chiacchiera e passa per il perturbante/inquietante, seguiremo alcuni passaggi proposti da Heidegger e Freud, certo, ma anche dalla poetica di E. Jabès. Perché la poesia? Perché, riprendendo il detto del filosofo, “poeticamente abita la terra l’uomo”.