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venerdì 01 novembre 2024

"Festival Storie Interdette", giovani artisti presentano le loro creazioni a San Salvi

09-10-2020
Da venerdì 9 a domenica 11 Ottobre si terrà il "Festival Storie Interdette", tre giorni di spettacoli, presentazioni e mostre promossi dai Chille de la balanza nell'Area San Salvi (via di San Salvi 12).

Ancora pieni della bellezza delle creazioni dei giovani Artisti di Spacciamo Culture, San Salvi continua il suo magico ottobre con Storie Interdette. Il Festival, giunto alla sua 3^ edizione e inizialmente previsto a maggio nei giorni della legge 180, ora incontrerà l'affezionato pubblico sansalvino in occasione del 10 Ottobre, Giornata internazionale della Salute mentale.

Storie Interdette nasce da un bando nazionale con premio annesso dedicato alla giovane creazione contemporanea under 35 nell'ambito delle arti drammaturgiche e performative. Si pone come occasione di visibilità e di riflessione per giovani Artisti. Lo scopo del bando è stato di selezionare 4 idee progettuali sui temi della salute mentale, del manicomio invisibile, delle migrazioni e dell'ecologia sociale.

Tutte le sere del Festival alle ore 21.00 gli Artisti presenteranno al Teatro San Salvi le loro creazioni, oggi più che mai significative in un periodo in cui si sono aggiunti nuovi problemi di salute mentale, mentre la lezione di Basaglia sembra essere stata dimenticata non solo nell'ambito della salute mentale, ma in tutte le situazioni di incontro e confronto con la(e) diversità. Vecchie pratiche di esclusione e separazione sembrano infatti riemergere nella quasi totale indifferenza; non è un caso che, la stessa logica concentrazionaria con cui in passato è stata gestita la diversità e la pericolosità, è stata riproposta nella gestione dei nuovi "ultimi", vissuti come problemi ai quali dare ordine. Problemi che intrecciano biografie, vite che racchiudono storie: storie trascorse, troppo spesso dimenticate, oppure nascoste, recise, interdette.

I 4 giovani Artisti selezionati quest'anno sono Carmela De Marte, attrice calabrese che lavora a Gubbio, con il progetto "I am", il fiorentino Tommaso Ferrini con la calabrese Silvia Licciardo che realizzeranno "Oltre la trave, il buio", la romana-triestina Ilaria Marcuccilli con "Bella dentro" e la leccese Daniela Nisi, con "Khalasia".

"I am" di Carmela De Marte
Proiettandoci in un futuro prossimo abbiamo immaginato una donna adulta che, per adeguarsi ai canoni di bellezza dettati dalla società contemporanea, modifica il suo corpo indossando degli indumenti che ne alterano le caratteristiche fisiche rendendola altro da sé. Con il corpo modificato, tenta di continuare la sua esistenza sforzandosi di sottostare ai dettami "istituzionalizzati" per divenire ciò che ci si aspetti una donna sia. Nasce così una cerimonia, un rito fatto di gesti che diventano una gabbia e che si ripetono, sempre gli stessi ma, ripetendosi con monotonia, non fanno altro che far emergere l'intimo, il non esponibile, la stanchezza, la sconfitta tutto ciò che è bene non mostrare, che la società non vuol vedere. Si tenta di negare la vera natura in una costante lotta nell'estenuante tentativo di difendere l'intimo e la sua sacralità, di difendere l'umano e, più lo si fa, più la vera natura esce fuori aumentando lo scarto simbolico tra segno e significante.

"Khalasia" di Daniela Nisi
Cosa direbbe una casa abbandonata se parlasse con voce umana? Quali sarebbero i suoi ricordi, le sue emozioni e le sensazioni rispetto a chi l'ha vissuta? Cosa significa resistere al tempo, all'abbandono, alla perdita di persone, arredi, porte, finestre, ecc.? Questa storia è scritta al centro di un bosco dimenticato dove, tra terra e fango, tra grano e vegetazione incolta, una villa resiste maestosa e bellissima in tutta la sua decadenza, come un fossile abbandonato carico di vita: un totem del passato. La nostra ricerca ha iniziato a prendere forma a partire da queste domande, dalla voce del vento che attraversa quei muri diroccati ed ora deturpati da atti vandalici di varia natura. Lo stesso titolo: "Khalasìa" nella sua etimologia dal Griko, (l'antica lingua d'uso comune nel Salento), significa distruzione, rovina.

"Bella dentro" di Ilaria Marcuccilli
1959. Viola venticinquenne friulana, è rinchiusa nel manicomio di Trieste. La ragione per cui è dentro, poco ha a che vedere con la follia. Isterica, ninfomane per i medici e "figlia del demonio" per la famiglia, viene abbandonata in una realtà dove guarire…dalla sua femminilità. Quelli che dovevano essere due mesi diventano cinque anni. Lei è lì, rinchiusa e spesso legata al letto per essere "guarita". Indifesa dentro ogni contesto, giunta all'ultimo stadio di umanità, decide di chiudersi dentro la stanza della sua mente e dichiararsi inferma fino all'immobilità corporea. Perché nella sua volontà è ancora libera, fino a prova contraria. E sana. Seppur in una vita ormai bella...solo dentro.

"Oltre la trave, il buio" di Tommaso Ferrini e Silvia Licciardo
Lo spettacolo descrive i contorni di un manicomio invisibile, un luogo evanescente, sfumato, che sfugge alla vista della coscienza, perché fatto di quelle dinamiche che si vivono nel quotidiano e che come tali finiscono per essere lentamente confuse come l'unico modo possibile di vivere e rapportarsi con l'altro. I due protagonisti sono prigionieri di questo mondo relazionale, sprofondati in schemi comportamentali che sono ormai sfuggiti al loro controllo, da cui non riescono più a emanciparsi, soffrendo giorno dopo giorno per il progressivo allontanamento e senso di estraneità nei confronti di una persona con cui un tempo scelsero di condividere la propria vita. La parola, questo mezzo così controverso che utilizziamo per esprimerci, ingabbia e acuisce il senso di smarrimento e di incomprensione di due persone che stanno disperatamente cercando di ritrovarsi, ricordando i motivi per cui un tempo decisero di unirsi l'uno all'altra. Solo nel corpo, nel suo linguaggio muto eppure così ricco di espressione, troveranno finalmente il punto di contatto che tanto andavano cercando.

Il Festival prevede anche sabato 10 Ottobre alle ore 18.00 la presentazione del libro "Pazze di libertà" di Silvia Meconcelli, Alter Ego edizioni, in presenza dell'autrice e della psicologa di comunità Patrizia Meringolo. "Pazze di libertà" è una storia di Resistenza, di coraggio e di sacrificio. È una intensa storia a due voci, voci di donne, fragili e forti al contempo: Maria e Ines.

Durante la tre giorni del Festival, Esplorazioni urbane allestirà la mostra fotografica "Aversa. 10 immagini da un ex-manicomio" a cura di Rodolfo Tagliaferri. Il vernissage si terrà venerdì 9 Ottobre alle ore 20.

Dato il limitatissimo numero di posti disponibili è vivamente consigliata la prenotazione e l'acquisto del biglietto in prevendita: whatsapp 335 6270739 o mail a info@chille.it.

Biglietto unico valido per i tre giorni del festival 5€

Maggiori informazioni: https://www.chille.it

C.B.