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sabato 02 novembre 2024

Marc Minkowski sul podio del nuovo concerto sinfonico al Maggio Musicale Fiorentino

20-03-2022
Domenica 20 marzo 2022, alle ore 16.30, il maestro Marc Minkowski sarà alla guida dell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, sul podio della sala Zubin Mehta per uno degli ultimi appuntamenti sinfonici previsti prima dell’inizio del’LXXXIV Festival del Maggio. In cartellone tre diverse sinfonie: apre il concerto l’ouverture in fa minore op. 84 Egmont di Ludwig van Beethoven, composta fra il 1809 e il 1810 per una ripresa dell’Egmont di Johann von Goethe all’Hofburgtheater di Vienna; il programma prosegue con la Sinfonia n. 2 di Kurt Weill, scritta a Parigi nel 1934 subito dopo l’ascesa al potere del nazismo e concepita senza alcun intento programmatico come un’opera di musica assoluta e, in conclusione, la Sinfonia in mi bemolle maggiore Hob:I:103 Mit dem Paukenwirbel di Franz Joseph Haydn, penultima delle dodici ‘sinfonie londinesi’ ed eseguita per la prima volta il 2 marzo del 1795 al King’s Theatre di Londra con lo stesso autore impegnato al cembalo.

Marc Minkowski - al suo debutto al Maggio - è direttore generale dell'Opéra National de Bordeaux dal 2016. Ha inoltre fondato il festival “Ré Majeure” nel 2011 ed è stato direttore artistico della Mozartwoche di Salisburgo dal 2013 al 2017. È anche consulente artistico della Kanazawa Orchestra in Giappone. Minkowski si avvicinò giovanissimo alla direzione d'orchestra e fondò all'età di 19 anni “Les Musiciens du Louvre”, ensemble che prese parte attiva al revival barocco e con il quale sdogana il repertorio francese e Händel, prima di avvicinarsi a Mozart, Rossini, Offenbach e Wagner. Il Maestro è una presenza stabile nei programmi di numerosi teatri e festival di rilevanza internazionale; negli ultimi anni ha diretto a San Francisco (Don Giovanni), Salisburgo (Il ratto del serraglio, Mitridate re di Ponto, Così fan tutte), Ginevra (Les Huguenots), Bruxelles (La Cenerentola, Les Huguenots, Il Trovatore), Zurigo (Les Boréades, Fidelio, La Favorite), Venezia (Le Domino noir), Mosca (Pelléas et Mélisande), Amsterdam (Romeo e Giulietta e Faust di Gounod) e Vienna (Amleto e Der fliegende Holländer al Theater an der Wien, Armide e Alcina alla Staatsoper); poi al Covent Garden di Londra per Idomeneo, La Traviata e Don Giovanni e alla Scala per Lucio Silla, L'Enfant et les Sortilèges e L'Heure espagnole. Tra i suoi impegni di grande successo vanno anche menzionati la Trilogia Mozart/Da Ponte al Drottningholm Festival poi alla Royal Opera della Reggia di Versailles. È inoltre spesso ospite di prestigiose orchestre sinfoniche – spaziando dal repertorio classico al moderno - tra cui: Berlin Philharmonic Orchestra, Mozarteum Orchester Salzburg, Wiener Philharmoniker, Wiener Symphoniker, BBC Symphony Orchestra, Los Angeles Philharmonic, Chamber Orchestra of Europe e l’Orchestra Mariinsky.

