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sabato 02 novembre 2024

Il ritorno di James Conlon sul podio del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

26-02-2022
Sabato 26 febbraio 2022 alle ore 20.00, il maestro James Conlon torna sul palcoscenico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, in piazza Vittorio Gui, a distanza di due anni dal suo ultimo concerto fiorentino, tenuto il 7 febbraio 2020. In cartellone il Concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart, composto nel febbraio del 1785 e primo esempio in cui Mozart adotta per un concerto una tonalità tragica come il re minore, teatralizzando il confronto dialettico tra le due individualità sonore in campo, e la Sinfonia n. 4 in sol maggiore per soprano e orchestra di Gustav Mahler, composta tra il 1899 e il 1900: la Sinfonia n. 4 in sol maggiore chiude idealmente il primo periodo sinfonico mahleriano incentrato sulla poetica del Des Knaben Wunderhorn.

Nel corso dell’esecuzione della composizione mozartiana il maestro Conlon avrà al suo fianco Saleem Ashkar, pianista fra i più apprezzati della scena internazionale, mentre il soprano Sara Blanch affiancherà il maestro Conlon nella sinfonia mahleriana; per il soprano catalano sarà un ritorno in breve tempo sul palcoscenico del Maggio, dopo il suo recente debutto nelle recite de Lo sposo di tre, e marito di nessuna, opera buffa di Luigi Cherubini, concluse da poche settimane e dirette da Diego Fasolis per la regia di Cesare Lievi. Il concerto, in abbonamento per la Stagione sinfonica 21/22, si svolgerà in concomitanza con i due convegni Florence Mediterranean Mayors’ Forum e Mediterraneo frontiera di pace, promossi rispettivamente dal Comune di Firenze e dalla Conferenza Episcopale Italiana e accoglierà tra il pubblico i partecipanti alle due manifestazioni. L’obiettivo dei convegni è rilanciare l’interesse verso l’area mediterranea, attraverso il dialogo tra le sue principali città, favorendo e promuovendo azioni di supporto per la cooperazione e la pace.

James Conlon lega il suo nome a quello del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino da quasi quarant’anni: era il 30 aprile del 1985 quando il direttore newyorkese debuttò sulle scene del Maggio, in occasione delle recite del Don Carlo di Giuseppe Verdi con la regia di Pier Luigi Pizzi. James Conlon, uno dei direttori più versatili e rispettati di oggi, ha coltivato un vasto repertorio sinfonico, operistico e corale. Ha diretto praticamente tutte le principali orchestre sinfoniche americane ed europee dal suo debutto con la New York Philharmonic nel 1974. Conlon è inoltre direttore musicale della Los Angeles Opera (dal 2006) e consulente artistico della Baltimore Symphony Orchestra dal 2021. È stato Direttore Principale dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI dal 2016 al 2020; Direttore Principale dell'Opera di Parigi dal 1995 al 2004; Direttore Musicale Generale della Gürzenich Orchester Köln (1989–2003) e Direttore Musicale dell'Orchestra Filarmonica di Rotterdam dal 1983 al 1991. Conlon è stato Direttore Musicale del Ravinia Festival, sede estiva della Chicago Symphony per dieci anni ed è ora Direttore Musicale Laureate del Cincinnati May Festival, il più antico festival corale degli Stati Uniti, dove è stato direttore musicale per 37 anni (1979–2016), uno degli incarichi più lunghi di qualsiasi direttore di un'istituzione di musica classica americana. Come direttore ospite al Metropolitan Opera di New York ha diretto più di 270 spettacoli dal suo debutto avvenuto nel 1976. Ha anche diretto in importanti teatri d'opera e festival tra cui Wiener Staatsoper, Festival di Salisburgo, Teatro alla Scala, Teatro dell'Opera di Roma, Teatro Mariinsky, Covent Garden e la Chicago Lyric Opera.

Per il maestro Conlon quello di sabato sarà dunque un piccolo “nuovo” esordio al Maggio: dopo i numerosi spettacoli tenuti dal maestro nel corso degli anni al Teatro Comunale prima e sulle scene della Sala Grande del Teatro del Maggio poi, il prossimo concerto segnerà per lui il debutto sul podio della Sala Mehta.

Saleem Ashkar, che accompagnerà al pianoforte il maestro Conlon nel corso dell’esecuzione del Concerto in re minore di Mozart, ha debuttato sulle scene del Maggio nel corso del concerto tenuto dal maestro Long Yu il 29 maggio 2010. Ashkar ha debuttato sulla scena internazionale all'età di 22 anni con un concerto alla Carnegie Hall. Da allora si è esibito in alcuni dei più prestigiosi teatri del mondo, accompagnato da celebri orchestre: Wiener Philharmoniker, Royal Concertgebouw, London Symphony, Detroit Symphony, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin e l’Orchestre National de Lyon. Saleem ha uno stretto rapporto con molti importanti direttori tra cui David Afkham, Daniel Barenboim, Riccardo Chailly, Jakub Hruša, Pietari Inkinen, Fabio Luisi, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Kazushi Ono e Nikolaj Szeps-Znaider. Saleem Ashkar ha una reputazione particolarmente forte come specialista di Beethoven e ha recentemente eseguito un ciclo completo di Sonate beethoveniane a Praga, Duisburg e alla Konzerthaus di Berlino.

