L'ORT sta cambiando pelle; lo fa per scelta e per ragioni anagrafiche. Da una parte il mondo è in rapidissimo cambiamento e impone anche a istituzioni come la nostra di dare risposte adeguate ai tempi sul piano del linguaggio, dei contenuti e dell'interazione con il pubblico. Dall'altra la generazione di musicisti che è maturata tra i suoi leggii va man mano in pensione, e forze nuove entrano. Saranno queste, pilotate da Diego Ceretta, a dover riconfigurare la fisionomia futura dell'ORT in termini di qualità del suono, di varietà di colori, di sostanza timbrica ed espressiva, di flessibilità di repertorio. Un'orchestra che ringiovanisce, dunque, e cerca uno scatto diverso. Ma non vuole cancellare la storia da cui proviene (non si può scordare che nei suoi primi anni di attività ebbe come direttore artistico Luciano Berio) e ha ben presente la missione regionale di divulgazione e promozione della grande musica dal barocco all'oggi - a prezzi accessibili, in una dimensione di confidenza quasi familiare tra musicisti e pubblico - che da sempre la caratterizza, giustificandone l'esistenza.
Garante di questa continuità fra tradizione e nuovi orizzonti è il direttore artistico Daniele Spini (insediatosi ufficialmente da pochi mesi, dopo un anno da coordinatore della programmazione) con la sua vasta esperienza nel mondo della musica: dalla critica giornalistica alla divulgazione, all'insegnamento, fino alla responsabilità, nell'ultimo quarto di secolo, dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, del Teatro di Udine, e dell'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.
Sul piano artistico la tradizione, nei quattordici concerti del Cartellone 2023/24, è rappresentata dalla proposta di pietre angolari della storia della musica: pilastri del repertorio come il Concerto per pianoforte K.466 e la Sinfonia Jupiter di Mozart, il Concerto per violino, l'Imperatore e tre sinfonie di Beethoven (Seconda, Eroica e Ottava), il Concerto per violino di Mendelssohn, il Concerto in si minore per violoncello e due sinfonie di Dvořák (l'Ottava e la Nona, Dal Nuovo Mondo), il Concerto op.23 per pianoforte, le Variazioni su un tema rococò e la Sinfonia Patetica di Čajkovskij, la Quarta sinfonia e i Lieder di Mahler.
I nuovi orizzonti si scorgono nella scelta di interpreti dall0 sguardo fresco, in virtù dell'età, e con carriere già molto ben avviate. C'è il violoncellista Ettore Pagano, 20 anni, che nel 2019 ha ottenuto il primo premio al Concorso per giovani musicisti indetto dalla Filarmonica della Scala. C'è Erica Piccotti, 24 anni, pure lei violoncellista, insignita dell'onorificenza di "Alfiere della Repubblica" da Giorgio Napolitano. C'è Emmanuel Tjeknavorian, austriaco di origini persiano-armene che, a nemmeno trent'anni, è già alla sua seconda vita musicale: dopo aver ottenuto tutto quel che poteva imbracciando il suo Stradivari, adesso si è buttato anima e corpo nella direzione d'orchestra. E c'è la sua coetanea Valerie Eickhoff, mezzosoprano affermatosi nel 2021 nel prestigioso Concorso ARD di Monaco di Baviera. E c'è il violinista belga Marc Bouchkov, 32 anni, origini russo-ucraine, che già nel 2018 la rivista inglese "Gramophon" inseriva tra i musicisti che vanno tenuti sott'occhio; e in effetti da allora ha suonato con le maggiori orchestre europee.
Ma soprattutto c'è Diego Ceretta. Con lui, per i prossimi anni, l'ORT punta ancora su un talento italiano dopo le tante stagioni di fruttuosa collaborazione con Daniele Rustioni (che continua a essere vicino all'orchestra nel ruolo di direttore emerito). Che la scelta del Maestro milanese sia la migliore, lo dimostra la qualità dei diversi concerti già tenuti con l'ORT, come pure il Macbeth verdiano allestito nei teatri marchigiani, regia del leggendario Pier Luigi Pizzi, nonagenario, e il clamoroso debutto sul podio del Maggio Musicale Fiorentino qualche settimana fa; e poi i contratti che cominciano a rincorrerlo da qui ai prossimi mesi per i festival di Martina Franca, di Pesaro, di Wexford, per il Comunale di Bologna e la Toscanini a Parma.
Nella stagione 2023/24, Ceretta avrà tre concerti con l'ORT. Un tutto Beethoven, in cui il Concerto n.5, Imperatore (pianista Alessandro Taverna), apre l'integrale dei concerti beethoveniani per pianoforte programmata su più anni. Nel secondo, natalizio, collabora con Erica Piccotti per le Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij che fanno tremare le vene e i polsi a ogni violoncellista. Il terzo è incentrato su Mozart: la pianista-compositrice Lera Auerbach (siberiana di nascita, da tempo residente a New York) suona il K.466, il più drammatico tra i concerti mozartiani, inoltre ne rielabora a suo modo le pagine infantili per tastiera nel pezzo Eterniday, un Settecento riletto con spirito romantico alla luce del ventunesimo secolo. Questo concerto sarà dedicato ad uno dei fondatori dell'ORT e primo direttore artistico, Massimo de Bernart, nel ventesimo anniversario della sua scomparsa.
