Mentre i feed social scorrono fra guerre in diretta e pronostici sull’arrivo dell’intelligenza artificiale “cosciente”, un autore fiorentino invita a fare l’esatto opposto: alzare lo sguardo, rallentare il battito e ripartire – letteralmente – dal respiro. È in questo clima che Alessandro Bini, drammaturgo e romanziere pluripremiato, firma il suo debutto poetico Partiamo dalle nuvole (Pagliai Editore), una raccolta che trasforma l’ansia di un presente iperconnesso in immagini limpide di mare, vento e “gatti in agguato”, strizzando l’occhio alle sorprendenti capacità dell’amore - tra esseri umani e non solo – e rivelando quanto la poesia possa ancora offrire ossigeno in questa epoca a corto di fiato.
Dopo anni di pubblicazioni, premi teatrali e romanzi, Bini pubblica il suo primo libro di poesie, la cui cifra stilistica resta quella ormai ben nota dell’autore: uno sguardo ironico e graffiante che già ha segnato opere come Siete Qui (Premio Palazzo al Bosco), I Fracassati e, per il teatro, Pronto dottore? Ho un dolore intercostiero.
Nei versi di Partiamo dalle nuvole si incontrano parole-chiave che attraversano l’intera raccolta, ma una su tutte lascia il segno: “respiro”, inteso come ponte fra l’intimità e il mondo “asfittico” del quotidiano nel quale Bini stenta a riconoscersi.
Ad offrire il proprio commento all’opera è la scrittrice e critica Erika Bresci: «Alessandro, come sempre, sornionamente come un gatto che credi di aver ammansito con una carezza, alza la zampa d’improvviso… e ti graffia con una parola che poi ti resta dentro per un bel po’. Come un solco dal quale far germinare nuovi pensieri ed emozioni».
Per la giornalista Caterina Ceccuti, la raccolta è «un’altalena tra l’intimità e la realtà d’intorno, tra il suo dentro e il nostro fuori, un fuori collettivo che avviluppa tutti quanti, come umanità o come singoli dispersi in mezzo a una folla».
La poesia di Bini diventa narrazione introspettiva: un invito ad ascoltare la “terra sotto ai nostri piedi”, per poter riconoscere, senza filtri, la bellezza che ci circonda. E tra immagini di nuvole, gatti e mare, Bini dipinge quadri in cui la parola “si fa realtà parallela” – come sottolinea Bresci – e impugna la poesia per «raggiungere la testa dei lettori, scuoterli dal torpore, conoscersi senza filtri».
Con questa raccolta, l’editore Antonio Pagliai conferma la propria attenzione alla poesia contemporanea, aggiungendo alla collana un autore che, dopo aver calcato le scene e le pagine della narrativa, sceglie il verso libero per raccontare la fragilità e la meraviglia del tempo presente.
Alessandro Bini, nato e residente a Firenze, una laurea in Filosofia, è autore teatrale e di narrativa. Si è formato alla scuola di scrittura di Barbara Nativi e ha vinto premi teatrali a Milano, Roma e Napoli. Ha pubblicato nel 2011 il romanzo “Siete Qui” - Premio Palazzo al Bosco -, nel 2013 con Pagliai la raccolta di racconti “Mi trovo bene ma non mi cerco mai” e nel 2019 sempre per Pagliai il romanzo "I Fracassati”. Per il teatro ha pubblicato “Copriti! Ti si vede la psiche”, “Bus and the City”, “Good-bye Kareggi!”, “Avevo un sentimento ma ora sto meglio”, “Teatro in Movimento-Zollette di zucchero” e nel 2012 con Pagliai il best-seller “Pronto dottore? Ho un dolore intercostiero”, seguito nel 2016 da “Pronto dottore? Ho un Golden Retwitter”, questi con Bruno Magrini. Sempre per Pagliai nel 2022 è uscito “Profumo di Boom”, ironico raffronto tra i giorni nostri e gli anni ‘60, scritto con Bruno Santini. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie “Partiamo dalle nuvole” e nel giugno dello stesso anno il romanzo “Ho ucciso un uomo in un reality”, scritto con Stefano Moretti. Suoi racconti compaiono in varie antologie.
Partiamo dalle nuvole è ora disponibile in libreria e negli store online, oltre che sul sito dell’editore: www.leonardolibri.com
Per maggiori informazioni: www.alessandrobiniscrittore.it