Franco Rossi, leggendario violoncellista del Quartetto Italiano, musicista di rara profondità e insegnante amatissimo. Alla sua figura di interprete e maestro, nel decennale della scomparsa, è dedicato il concerto di Sabato 15 Ottobre, al Teatro della Pergola (ore 16), un appuntamento di forte significato che gli Amici della Musica indicano come l’inaugurazione ufficiale della Stagione. A tributare l’Omaggio a Franco Rossi sono un gruppo di ben 12 violoncellisti che a quella autorevolissima scuola si sono formati: Mario Brunello, che li ha riuniti per l’occasione, Anna Campagnaro, Francesco Ferrarini, Jacopo Francini, Sara Nanni, Akira Ohsawa, Alfredo Persichilli, Luca Provenzani, Luigi Puxeddu, Aya Shimura, Luca Simoncini, Michele Tazzari. Doppio è però l’appuntamento di Sabato 15, perché al Teatro della Pergola (ore 11.30) con l’Omaggio a Franco Rossi riprende il ciclo Gli interpreti raccontano la musica, un incontro-concerto che vedrà Mario Brunello e alcuni degli amici violoncellisti illustrare, con esempi dl vivo e curiosità, il programma musicale del pomeriggio (biglietto d’ingresso: 1 euro a persona). Tutti assieme o in vari raggruppamenti, i 12 violoncellisti propongono autori e pagine che erano particolarmente cari a Franco Rossi: il Bach (il Largo dal Concerto per clavicembalo n.5) e la soprannaturale Cavatina dal Quartetto op. 130 di Beethoven, ma anche tre nuove composizioni - in prima mondiale – scritte in memoria del grande violoncellista, rimandando in particolare a Beethoven e ai suoi Quartetti, a quel mondo musicale e a quella dimensione dell’anima alla quale il violoncellista era profondamente legato. Jorge Andrés Bosso ha così scritto “Es Muss sein! (When the answer becomes the question)” ispirandosi alla celebre domanda-risposta (“Deve essere? Così deve essere!”) annotata da Beethoven sul Quartetto op. 135; Gustavo Tavares ha composto “Egum” facendo dialogare Beethoven e la tradizione afro-brasiliana alla quale appartiene; Giovanni Sollima ha creato “Note Sconte”, basandosi sul Presto del Quartetto op.131 e su una serie di frammenti incompiuti di Beethoven per quello che lui stesso definisce “un gioco di specchi”. Gran finale con la Bachianas Brasileras n.1 di Villa-Lobos, scritta proprio per ensemble di soli violoncelli, dove rigorose forme bachiane conoscono una nuova freschezza nelle melodie e nei ritmi brasiliani.