Oltre che su Ceretta, la nuova stagione dell'ORT investe su due direttori giovani, Erina Yashima e Andrea Battistoni, interpreti di profilo autorevole, che nella stagioni scorse hanno già dato prova di lavorare bene con la nostra orchestra. Per irrobustire questo rapporto, entrambi dirigeranno due concerti. Il primo del veronese Andrea Battistoni, direttore principale della Tokyo Philharmonic, è un programma russo imperniato sullo spettacolare Concerto op.23 di Čajkovskij: pianista Dmitry Masleev, vincitore del Concorso "Čajkovskij" di Mosca nel 2015). Nel secondo ancora Čajkovskij, la Suite n.1, ma stavolta al centro sta la trascrizione orchestrale delle Scene infantili di Robert Schumann, commissionata dalla Fondazione ORT allo stesso Battistoni, attivo anche come compositore. Erina Yashima, pupilla di Riccardo Muti (di cui ha seguito le lezioni dell'Opera Academy a Ravenna, ed è stata assistente a Chicago), oggi alla testa della Komische Oper di Berlino, nei suoi due programmi si cimenta con tre pilastri del repertorio tardo romantico slavo, la Patetica di Čajkovskij, la Sinfonia Dal Nuovo Mondo e il Concerto per violoncello di Dvořák (solista Ettore Pagano). Inoltre incontra il corno di Martin Owen, prima parte della BBC Symphony Orchestra, per il Concerto n.2 di Richard Strauss.
Negli altri appuntamenti di stagione, l'ORT ritrova tanti amici di lunga data. Intanto, per il concerto inaugurale, riannoda la collaborazione con l'Orchestra Giovanile Italiana, creatura a cui ha dato vita Piero Farulli oltre quarant'anni fa. Sommandosi ai ragazzi dell'OGI, che hanno base alla Scuola di Musica di Fiesole, la nostra orchestra raggiunge dimensioni che le consentono di affrontare grandi organici come quelli del Kindertotenlieder (cantati dal mezzosoprano Sophie Harmsen) e della Quarta sinfonia di Gustav Mahler. Sul podio Markus Stenz, ospite frequente dell'ORT (con cui di recente ha anche inciso due CD), già direttore principale della London Sinfonietta, delle orchestre di Baltimora, e Seoul, e della Radio olandese, e direttore artistico del Cantiere di Montepulciano nei primi anni Novanta. Poi non poteva mancare il direttore onorario dell'orchestra, la star statunitense James Conlon, attualmente alla testa dell'Opera di Los Angeles e della Baltimora Symphony, che per sé ha confezionato un programma viennese a base di Mozart, Beethoven, Schubert. Torna anche Kolja Blacher (già primo violino della Filarmonica di Berlino durante l'era Abbado) nella veste che oggi più predilige, quella di solista-direttore. E per carnevale riecco Igudesman & Joo, duo violino e pianoforte che fa morir dal ridere con spettacoli di gag e tic musicali: stavolta giocano sulla musica di Rachmaninoff. Per Pasqua suonano insieme il Doppio Concerto di Brahms il violoncellista Mario Brunello e la violinista Francesca Dego (direttore l'olandese Otto Tausk, bacchetta principale della Vancouver Symphony). Inoltre torna a farsi sentire Umberto Clerici, però non insieme al suo violoncello, che per vent'anni gli è stato compagno fidato nella carriera solista e in quella da primo violoncello del Regio di Torino e della Sydney Symphony, bensì in qualità di direttore d'orchestra, il mestiere che da un paio d'anni l'assorbe completamente: è infatti direttore principale della Queensland Symphony Orchestra, in Australia.
PER LA PRIMA VOLTA CON L'ORTQuest'anno è possibile comunicare fin da subito la quasi totalità delle repliche in regione e non solo (qualche altra data potrà aggiungersi nelle prossime settimane). Come già detto sono 38 al momento con una distribuzione molto omogenea che oltre la costante rappresentata dal Teatro Verdi di Firenze (la nostra casa dove si svolgono tutte le nostre sessioni di prova), toccherà Arezzo, Carrara, Cascina, Cortona, Cremona, Empoli, Figline, Grosseto, Imola, La Spezia, Livorno, Milano, Piacenza, Pisa, Pistoia, Piombino, Poggibonsi, Sarzana.
Confermata, dopo il felice esperimento dello scorso anno, la formula dell'abbonamento “Fai da te aperto”, ovvero la possibilità di comprare un certo numero di concerti (da 3 a 6) e di scegliere con calma e anche all'ultimo momento cosa ascoltare.
La Campagna abbonamenti inizia lunedì 26 giugno per rinnovo o acquisto di nuovi abbonamenti. È possibile acquistare il proprio abbonamento recandosi al Teatro Verdi.
La novità importante di quest'anno è il prezzo unico per tutti gli studenti di ogni ordine e grado fino ai 25 anni (licei, scuole musica, universitari) che pagheranno soltanto 5,00 euro.
Anche quest'anno la Stagione concertistica dell'Orchestra della Toscana è realizzata con il sostegno di Fondazione CR Firenze e Unicoop Firenze.