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martedì 16 aprile 2024

''La libertà è terapeutica'', al via la stagione 2018 dei Chille de la Balanza

24-01-2018

Il progetto 2018 dei Chille de la balanza, come avviene da molti anni e particolarmente in questo caso, è riconosciuto e finanziato da MiBact, Regione Toscana (residenza culturale) e Comune di Firenze: si intitola La libertà è terapeutica. Tante le presenze di compagnie – toscane e non - soprattutto nella seconda metà dell’anno.

Osserva Maria Grazia Giannichedda, presidente della Fondazione Basaglia: “Lo slogan più basagliano, la libertà è terapeutica, in realtà l’aveva inventato Ugo Guarino, disegnatore, pittore, scultore scomparso nel maggio 2016. Era probabilmente il 1973. Ugo, che ritornava a Trieste dopo una vita a Milano, a Parigi e a New York, aveva già messo in piedi il “Collettivo d’arte Arcobaleno”. Un pomeriggio di agosto, grigio e pesante come sa essere Trieste quando non c’è vento, avevo visto Ugo e un gruppo di ricoverati del Collettivo aggirarsi con barattoli di vernice e pennelli, e mi ero unita a loro. Iniziava la fase dei murales e la libertà è terapeutica fu il primo, dipinto in quel pomeriggio sul muretto del viale principale del manicomio e sulla facciata della palazzina della direzione”.

Oggi incredibilmente quel murale non c’è più, ricoperto da una vernice bianca che, forse, ha inteso cancellarlo a prova della sua inattualità(?). I Chille l’hanno scoperto due anni fa quando presentarono la Passeggiata a San Giovanni, l’ex-manicomio di Trieste; decisero provocatoriamente di invitare il pubblico a una… Caccia al tesoro, chiedendo di ritrovare la scritta-simbolo del superamento del manicomio!

E oggi hanno scelto proprio questo slogan come titolo per il progetto 2018, un progetto che vedrà un ininterrotto susseguirsi di spettacoli, incontri, eventi, produzioni, ospitalità come si addice ad una residenza che lo scorso anno ha festeggiato il ventesimo anniversario della sua vita nell’ex-manicomio fiorentino. I Chille vi entrarono infatti nel 1997 su richiesta dell’allora direttore Carmelo Pellicanò che volle preparare l’uscita dell’ultimo matto, avvenuta poi il 13 dicembre del 1998, con l’ingresso della città a San Salvi: e, pensò Pellicanò, chi meglio di una compagnia teatrale residente poteva provare a farcela? In merito, una buona notizia: la compagnia resterà a San Salvi almeno fino al 2023, grazie ad un comodato appena siglato con Azienda Usl Centro Toscana.

Il progetto La libertà è terapeutica riguarda un anno che, pur non disdegnando altri anniversari (il sessantotto, il centenario della morte di Apollinaire, poeta a cui i Chille hanno dedicato amorose energie ed attenzioni), non può partire che dai 40 anni della legge 180, meglio nota come legge Basaglia. “Fu una rivoluzione culturale prima che medica e psichiatrica - annota Peppe dell’Acqua a quei tempi giovane collaboratore di Basaglia e poi suo successore - una rivoluzione che mise al centro il malato e non la malattia: la persona”. E Maria Grazia Giannichedda osserva: “fu un momento felice per tutti noi che l’abbiamo condiviso, anche se non ne dimentichiamo la fatica, il dolore, i dubbi…ma insieme i meravigliosi sprazzi di utopia, per dirla con Basaglia.”

San Salvi festeggia quest’importante anniversario inventando un piccolo Festival, condiviso dalla Fondazione Basaglia e dalla Conferenza Basaglia, con all’interno un Bando rivolto a giovani Artisti. Si chiama Storie interdette e si svolgerà a San Salvi dall’11 al 13 maggio, giorno del 40.mo dall’approvazione della legge 180. Storie interdette prevede incontri con presentazione di libri, esposizioni, spettacoli, ma soprattutto la narrazione al pubblico…di Storie interdette. Come e da chi? E’ da alcuni giorni sul sito dei Chille (scadenza lunedì 26 febbraio ore 12!!) un Bando nazionale rivolto a giovani Artisti under 35, con lo scopo di selezionare 4 idee progettuali da sviluppare in un seminario con la compagnia a marzo e presentare al pubblico durante il Festival a maggio. I selezionati saranno ospitati a Firenze e, dopo una votazione di una giuria di esperti e del pubblico del Festival, i primi due classificati riceveranno anche un piccolo compenso di 500 e 300 € a. Maggiori info sono su www.chille.it, incluso il link a storie da cui (eventualmente) prendere spunto. In questi giorni i Chille stanno presentando il Bando in Università (Dams, Scienza della formazione, Psicologia…) e luoghi di incontro in tutt’Italia.

