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venerdì 01 novembre 2024
Il "Nabucco" di Verdi con Plácido Domingo al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
04-10-2020
Domenica 4 Ottobre alle ore 20.00, con altre recite in programma il mercoledì 7, sabato 10 e martedì 13 Ottobre alle ore 20.00, una carrellata di star della lirica sale sul palcoscenico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Piazza Vittorio Gui 1) in occasione della messinscena del "Nabucco" di Giuseppe Verdi. Plácido Domingo, María José Siri, Fabio Sartori e Alexander Vinogradov sono i grandi protagonisti che tornano a Firenze per questo allestimento del Teatro lirico di Cagliari, con la regia di Leo Muscato, che vede il maestro Paolo Carignani sul podio.
"Abbiamo un cast straordinario: siamo il centro del mondo della lirica in questi giorni, posso dirlo senza falsa modestia – ha detto il sovrintendente del Maggio Alexander Pereira – Voglio che questo teatro entri nella prima linea dei grandi teatri del mondo e stiamo lavorando in questa direzione. Inoltre – in quest'ultimo periodo – stiamo facendo tutto quello che possiamo per "truffare" un po' il "signor" Coronavirus e garantire al pubblico degli spettacoli di grande qualità da poter godere in tutta sicurezza".
"Non mi era mai capitato in tutta la vita di stare per sei mesi lontano dalle scene e sono molto felice di riprendere l'attività da Firenze e dal Teatro del Maggio, un palcoscenico speciale da cui mancavo da 49 anni – ha detto Placido Domingo -. È un ambiente straordinario, e siamo molto tranquilli perché ci viene garantita la possibilità di lavorare in sicurezza. Non si può chiedere di meglio, il Maggio è un'orchestra filarmonica straordinaria e il coro è una delle stelle di questa compagnia". "Abbiamo tutto, speriamo di avere solo la voce fresca", ha aggiunto scherzando il tenore.
In epoca Covid-19 un'attenzione particolare va alle misure di sicurezza, a cui il Teatro del Maggio – la prima fondazione lirico-sinfonica italiana ad avere ripreso le attività dal vivo – si è attenuto scrupolosamente disponendo uno speciale test sierologico "lampo" per tutti (non invasivo e che garantisce i risultati in dieci minuti) fornito da Menarini e evitando occasioni di assembramento sia dietro le quinte sia sul palcoscenico. Un'operazione difficile per un'opera corale come il Nabucco, a cui il regista Leo Muscato ha dovuto rimettere mano per adattarla alle nuove contingenze.
"Riprendiamo questo spettacolo per la nona volta - spiega il regista Leo Muscato - la terza qui a Firenze. La recitazione di solisti e coro è stata concepita per conferire all'azione un carattere frenetico e realistico. Ma in questa edizione "d'emergenza" in cui è necessario rispettare le norme di distanziamento sociale fra gli artisti in palcoscenico, siamo costretti a optare per diverse modifiche, a volte sostanziali. Una fra tutte, l'impossibilità, per questioni di igienizzazione, di usare trucco e parrucco e far cambiare costume al coro, che in questa edizione ne potrà indossare solo uno. Ma abbiamo fiducia che la musica di Verdi e l'interpretazione degli straordinari artisti che saliranno sul palcoscenico possano supplire a ogni altra mancanza".
"Poter fare Nabucco con il coro in scena e con tutta l'orchestra in buca è, in questo periodo storico così travagliato, un grande privilegio - ha detto il direttore d'orchestra Paolo Carignani -. Il Teatro del Maggio è l'unico al mondo che ha avuto il coraggio di riprendere l'attività con tanto slancio, garantendo sicurezza a tutti coloro i quali lavorano all'interno del teatro. È una grande sfida e noi siamo intenzionati a vincerla".
"È un onore per me debuttare nel ruolo di Abigaille e lo è ancora di più in questo momento così delicato - ha spiegato Maria Josè Siri -. Così come Verdi uscì vittorioso dalla grande crisi artistica che lo affliggeva prima di comporre Nabucco, così noi affronteremo la grande crisi dovuta al Covid19 proponendo al pubblico un Nabucco trionfante".
La celeberrima opera verdiana ha infatti una genesi tutt'altro che semplice. Quando nel 1841 Giuseppe Verdi incontrò Bartolomeo Merelli, impresario del Teatro alla Scala, non volle saperne di comporre una nuova opera: era distrutto dal dolore per la morte dei figli e della moglie e si era convinto di essere un pessimo musicista per il fiasco della sua seconda opera, "Un giorno di regno". Merelli riuscì a infilare nella tasca del pastrano di Verdi il libretto per una nuova opera, il Nabuccodonosor, la cui commissione era stata rifiutata da Carl Otto Nicolai. Giunto a casa, Verdi, arrabbiato, gettò via il libretto con l'intenzione di distruggerlo, ma questo si aprì sui versi del "Va' pensiero": era l'ispirazione che cercava.