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mercoledì 27 agosto 2025

Gabinetto Vieusseux di Firenze: le nuove donazioni all'Archivio Contemporaneo Bonsanti

22-08-2025

Nell’anno del suo cinquantenario, l’Archivio Contemporaneo del Gabinetto Vieusseux di Firenze, istituito nel 1975 da Alessandro Bonsanti, si arricchisce di altre donazioni, dopo quelle – fra le più recenti – di Pietro Citati e Raffaele La Capria.

"La nostra ricchezza – dichiarano il presidente Riccardo Nencini e il direttore Michele Rossi – sono le donazioni fatte in favore del Vieusseux dagli eredi delle maggiori personalità del mondo letterario, artistico e scientifico italiano e internazionale. Il nostro obiettivo è consentire agli studiosi, che arrivano all’Archivio Contemporaneo da tutto il mondo, di poter consultare e studiare questo straordinario materiale documentario e librario, contenente carte inedite e importanti testi che consentono di andare avanti nella ricerca scientifica. Cinque donazioni che confermano l’inesauribile prestigio e la grande stima di cui gode questa bicentenaria istituzione culturale".

Ad ampliare il suo patrimonio culturale arrivano adesso nuovi fondi. Tra questi la biblioteca d’autore del critico letterario veneziano Giacomo Antonini che rappresenta una fonte per lo studio della storia dell’editoria e per quello delle relazioni culturali tra Italia e Europa, in particolare tra il nostro paese e la Francia. L’autore ha infatti svolto dalla metà degli anni Quaranta, come rappresentante della casa editrice Bompiani, una fitta serie di scambi culturali ed editoriali tra i due Paesi. Sempre in ambito letterario, la donazione Bruno Arcurio, direttore degli Istituti italiani di cultura a Bucarest, Ankars e Praga tra il 1969 e il 1980. Le carte conservate in questo archivio, tutte inedite, permettono di ricostruire i rapporti di Arcurio con Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Federico Fellini, Ignazio Silone, Giorgio Bassani, Guido Piovene, i contatti con Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Dessì, e le sue lunghe amicizie con Leonardo Sciascia, Piero Chiara, Mario Luzi e Andrea Zanzotto.

Altrettanto rilevante la seconda donazione di Silvano “Nano” Campeggi, proposta dalla moglie Elena Renzoni, pittrice e sua musa ispiratrice. Di Campeggi, uno tra i più famosi e apprezzati cartellonisti cinematografici del secolo scorso, sono arrivate 212 opere d’arte realizzate nella sua lunga carriera: disegni di attori, artisti e registi (Marcello Mastroianni, Federico Fellini, Aldo Palazzeschi, Ottone Rosai e tanti altri), molti disegni di Marilyn Monroe e alcuni di Pinocchio, unitamente a grandi sagome di legno che furono esposte in una mostra organizzata dalla Film Society of Lincoln Center a New York nel 2007.

Il mondo dell’arte entra nell’Archivio anche con la donazione di Ruggero Alfredo Michahelles in arte RAM, protagonista, insieme al fratello Ernesto (Thayat), del secondo futurismo toscano, rimasto finora sempre presso la casa di famiglia, a Firenze, in via Poggio Imperiale. Il fondo è costituito da una parte della documentazione personale e professionale di RAM e da un nutrito carteggio con vari membri della famiglia e col fratello Thayaht. Le carte manifestano le molteplici attività svolte in ambito artistico e le relazioni intrattenute con personalità della cultura e dell'arte italiana del Novecento.

L’Archivio Bonsanti inaugura inoltre una sezione dedicata ai dissidenti politici. É in questo contesto che si inserisce la donazione delle carte del terzo processo di Varlam Šalamov da parte di Francesco Bigazzi, storico e giornalista, considerato uno dei massimi esperti italiani di storia e cultura russa. "Questo dossier carcerario – spiega – contiene la documentazione completa di tutti e tre i processi subiti dal grandissimo scrittore e poeta russo. "Tutti" perchè i documenti riguardanti il terzo processo si ritenevano scomparsi". L’autore è curatore, insieme a Sergio Rapetti e Irina Sirotinskaja, del libro “Varlam Šalamov. Alcune mie vite. Documenti segreti e racconti inediti
” (Mondadori, 2009) che raccoglie per la prima volta i documenti dei tre processi, completi di tutti gli interrogatori. Una precisa e documentata ricostruzione della trentennale, straordinaria quanto terribile vicenda giudiziaria e carceraria attraverso i materiali istruttori e i racconti del protagonista. Un atto dovuto a uno dei più grandi scrittori russi del Novecento.

LE DONAZIONI

Donazione Giacomo Antonini (1901-1983)

Si tratta di una piccola biblioteca d’autore del critico letterario veneziano, che integra il fondo presente all’Archivio già dagli anni Ottanta, quando Antonini donò alcune sue carte all’amico Alessandro Bonsanti. Un centinaio di libri (molte edizioni di Gabriele D’Annunzio, poi di Guido Piovene, Enrico Pea, Giuseppe Ungaretti, Giovanni Comisso etc.), alcune con dediche d’autore (di Dino Buzzati, Giovan Battista Angioletti, Sibilla Aleramo, Massimo Bontempelli e altri). La seconda parte del fondo, dopo la morte di Antonini avvenuta nel 1983, è stata donata al Vieusseux dalla moglie, e nella sua interezza rappresenta una formidabile fonte per lo studio della storia dell’editoria e per quello delle relazioni culturali tra Italia e Europa, in particolare tra il nostro paese e la Francia. Perché Giacomo Antonini ha svolto, dalla metà degli anni Quaranta, il ruolo di tramite, come rappresentante della casa editrice Bompiani, di una fitta serie di scambi culturali ed editoriali tra i due Paesi. I volumi, provenienti dalla casa romana degli eredi, sono 106 e in buone condizioni.