Hanno aderito con entusiasmo al Festival, tra gli altri e in ordine sparso, Giuliano Scabia che nel Festival presenterà anche il suo Canto del paradiso, Peppe Dell’Acqua, Grazia Zuffa, Pietro Clemente, Franco Corleone, Maria Grazia Giannichedda, Giovanna del Giudice. Il programma, ancora in via di definizione - ma che sicuramente includerà un omaggio a Dino Campana, una Passeggiata di Claudio Ascoli  in edizione straordinaria…nella notte tra 12 e 13 maggio  e la consegna dei materiali per un Archivio della memoria di San Salvi raccolti sino ad oggi da 170 studenti delle scuole superiori di Firenze – il programma prevede un’apertura con una sessione “I giovani domandano”. In essa studenti universitari di diverse facoltà (psichiatria, medicina, psicologia, dams, architettura, accademia belle arti…) interrogheranno quanti hanno partecipato a vario titolo al superamento del manicomio, sull’attualità della 180 e sul che fare oggi.  E molti lo faranno dopo un Forum formativo-informativo dalla legge 180 alla contenzione oggi, intitolato Il manicomio invisibile, che si svolgerà principalmente a San Salvi dai Chille nel mese di marzo. Nello stesso periodo, ad avvalorare l’importanza del lavoro di memoria viva a San Salvi, 50 studenti del liceo classico Cirillo di Aversa, lavoreranno una settimana a casa Chille per imparare a costruire un possibile percorso di memoria di un ex-manicomio.

 

Impossibile presentare un densissimo anno di attività della compagnia diretta da Claudio Ascoli a San Salvi, al cui centro si collocherà naturalmente l’Estate a San Salvi, giunta alla sua edizione n. 20 e che manterrà il titolo “La libertà è terapeutica”.

Si segnala almeno “Aprile con i Chille”, un mese in cui la compagnia presenterà le sue produzioni teatrali: dalla premiatissima Lettera a una professoressa a Non si raccontano barzellette sui matti, e ancora da Siete venuti a trovarmi?  a C’era una volta…il manicomio,  cui è affidata l’inaugurazione della rassegna martedì 10 aprile.

Ma “Aprile con i Chille” sarà soprattutto l’occasione per offrire al pubblico due nuovi spettacoli. Il primo, L’amore è il cuore di tutte le cose (da venerdì 20 a domenica 22 aprile), indaga sul rapporto tra Majakoskij, Lili Brik e Osip Brik negli anni della rivoluzione russa e dell’arrivo al potere di Stalin. Sulla scena troviamo solo i tre protagonisti di questa lunga e sofferta vicenda: Matteo Pecorini interpreta Majakovskij, con il quale si è immedesimato totalmente tanto da assomigliargli sia nell’aspetto che nell’andatura dinoccolata e un po’ sbruffona. Eleonora Angioletti interpreta una Lili Brik rappresentata con grande duttilità interpretativa dapprima vecchia, con una tecnica di narrazione a ritroso, poi di nuovo giovane. Osip Brik è interpretato da Francesco Gori che rende il carattere “professorale” e un po’ sentenzioso del suo personaggio. In “L’amore…” la scrittura scenica di Claudio Ascoli parte da diari, lettere, poesie, scritti teorici dei tre personaggi; l’azione inizia dal monologo della ormai anziana Lili che una dopo l’altra ingolla le pillole fatali che le daranno la morte quasi cinquant’anni dopo il suicidio del poeta, e riflette sui due mesi di separazione da Volodja tra il dicembre 1922 e il febbraio 1923 e…

