Il Balagàn Café, quest’anno dedicato al tema della bellezza, è giunto al sesto appuntamento, quello di giovedì 10 agosto 2023 dedicato al compositore fiorentino Mario Castelnuovo Tedesco. La speciale kermesse culturale estiva in programma alla Sinagoga di Firenze organizzata dalla Comunità Ebraica di Firenze e dal Comitato Rete Toscana ebraica in collaborazione con il Museo ebraico di Firenze, con il sostegno della Regione Toscana è stata realizzata grazie al contributo di Fondazione CR Firenze, nell’ambito del bando artistico e culturale, oltre che inserita nell’Estate Fiorentina del Comune di Firenze, e cofinanziata dall’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo, nell’ambito del Programma Operativo Città Metropolitane. Restano altri tre giovedì prima della Giornata Europea della Cultura Ebraica di domenica 10 settembre.
“Il tema della bellezza – spiega il direttore artistico Enrico Fink – può essere declinato in tanti modi. È stato scelto quest'anno come filo rosso della Giornata Europea della Cultura Ebraica, e non è certo un caso che si sia pensato di mettere al centro, come capofila nazionale, Firenze, da secoli simbolo essa stessa di bellezza. Così noi, in questa undicesima edizione del Balagàn, racconteremo la bellezza durante tutta l'estate. Sarà la bellezza dell'arte, in collaborazione con il nostro museo ebraico, e la bellezza della musica ascoltata nel nostro giardino; ma anche la bellezza dell'etica, della solidarietà, del vivere insieme”.
La formula del “Balagan Cafè” è quella ormai consolidata: apertura alle ore 19 ad ingresso libero, visite guidate della Sinagoga e del Museo ebraico, degustazioni (su prenotazione e fino ad esaurimento) di prelibati piatti dal mondo ebraico; musica, incontri con autori e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, e a concludere la serata il concerto che vede ogni sera esibirsi nella affascinante cornice della scalinata del Tempio Maggiore esponenti nazionali e internazionali del mondo ebraico e non solo.
Le visite guidate alla Sinagoga e al Museo ebraico, al costo di 10 euro dalle ore 19,30 alle 21, saranno tenute da operatori dedicati; per partecipare è necessaria la prenotazione al numero 0552989879.
L’intrattenimento musicale in apertura di serata sarà dedicato alle “note dal mondo” con la travolgente musica manouche del Gipsy Jazz Trio. Il trio composto da Giangiacomo Rosso - chitarra manouche; Sergio Aloisio Rizzo - chitarra manouche; Pippi Dimonte – contrabbasso, nasce dalla passione di tre musicisti per la musica swing di Django Reinhardt, genio sinti che conquistò l'Europa e l'America durante gli anni '30 e '40. Nel riproporre lo stile manouche, i tre si esibiscono e concedono di volare fra realtà differenti, portando l'ascoltatore nei bar fumosi della Parigi degli anni'30 che riecheggiavano di swing, nelle infuocate jam session bebop e negli accampamenti dove venivano suonati i valzer della tradizione, valorizzando al meglio le peculiarità e le passioni dei singoli musicisti
Alle 20,30 Ermanno Smulevich, Luciano Ardiccioni e Rosanna Marcato dialogheranno con Marta Baiardi sul volume di Alessandro Smulevich “Matti e Angeli”, straordinaria storia di una famiglia ebraica.
Nel 2017, dal fondo di un armadio, è emerso il diario scritto durante la Seconda guerra mondiale da un ragazzo ebreo ventenne, nato a Fiume, ma in quel periodo residente in Toscana, Alessandro Smulevich. Un nipote di Alessandro, Adam Smulevich, giornalista e scrittore, si reca quindi a Firenzuola sulle tracce della storia familiare e lì trova una lettera inviata dalla zia Ester. sorella di Alessandro, al Comune di Fiorenzuola, in cui ringraziava la famiglia Matti per aver salvato lei e i suoi cari dalla deportazione.
Da quei diari, ma anche dalle ricerche e aggiunte di tre curatori - Ermanno Smulevich (figlio di Alessandro), Rosanna Marcato e Luciano Ardiccioni - nasce questo libro, un documento straordinario che racconta una vicenda ricca di colpi di scena, di paura e disperazione ma anche di calore e umanità e alla fine di salvezza, narrata in presa diretta nel dettagliato diario di Smulevich.
E dalle pagine, oltre alla vicenda della famiglia ebraica, emerge il ruolo di due famiglie del posto, i Matti e gli Angeli appunto, che ospitarono i loro vicini ebrei, salvando loro al la vita. Per quella generosità e per il coraggio, sono stati insigniti del titolo di Giusti tra le Nazioni dal museo dello Yad Vashem.