Sara Blanch affiancherà il maestro Conlon nel corso dell’esecuzione della Sinfonia n. 4 di Mahler: il giovane soprano catalano è dotato di un repertorio molto vasto essendosi esibita nel corso della sua carriera in ben 27 ruoli operistici diversi, articolandosi fra titoli come Don Pasquale di Gaetano Donizetti, Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart e Il turco in Italia di Gioachino Rossini. Sara Blanch tornerà inoltre sulle scene del Maggio nel corso del prossimo 84º Festival del Maggio Musicale Fiorentino, nel corso dell’opera inaugurale di Christoph W. Gluck Orphée et Eurydice.

Programma

Concerto in re minore K. 466 per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart
Negli anni che seguono il suo trasferimento a Vienna, Mozart divide la sue giornate tra attività compositiva e concerti come solista al pianoforte. Sono molti e di altissima fattura i concerti confezionati in quel periodo, prodotti per soddisfare le esigenze del pubblico viennese che tanto apprezzava il genere. Tuttavia con il passare del tempo Mozart trasforma il concerto per pianoforte e orchestra, ritenuto un genere di puro svago musicale, in qualcosa di nuovo, in un laboratorio dove sperimentare, pur nel rispetto della forma classica, nuove soluzioni espressive. Esempio perfetto di questa nuova concezione è il Concerto per pianoforte e orchestra in re minore K. 466 composto nel febbraio del 1785. Per la prima volta Mozart adotta in un concerto una tonalità tragica come il re minore, teatralizzando il confronto dialettico tra le due individualità sonore in campo. Nei tre movimenti (Allegro - Romanza - Rondò) vediamo solista e orchestra fronteggiarsi come due entità contrapposte in un clima carico di pathos. Rapide accensioni, continue oscillazioni tonali, ritmo incalzante e melodie inquiete sono al centro di quest’opera che rivela aspetti inediti della creatività mozartiana e che grazie a questa veste pre-romantica si assicurò il favore dei posteri. Entrato stabilmente in repertorio, si dice fosse il concerto mozartiano prediletto da Beethoven, che ne compose anche le cadenze.

Sinfonia n. 4 in sol maggiore per soprano e orchestra di Gustav Mahler
Composta tra il 1899 e il 1900, la Sinfonia n. 4 in sol maggiore chiude idealmente il primo periodo sinfonico mahleriano incentrato sulla poetica del Des Knaben Wunderhorn. Come la Seconda e la Terza, anche la Quarta accoglie tra i suoi movimenti il canto di un testo poetico tratto dalla raccolta di Achim von Armin e Clemens Brentano, Das himmlische Leben (“La vita celestiale”), lirica pensata inizialmente per un settimo movimento della Terza, poi espunto, e riutilizzata quindi nel movimento di chiusura della Quarta. Ancora una volta sono riferimenti poetici extra-musicali a vivificare la sostanza di questa nuova sinfonia con canto, in cui la parola illumina la meta finale di un programma poetico interiore. Anche nella Quarta, infatti, l’autore riflette su temi esistenziali già affrontati in precedenza, ma stavolta riproposti attraverso il filtro di un sogno fanciullesco. La vita nel regno celeste è tratteggiata a partire dal primo movimento in modo deliberatamente umoristico e scanzonato attraverso un linguaggio eterogeneo che mescola stilemi classici a motivi popolari, melodie infantili a movimenti di danza, il tutto accompagnato da un’orchestrazione leggera, in cui si fanno largo anche le sonorità inconsuete dei campanelli, nel primo movimento, o del primo violino accordato un tono sopra, nel secondo movimento, con effetto volutamente stridente. Il terzo tempo è uno dei grandi Adagi contemplativi mahleriani, momento di distensione che apre la strada alla visione ultima del regno delle beatitudini nel movimento finale, dove alla voce del soprano è affidato il racconto di quel singolare mondo ultraterreno fatto di piccole gioie con angeli che danzano, cantano e cucinano oggi sorta di leccornie. È il sogno della vita celestiale visto attraverso gli occhi di un bambino, emblema dell’evasione nostalgica nel mondo semplice e incantato dell’infanzia che può rivivere solo nella trasfigurazione musicale.

Per maggiori informazioni: www.maggiofiorentino.com