Il secondo spettacolo, Casa di bambole (da giovedì 12 a domenica 15), è una creazione di e con Sissi Abbondanza, indaga su un universo di solitudine in un mondo di soli replicanti, in cui non si ritrovano più persone ma ectoplasmi. Casa di bambole è una riflessione sull’incapacità di rapportarsi nel reale che spinge verso dialoghi isolati, creando mondi in cui si finisce con il parlare in un infinito, crudele soliloquio. Lo spettacolo è liberamente ispirato agli scritti di Ingeborg Bachmann: “Tante piccole isole. Ma quando ti isoli, quando costruisci intorno a te un mondo fatto di tuoi desideri, di idee, di sogni…rischi di vivere in un deserto dove si smette di pensare e ci si dedica solo ai sentimenti, si coltivano soltanto sentimenti: stregati da se stessi e allora? Che cosa vuoi? Non vuoi alzarti e vedere se queste mani si possono usare, ti vuoi isolare e restare prigioniera? Non cercare di dimenticare. Ricordati!”

Ma naturalmente il 2018 dei Chille parte ben prima di aprile con l’evento speciale nel Giorno della memoria, sabato 27 gennaio. Lo spettacolo, intitolato Siamo tutti in pericolo, chiude la prima parte di un percorso di laboratorio che vede insieme attori della compagnia e persone attratte dalla particolare formazione con il metodo Chille; tenta di collegare le riflessioni che in merito elaborarono Bertolt Brecht e Pier Paolo Pasolini.

I Chille sono partiti interrogandosi sul senso oggi di iniziative nel Giorno della memoria, mentre sempre più evidenti sono i segni di rinascita del fascismo in nuovi movimenti e prima ancora nello scorrere quotidiano della vita. Da Artisti, i Chille sanno di non avere risposte: possono solo

dis-turbare emozionando, interrogarsi ed interrogare lo spettatore sulle origini, sui segni che si manifestarono anni prima della Shoah, sull’incapacità di ascoltare chi – forse – aveva già capito allora (Brecht), e molti anni dopo chi metteva sull’avviso di pericolosi segnali di ritorno (Pasolini).

Nell’evento, ecco scorrere così frammenti della vita apparentemente felice degli anni trenta mentre scienziati enunciavano i fondamenti del razzismo e gli ebrei italiani scoprivano a loro spese la tragica connivenza con i nazisti di altri italiani …fascisti o semplicemente indifferenti.

In Siamo tutti in pericolo Brecht e Pasolini emergono come intellettuali che, in tempi diversi, non furono ascoltati e forse non ebbero la capacità-volontà di farsi ascoltare. E allora? E OGGI?

Lo spettacolo inizia con Pasolini che rilascia la sua ultima intervista a Furio Colombo poche ore prima di essere ucciso, intervista che chiede di intitolare “Siamo tutti in pericolo”. Nella serata si inseguono poi testimonianze, voci dai lager; poesie di Bertolt Brecht sino al tragico epilogo: quel 16 ottobre 1943, giorno della retata nel Ghetto di Roma.

Siamo tutti in pericolo è in scena a San Salvi sabato 27 gennaio in due repliche (ore 18 e ore 21) già esaurite da tempo. In questi giorni sono aperte le iscrizioni alla seconda parte del laboratorio - “Bertolt Brecht. Poeta” - che prende il via con una lezione aperta lunedì 29 gennaio alle ore 21 e 15; terminerà mercoledì 21 marzo, con un evento nella Giornata mondiale della Poesia.

Un’ultima segnalazione. Domenica 4 febbraio alle ore 17, con ingresso libero, i Chille de la balanza in collaborazione con la Società della ragione ospitano lo spettacolo-concerto E se l’Italia dorme, presto se svejerà, una produzione del Circolo Gianni Bosio e Albero della Libertà di Roma. Lo spettacolo fa parte del Progetto di Calendario Civile, è proposto a Firenze nei giorni della Costituzione della Repubblica Romana del 1849, che ebbe purtroppo durata assai limitata, ma di cui ancor oggi ammiriamo alcuni principi fondamentali: 1. La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituto in repubblica democratica. 2. Il regime democratico ha per regola l’uguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di casta o nobiltà.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni: tel. 055 6236195 o whats app 335-6270739, mail info@chille.it, sito ww.chille.it