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martedì 05 novembre 2024

Al via la stagione dell'Orchestra della Toscana con James Conlon al Teatro Verdi di Firenze

21-10-2022
Venerdì 21 ottobre 2022, alle ore 21.00, il direttore onorario James Conlon inaugura la nuova stagione dell'Orchestra della Toscana al Teatro Verdi di Firenze con due capolavori dell’Ottocento viennese; in apertura la “Tragica” di Schubert, segue la “Sinfonia n.5” di Beethoven. Sabato 22 replica al Teatro del Giglio di Lucca.

James Conlon è uno degli interpreti più riconosciuti della musica classica. Dal suo debutto con la New York Philharmonic, ha diretto praticamente tutte le principali orchestre sinfoniche americane ed europee. È una stella autentica, americano, di origini lucane, già alla guida della Filarmonica di Rotterdam, dell'Opéra di Parigi, dell'Orchestra sinfonica nazionale della Rai, direttore ospite al Metropolitan di New York (dove ha guidato quasi trecento recite), attualmente è a capo della Filarmonica di Los Angeles e della Baltimora Symphony. Tra i suoi prestigiosi incarichi, ha quello di essere il direttore onorario dell’ORT e come tale apre la nuova stagione con tutta la forza espressiva di due pagine del primo Ottocento composte nella stessa città, Vienna, a pochi anni di distanza l’una dall’altra: la Sinfonia n.4 di Schubert, detta Tragica e la Sinfonia n.5 di Beethoven. Lo Schubert della Quarta è un diciannovenne che scrive saggi scolastici, ma che esprime già un personale approccio al linguaggio sinfonico e una certa maturità. La tonalità di do minore richiama subito alla mente la Quinta di Beethoven, modello venerato e temuto anche da Schubert; solo che poi Schubert rinuncia al piglio eroico, preferendo esplorare pieghe più sinistre e affidarsi a gesti più irrequieti. Da qui il nome di Tragica scritto dall'autore stesso sul frontespizio della partitura, certo in riferimento alla citazione delle tenebrose atmosfere beethoveniane. Quale miglior introduzione all’emblema universalmente riconosciuto dell’arte di Beethoven: la Sinfonia n.5 che segue nel programma. Un Beethoven in pieno fervore creativo modella un capolavoro assoluto, grandioso e conciso, che parla con vigore titanico all’ascoltatore già dal ritmico e lapidario inciso d'apertura che l'orchestra disegna in modo netto e perentorio, un motto di sole quattro note, entrato a far parte dell’immaginario collettivo per la sua imponenza: è “il destino che bussa alla porta”. Un’opera grandiosa costruita su di una dialettica degli opposti che a Beethoven derivava da Kant e nutrita dall’ottimismo e dalla fiducia nell’uomo nati dal pensiero illuminista. La Quinta dunque nasce come espressione etica, oltreché poetica, tesa all’affermazione degli ideali umani più alti nella lotta per la conquista del bene, da qui deriva la sua forza emotiva che l’ha resa immortale.

Per maggiori informazioni: www.orchestradellatoscana.it