Programma

Egmont, ouverture in fa minore op. 84 di Ludwig van Beethoven
Nel 1809 Beethoven fu chiamato a scrivere le musiche di scena per una ripresa dell’Egmont di Goethe all’Hofburgtheater di Vienna. Protagonista del dramma goethiano era il conte di Egmont, il valoroso condottiero fiammingo che lottò fino alla morte per combattere la repressione spagnola nelle Fiandre nel XVI secolo. Il progetto entusiasmò subito Beethoven che lavorò alle musiche di scena dal 1809 al 1810 realizzando un’ouverture e nove numeri che seguono i punti salienti della vicenda. Del resto le opere di Goethe erano in perfetta consonanza con i suoi ideali e soprattutto quel soggetto, che poneva in primo piano temi a lui molto cari come la lotta dell’eroe contro la tirannia e l’esaltazione della libertà. L’ouverture articolata in due sezioni contrastati, una in tempo lento e una in tempo mosso, rispetta i principi della forma sonata. L’introduzione si apre con un accordo a piena orchestra da cui emerge una frase lirica e implorante affidata ai fiati mentre l’Allegro è un concentrato di energia propulsiva in cui gli archi sono protagonisti con continui crescendo. Concluso il confronto serrato tra i temi, l’ouverture si chiude con una fanfara gioiosa che sigla il trionfo degli ideali di libertà per cui l’eroe ha combattuto con coraggio fino alla fine.

Sinfonia n. 2 di Kurt Weill
Con l’avvento della dittatura nazista i maggiori esponenti della cultura tedesca di origine ebraica furono costretti alla fuga. Tra loro vi era anche Kurt Weill che dopo la collaborazione con Bertold Brecht si trasferì a Parigi, sperando di sfruttare la sua notorietà per guadagnarsi da vivere. Tra le composizioni realizzate in quel periodo vi è la Sinfonia n. 2, iniziata a Berlino prima della partenza nel gennaio del 1933 e conclusa a Parigi l’anno seguente. L’autore l’aveva concepita senza alcun intento programmatico come un’opera di musica assoluta. Tuttavia la Sinfonia n. 2 sembrò a Bruno Walter - che ne fu il primo interprete con l’orchestra del Concertgebouw di Amsterdam l’11 ottobre 1934 - un’opera non catalogabile come sinfonia quanto come raccolta di brani liberi e indipendenti, collegati da un’ispirazione narrativa più che formale. Weill, non persuaso, accolse il consiglio solo in parte limitandosi ad apporre alla sinfonia il sottotitolo di Symphonische Fantasie che in qualche modo giustificava il carattere libero e l’indipendenza dei tre movimenti che la compongono. Alla prima esecuzione, la reazione tiepida di pubblico e critica sembrò confermare le perplessità iniziali di Bruno Walter. L’opera venne tacciata di scarsa coesione formale e di lì a poco cadde nell’oblio. Il primo movimento, in forma sonata, mette in campo un tema marziale vigorosamente scandito dagli archi a cui segue un secondo tema intonato dai legni. Il Largo si muove con il passo desolato di una marcia funebre mentre l’ultimo movimento è un rondò variegato e ironico che accoglie una marcia dei fiati nell’interludio centrale e una frenetica tarantella nella coda finale.

Sinfonia in mi bemolle maggiore Hob:I:103 Mit dem Paukenwirbel di Franz Joseph Haydn
Tra il 1791 e il 1795 Haydn effettuò due tournée a Londra. In terra britannica il suo nome era famoso e le sue composizioni apprezzatissime. Inoltre, nella capitale inglese Haydn poteva disporre di una grande orchestra con virtuosi in ogni sezione, un particolare non da poco che influenzò le scelte timbriche riscontrabili nelle dodici sinfonie ‘londinesi’ realizzate in quegli anni. Penultima del gruppo, la Sinfonia n. 103 in mi bemolle maggiore fu eseguita il 2 marzo del 1795 al King’s Theatre di Londra con lo stesso autore impegnato al cembalo. L’appellativo - Mit dem Paukenwirbel - è dovuto al prolungato rullo di timpani posto in apertura del primo tempo, che anticipa il clima espressivo serio dell’Adagio introduttivo. A seguire l’Allegro con spirito, un Andante costruito su un tema con variazioni, un grazioso Minuetto e un Allegro finale pieno di verve che, stando alle cronache del tempo, incantò il pubblico in sala.

Per ulteriori informazioni: www.maggiofiorentino.com