Donazione Silvano Campeggi (1923-2018)

Si tratta della seconda donazione proposta al Vieusseux dalla moglie Elena Renzoni, pittrice e sua musa ispiratrice. Campeggi, uno tra i più famosi e apprezzati cartellonisti cinematografici del secolo scorso, strinse collaborazioni con le maggiori case di produzione cinematografica americane, come la Universal, la Columbia Pictures, la Paramount e la Twentieth Century Fox, disegnando per trent’anni le maggiori star internazionali (Rita Haywort, Clark Gable, Humprey Bogard, Ava Gardner, Liz Taylor e molti altri) in locandine divenute iconiche: da Casablanca a Un Americano a Parigi, da West Side Story a Colazione da Tiffany, da Cantando sotto la pioggia a Ben Hur, da La gatta sul tetto che scotta a Exodus, per citarne alcune. La sua grande abilità fu nel saper trasformare la creatività dei manifesti, concepiti come mezzi di promozione cinematografica, in forme d’arte, catturando l’attenzione del pubblico come nessun artista aveva fatto prima di lui.

Nella prima donazione fatta al Vieusseux sono “sintetizzati” 227 volti di personaggi famosi, italiani e stranieri: molti divi degli anni ‘50 e ’60 (Brigitte Bardot, Sean Connery, Tony Curtis etc.), scrittori e intellettuali (Vasco Pratolini, Italo Calvino, Cesare Pavese; Eugenio Montale, Alberto Moravia, Roberto Longhi etc.), artisti (Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Ligabue, Giorgio Morandi, Pablo Picasso etc.) giornalisti (Enzo Biagi, Oriana Fallaci etc.) da lui conosciuti, che fanno trasparire la grande umanità e la straordinaria sensibilità dell’artista fiorentino.

Adesso sono arrivate 212 opere d’arte realizzate nella sua lunga carriera su carta, tela o stoffa: disegni di attori, artisti e registi (Marcello Mastroianni, Federico Fellini, Aldo Palazzeschi, Ottone Rosai e tanti altri), molti disegni di Marilyn Monroe e alcuni di Pinocchio, paesaggi dell’isola Elba, unitamente a grandi sagome di legno.

Donazione Bruno Arcurio (1915 – 1999)

Arcurio è stato insegnante, poi diplomatico con una grande passione per la letteratura, in particolare per la poesia. Tra il 1958 e il 1969 è stato docente ad Alessandria d’Egitto e alla Scuola Europea di Bruxelles e di Varese; tra il 1969 e il 1980 è stato Direttore degli Istituti italiani di cultura a Bucarest, Ankars e Praga. È stato critico letterario, collaborando con varie riviste, a soprattutto è stato in relazione con i principali protagonisti della cultura italiana contemporanea, da lui invitati a tenere conferenze e letture nelle sedi estere in cui lavorava.

Le carte conservate in questo archivio privato, tutte inedite, permettono di ricostruire i rapporti di Arcurio con Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Federico Fellini, Ignazio Silone, Giorgio Bassani, Guido Piovene, i contatti avuti con Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Dessì, e le sue lunghe amicizie con Leonardo Sciascia, Piero Chiara, Mario Luzi e Andrea Zanzotto.

Donazione Ruggero Alfredo Michahelles in arte RAM (1898 - 1976)

Il fondo è costituito da una parte della documentazione personale e professionale di Ram e da un nutrito carteggio con vari membri della famiglia e col fratello Thayaht. Le carte manifestano le molteplici attività svolte da RAM in ambito artistico, le relazioni intrattenute con personalità della cultura e dell'arte italiana del Novecento, nonché la gestione amministrativa del loro patrimonio. Mentre l'archivio del fratello Thayaht (smembrato e disseminato in più nuclei presso i vari eredi dopo la sua scomparsa) è stato ricomposto e fatto confluire nelle raccolte del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, l’archivio di Ruggero Alfredo Michahelles è rimasto sempre presso la casa di famiglia, a Firenze, in via Poggio Imperiale, dalla moglie e dai due figli. Dopo la scomparsa di Lia Pietrini, i figli Riccardo e Sandro Michahelles hanno continuato, infatti, a conservare l’archivio nello stesso luogo e, finalmente (dopo anni di problemi giuridici che hanno rallentato le operazioni di tutela), dopo una serie di sopralluoghi e di controlli del materiale archivistico, hanno redatto un elenco definitivo del materiale cartaceo, fotografico e artistico, che costituisce il detto fondo RAM. La proposta è arrivata al Vieusseux tramite Monica Nocentini, funzionaria archivista all’Archivio di Stato.

Donazione Varlam Šalamov - le carte del terzo processo

Francesco Bigazzi dona al Vieusseux le carte del terzo processo di Varlam Šalamov. Giornalista e saggista, Francesco Bigazzi è considerato uno dei massimi esperti italiani di storia e cultura russa. Già direttore dell’Ansa a Mosca, è stato addetto stampa e cultura del Consolato Generale della Repubblica Italiana a San Pietroburgo.

Varlam Šalamov (1907-1982) è uno scrittore e poeta russo. Trasferitosi a Mosca nel 1926, si iscrive all’università, che non potrà però completare a causa delle sue origini, perché suo padre è un prete, e comincia a scrivere. Arrestato come «controrivoluzionario», affronta venti anni di Gulag e, al ritorno, la stesura dei Racconti di Kolyma, che vengono pubblicati solo all’estero, e di oltre seicento poesie. La fama risarcirà Šalamov solo dopo la sua morte, avvenuta nei primi anni Ottanta, e soprattutto dopo il crollo dell'Urss.

Per maggiori informazioni: www.vieusseux.it