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giovedì 25 aprile 2024

''Dal Monte una luce aurorale'', opera di Teatro Architettura alla Basilica di San Miniato

08-09-2018

Sabato 8 e domenica 9 Settembre alle ore 21.30, dopo il successo dell’opera del 2017 Muovere un cielo pieno di figure vive, dedicata all’Ospedale degli Innocenti di Filippo Brunelleschi, la seconda edizione del progetto Drammaturgia dello spazio-per un teatro dei luoghi, di Teatro Studio Krypton, si concentra sulla Basilica di San Miniato al Monte.

Giancarlo Cauteruccio ha accolto con entusiasmo l’invito dell’abate Padre Bernardo Gianni per le celebrazioni del Millenario della Basilica, creando una nuova opera di Teatro Architettura intitolata Dal Monte una luce aurorale. L’importante monumento, collocato nel punto più alto di Firenze, fa pensare alla collina come Acropoli della città e alla basilica come suo Partenone. Proprio dalla basilica, dal suo racconto spirituale e scientifico, nasce questo inedito lavoro. La magnifica facciata diventa fondale dinamico, architettura di luce davanti alla quale il corpo dei performer dà vita al racconto delle forme, degli elementi, dei simboli e dei misteri, per una drammaturgia audio-visuale di forte impatto percettivo. La facciata si trasforma in scenario iridescente per un teatro del luogo: è infatti il luogo, nella sua indiscutibile evidenza, che dà origine alla percezione, allo svelamento del non visibile, all’ascolto delle risonanze che contiene in sé. La performance è un’intensa sollecitazione sensoriale che favorisce il volo percettivo,  il quale attraverso la vibrazione della luce, unisce la profonda spiritualità di San Miniato al Monte alla città sottostante. La sinfonia di geometrie sacre crea bellezza e armonia grazie alla scientificità che questa  l’architettura esprime, come il cerchio inscritto nel quadrato per la coniugazione fra immanenza e trascendenza. Cauteruccio ha investigato la relazione fra cosmo e spazio-tempo, il legame imprescindibile fra cielo e terra, il rettangolo come l’unità di potenza della madre e dello spirito,  l’antico valore simbolico del numero cinque  che è il numero della ierogamia,  del tre che rappresenta luce e ordine. Cinque, infatti, sono i portali della facciata, scanditi dal rettangolo aureo, ma solo tre si aprono per accogliere all’interno. La peculiarità di San Miniato al Monte è che il divino si rispecchia nell’umano attraverso la perfezione delle forme geometriche.

Dal Monte una luce aurorale comincia con il lavoro degli uomini, “costruttori”, portatori di scienza, operai che con fatica, pietra su pietra, edificano una fabbrica destinata ad attraversare i millenni. Gli allievi del laboratorio di Teatro/Architettura, coordinati dalla coreografa Margherita Landi, aprono la prima scena, lavorando con la terra, la pietra e il legno per mostrare la  volontà umana di cercare la connessione tra cielo e terra. L’azione reale diviene il motore generatore della immaterialità delle immagini che lentamente rivelano la magnificenza dell’architettura e il suo complesso racconto. Una torre/scultura lignea, posta al vertice della Scala Santa, è la simbolica soglia di accesso tanto all’area della basilica quanto alla città. Da questa torre prende vita la videoproiezione, che genera il mapping visuale ideato da Massimo Bevilacqua e guidato dalla colonna sonora di Alessio Bianciardi (anche curatore delle elaborazioni video), con brani di Giusto Pio.  Giusto Pio, già autore musicale per vari spettacoli di Krypton, amava San Miniato (memorabile il concerto tenuto alla basilica dal musicista con Franco Battiato), e Cauteruccio ha voluto portare, così, nel progetto,  il suo amico recentemente scomparso. L’attore Roberto Visconti  accompagna il pubblico nelle visioni, interpretando  un testo del regista, mentre la cantante-performer Chiara De Palo interpreta lo spazio come luogo speciale di meditazione, attraverso la voce e l’azione minimale e geometrica.

“L’opera non vuole essere celebrativa del passato  -  spiega Cauteruccio  -  ma occasione di un nuovo inizio. Infatti, la scena finale diventa magicamente punto di incontro, condivisione, accoglienza dell’umano (specie in questi  tempi  di tragiche emergenze)  e festa di uomini e donne  avvolti  in una luce aurorale; essi chiamati a testimoniare la necessità dell’accoglienza e della convivenza, nel rispetto fondamentale dei valori umani, per poter aprire la porta di accesso al futuro “. Il regista ha voluto coinvolgere nello spettacolo anche gli allievi del laboratorio TeArc (lab. di Teatro Architettura -  DIDALAB dell’Università di Firenze), e gli allievi del corso di alta formazione  per operatori della scena TASK, convinto che i giovani debbano essere formati attraverso la pratica operativa della messa in scena.

Lo spettacolo è una produzione Teatro Studio Krypton  e del Comitato per le celebrazioni del Millenario con il sostegno di Comune di Firenze, Città Metropolitana, Regione Toscana, Fondazione CRF Firenze e con il contributo di TERNA.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili

Info: 0552345443 - www.teatrostudiokrypton.it