A distanza di più di due anni dal suo ultimo concerto, lunedì 21 marzo 2022 alle ore 20.00 il celebre pianista Grigory Sokolov, torna al Teatro del Maggio sul palcoscenico della Sala Mehta per un recital pianistico in coproduzione tra Amici della Musica di Firenze e Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Aprono il concerto le 15 variazioni e fuga per pianoforte in mi bemolle maggiore sopra un tema dell’Eroica, op. 35 di Ludwig van Beethoven, realizzate dal Compositore nel 1802 e divenute ben presto familiari per quel famoso tema utilizzato anche nella Sinfonia n. 3; seguono poi i Tre intermezzi per pianoforte, op. 117 di Johannes Brahms, tutti accomunati da una scrittura intensamente poetica: dolce e rasserenante il primo, malinconico e struggente il secondo, sfuggente e inquieto il terzo e ultimo della raccolta. In chiusura la Kreisleriana. Fantasien op. 16 di Robert Schumann, articolata in otto fantasie pianistiche e ispirata ai racconti di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, creatore di un mondo letterario tipicamente romantico, popolato da personaggi bizzarri e visionari e autore particolarmente amato da Schumann.
Grigory Sokolov, fra i pianisti più dotati e apprezzati a livello internazionale, torna dunque sulle scene fiorentine a due anni dal suo ultimo recital, tenuto al Teatro del Maggio il 7 giugno 2019 sempre in coproduzione con gli Amici della Musica di Firenze, dove eseguì la Sonata in do maggiore op. 2 e le Undici bagatelle di Ludwig van Beethoven e Sei Klavierstücke op. 118 Quattro Klavierstücke op. 119 di Johannes Brahms. Il maestro Sokolov è nato a San Pietroburgo il 18 aprile 1950. Ha iniziato a suonare il pianoforte all'età di cinque anni e, due anni dopo, ha iniziato gli studi con Liya Zelikhman presso la “Central Special School” del Conservatorio di Leningrado. Ha continuato a ricevere lezioni da Moisey Khalfin al Conservatorio e ha tenuto il suo recital di debutto nella sua città natale nel 1962. Il talento prodigioso di Sokolov è stato riconosciuto nel 1966 quando a 16 anni è diventato il musicista più giovane a ricevere la medaglia d'oro all' “International Tchaikovsky Competition” a Mosca. Si è esibito a lungo come solista in concerto con orchestre di altissimo livello, collaborando tra gli altri con la New York Philarmonic, la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, la Philharmonia London, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e la Filarmonica di Monaco, prima di decidere di concentrarsi esclusivamente sull'esecuzione solistica. Nel 2014 Sokolov ha firmato un contratto in esclusiva con la Deutsche Grammophon e nel gennaio dell’anno seguente è stato pubblicato il primo album, un sensazionale recital registrato dal vivo al Festival di Salisburgo 2008. I programmi delle sue esibizioni sono caratterizzati da numerose sfumature, dalle trascrizioni della polifonia sacra medievale e dai lavori per tastiera di Byrd, Couperin, Rameau, Froberger e Bach a tutto il repertorio classico e romantico con particolare attenzione a Beethoven, Schubert, Schumann, Chopin, Brahms e alle composizioni di riferimento del XX secolo di Prokof'ev, Ravel, Rachmaninov, Schönberg e Stravinskij.
Programma
Ludwig van Beethoven
15 variazioni e fuga per pianoforte in mi bemolle maggiore, op. 35
Per Beethoven la forma delle variazioni per pianoforte rappresentava un laboratorio in cui sperimentare e ricercare nuove soluzioni compositive da riproporre poi in contesti più ampi e articolati quali la sonata o il quartetto d’archi. Non fanno eccezione le Quindici variazioni e fuga in mi bemolle maggiore op. 35, realizzate da Beethoven nel 1802 e divenute ben presto familiari per quel famoso tema già impiegato nel balletto Le creature di Prometeo, in una Contraddanza e utilizzato, dopo essere stato ampliato e trascritto per orchestra, anche nella Sinfonia n. 3 “Eroica”. Nelle Variazioni op. 35 Beethoven tratta la materia musicale con estrema libertà e in maniera del tutto originale fin dalle prime battute. Sceglie ad esempio di non esporre da subito il tema, lasciando che sia il basso d’accompagnamento a principiare l’opera accogliendo in contrappunto prima due, poi tre, poi quattro voci fino ad amalgamarsi al tema vero e proprio solo alla quarta variazione. Ma la ricerca di Beethoven non si arresta qui e, variazione dopo variazione, stupisce l’ascoltatore con invenzioni melodiche e ritmiche sempre nuove: episodi brillanti, altri di carattere contrappuntistico, altri ancora di spiccata intensità melodica, fino alla dotta conclusione siglata da una fuga.
Johannes Brahms
Tre intermezzi per pianoforte, op. 117
Il congedo di Brahms dal pianoforte, suo strumento prediletto e compagno di un’intera vita, è racchiuso nelle quattro raccolte dei Klavierstücke (op. 116, op. 117, op. 118 e op. 119), brani di varia natura composti quasi per diletto durante le ultime vacanze trascorse a Bad Ischl tra il 1892 e il 1893. Come per altri compositori dell’Ottocento - Schubert, Mendelssohn e Schumann - anche per Brahms la pagina pianistica breve rappresentava il luogo privilegiato per le confessioni più intime e l’abbandono allo struggimento. L’op. 117 raccoglie tre Intermezzi articolati secondo la struttura tripartita del Lied, con due parti simmetriche che racchiudono un episodio centrale contrastante. Spesso generati da un unico motivo che si trasforma attraverso il sapiente uso brahmsiano della variazione, gli Intermezzi op. 117 sono accomunati da una scrittura intensamente poetica: dolce e rasserenante il primo (ispirato a un’antica ninna-nanna scozzese), malinconico e struggente il secondo, sfuggente e inquieto il terzo e ultimo della raccolta.
Robert Schumann
Kreisleriana. Fantasien op. 16
Tutta la produzione giovanile di Schumann è dedicata al pianoforte, lo strumento eletto ad accogliere e custodire le ansie espressive che ardevano in petto al giovane musicista. Tra le composizioni realizzate in quel periodo di esaltante slancio creativo Schumann elesse i Kreisleriana op. 16 a suoi brani prediletti. L’opera, articolata in otto fantasie pianistiche, era ispirata ai racconti di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, autore particolarmente amato da Schumann. Hoffmann era infatti il creatore di un mondo letterario tipicamente romantico, popolato da personaggi bizzarri e visionari. Tra essi vi era il maestro di cappella Johannes Kreisler, musicista inquietante e geniale, alter ego dello scrittore. L’attrazione per quello strano personaggio fu irresistibile e immediata per Schumann che nel giro di pochi giorni realizzò Kreisleriana, un vero e proprio autoritratto musicale che è divenuto una pietra miliare della letteratura pianistica. Dal primo all’ultimo brano Schumann ha dato libero sfogo alla propria sensibilità d’artista romantico perennemente in lotta con sé stesso adottando una scrittura ora esaltata e disperata ora malinconica e misteriosa.
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