L'odissea degli Smulevich inizia nel 1940, con l'internamento del padre di Alessandro, Sigismondo, a Campagna in provincia di Salerno: grazie all'interessamento del commissario Giovanni Palatucci - anche lui Giusto fra le nazioni e medaglia d'oro al valor civile, morto a Dachau - viene trasferito a Prato, riunendosi alla famiglia grazie all''internamento libero' con obbligo di firma. E poi l'8 settembre, con l'illusione della fine della guerra e invece l'inizio del periodo atroce dell'occupazione nazista e delle deportazioni. 'Matti e Angeli' è un documento straordinario per la Memoria, ma anche per il ritratto di quei protagonisti scomparsi, che nel diario ritrovano voce per ammonire affinché tutto ciò non si ripeta, ma anche per ridare fiducia nella solidarietà umana che si manifesta persino in tempi oscuri.
Alle 21,30 seguirà l’esibizione dedicata a Mario Castelnuovo Tedesco con Monica Benvenuti (voce) e Luigi Attademo (chitarra) che interpreteranno “Divan of Moses-Ibn-Ezra” del compositore fiorentino fuggito negli USA nel 1939 per le leggi razziste italiane. La sua eredità si riflette in questo consistente ciclo di canzoni per soprano e chitarra. The Divan of Moses Ibn Ezra è un'ambientazione di 19 poesie, in una moderna traduzione inglese, scritte nel medioevo da un ebreo spagnolo in esilio, così come, quasi un millennio dopo, fu Castelnuovo-Tedesco
L’apericena vedrà delizie culinarie dal mondo ebraico a cura di Ruth’s ristorante ebraico kosher (è previsto un menù vegetariano su richiesta). Si potranno degustare: il Tabule una ricetta molto fresca e sfiziosa di origine mediorientale. Le sue origini sono siriane e libanesi ma poi con il tempo questa pietanza è stata assimilata dai paesi vicini che l’hanno arricchita e modificata a seconda delle tradizioni e usi locali. Tabulè in arabo signifca “leggermente speziato” ed infatti il suo sapore particolare ma non troppo forte lo deve alla presenza di prezzemolo, menta e cipolla che lo rendono un piatto unico nel suo genere. Ad accompagnarlo una delle ricette più tipiche della cucina tradizionale siciliana: la caponata di melanzane, spesso detta anche caponatina. Quello che i più ignorano è che la caponata siciliana ha in realtà origini ebraiche.
Come sappiamo da fonti autorevoli (es. lo stesso Artusi) le melanzane sono entrate a far parte della cucina italiana, specialmente meridionale, solo dopo la fine del XV secolo; considerate un cibo umile - da destinarsi ai poveri - e secondo alcuni anche velenoso, le melanzane furono portate in Sicilia dai mercanti ebrei spagnoli, che di questa verdura facevano abbondante uso all’incirca dal XIII secolo. A conferma di questa ipotesi si osserva anche che la caponata siciliana è caratterizzata dal classico sapore agrodolce comune a molte ricette ebraiche dell’epoca.
Insieme alla Caponata alla Giudia sarà possibile assaggiare anche il Kefte di pesce. Le chiamano con mille nomi, hanno origini Ottomane e sono forse uno dei cibi più famosi dal Medio Oriente ai Balcani fino in India. E di queste piccole polpettine esistono infinite varianti. Si possono fare con carne, pesce o vegetariane.
Nella Persia antica: le kofta, polpette tipiche mediorientali, derivano il proprio nome dal persiano koofteh, che significa “carne pestata”. E varianti, negli ingredienti, nella cottura ma non nel concetto di tritare, impastare, compattare, si trovano in tutto il mondo. A completare il menù dell’apericena l’hummus (in arabo حُمُّص , in armeno hamos, in greco Χούμους, in ebraico חומוס) è un piatto di origine antichissima, conosciuto in tutta la cucina mediorientale. Solitamente servita come meze (che vuol dire “piccolo antipasto”), l’hummus è una ricetta tipica a base di ceci, tahina (crema di semi di sesamo), aglio e succo di limone. Secondo la tradizione islamica, l’aggiunta della tahina sarebbe stata introdotta addirittura dal Saladino. Secondo la leggenda israeliana, l’hummus avrebbe aiutato il ricco cavaliere Boaz a conquistare la povera Ruth.
L’aperitivo sarà cura del Balagan Bistrot Cafè con bevande dalle mille tradizioni ebraiche.
Per l’apericena i posti sono limitati ed è obbligatoria la prenotazione al numero di telefono 0552989879 (offerta di partecipazione consigliata 15 euro) oppure via email giorgio.depolo@firenzebraica.it o in presenza presso la biglietteria della Sinagoga in via Farini, 6 e il punto vendita Opera Your Preview in via Por Santa Maria 13R a pochi passi da Ponte Vecchio.
Per maggiori informazioni: www.jewishflorence.it e www.balagancafe.com