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sabato 02 novembre 2024
"Falstaff" di Verdi con Sir John Eliot Gardiner al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
19-11-2021
Venerdì 19 novembre 2021, alle ore 20.00, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (piazza Vittorio Gui) va in scena l’ultima opera composta da Giuseppe Verdi, "Falstaff", nel nuovo allestimento con la direzione di Sir John Eliot Gardiner e la regia di Sven-Eric Bechtolf. Sei le recite complessive previste: 19, 23, 30 novembre e 3 dicembre 2021 alle ore 20.00, 21 novembre 2021 ore 15.30 e il 5 dicembre 2021 alle ore 17.00.
A neanche un mese dal suo concerto al Teatro del Maggio, e dopo i due concerti sinfonici precedenti il maestro sir John Eliot Gardiner torna, nel volgere quindi di un breve tempo, per la quarta volta alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio per dirigere Falstaff, ultima opera composta da Giuseppe Verdi, segnando stavolta il suo debutto operistico a Firenze. La regia è affidata a Sven-Eric Bechtolf, anche lui di ritorno al Teatro del Maggio dopo la recente e fortunata esperienza del Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, andato in scena con la direzione di Adam Fischer fra l’agosto e il settembre 2021. A Bechtolf il Maggio ha affidato anche la regia di un titolo mozartiano che sarà messo in scena nel corso del prossimo 84esimo Festival del Maggio Musicale. Le scene sono di Julian Crouch, i costumi sono curati da Kevin Pollard mentre luci e video sono affidati rispettivamente a Alex Brok e Josh Higgason. Il cast di assoluto rilevo composto come sempre dal casting manager del Maggio, Toni Gradsack, mette in locandina Nicola Alaimo come Falstaff, Ailyn Pérez come Alice Ford, Sara Mingardo come Mrs. Quickly, Caterina Piva come Meg Page, Simone Piazzola come Ford, Francesca Boncompagni come Nannetta, Matthew Swensen come Fenton, Gianluca Buratto come Pistola, Antonio Garés come Bardolfo e Christian Collia come il dottor Cajus. Il Coro del Maggio è diretto da Lorenzo Fratini.
Per tutta la vita Verdi aveva inseguito il sogno di scrivere un’opera comica senza però mai trovare il soggetto appropriato. Ma sulla soglia degli ottant’anni ecco avverarsi quel sogno con Falstaff, nato dalla rinnovata collaborazione con l’ormai insostituibile Arrigo Boito. Se si esclude il giovanile Un giorno di regno, del 1840, Falstaff è l’unica opera comica, nonché ultima opera, della produzione verdiana. E pensare che l’amore di Verdi per Shakespeare era di lungo corso e Le allegri comari di Windsor, fonte del libretto di Boito insieme alle due prime parti di Enrico IV, era una delle sue commedie predilette. Furono dunque le insistenze di Boito a spronare il maestro a rimettersi in gioco con una “commedia lirica che non somiglia a nessun’altra” come disse Verdi. Il 9 febbraio 1893 Falstaff debutta al Teatro alla Scala accompagnato da un grandioso successo. Dopo oltre cinquant’anni spesi nel trasferire in musica drammi e tormenti dell’animo umano, Verdi salutava il mondo dell’opera con il sorriso sornione di chi ha sperimentato tutto al massimo grado e continua ancora a farlo. Falstaff è opera di un Verdi divertente e divertito. Del resto, come recita la sigla finale: “Tutto nel mondo è burla. L’uom è nato burlone”.
Riguardo al capolavoro, il maestro sir John Eliot Gardiner ha sottolineato l’importanza dell’ultima opera scritta da Verdi, evidenziando anche l’importantissimo lavoro svolto dal librettista, Arrigo Boito: “È un fantastico insieme delle arti: visive, letterarie e musicali. I personaggi sono splendidamente caratterizzati grazie alla musica e al fantastico libretto di Boito, il quale è ovviamente basato su Shakespeare. Personalmente ho diretto Falstaff tre volte ( la prima a Lione nel 1984 e poi a Cagliari nel 1998) ed è stato, a proposito, anche il mio primo titolo di Giuseppe Verdi ed è sempre una gioia tornare a confrontarsi con quest'opera, nella quale si trova sempre qualcosa di nuovo e che è scritturata in modo preciso e davvero perfetto per ogni singolo strumento. Penso che Falstaff sia ancora l’opera più ingiustamente meno rappresentata del repertorio verdiano: la gioia e il buonumore che lo impregnano sono davvero incredibili, sono davvero shakespeariani”.
Continuando quindi nella sua analisi strutturale dell’opera, il maestro Gardiner ha inoltre affermato di come sia stata importante anche la scelta delle fonti dalle quali Verdi e Boito hanno tratto lo spunto per il loro lavoro: “Falstaff, pur avendo al suo interno tratti seri, è una presa di giro sulla condizione umana; Verdi era abbastanza anziano e saggio per poter trarne fuori l’ironia, soprattutto sul comportamento umano. Ciò che lui e Boito fecero, in maniera molto intelligente, fu estrarre dal lavoro di Shakespeare il ‘meglio’: non vi è infatti un'opera del drammaturgo di Stratford che si chiami “Falstaff”, sono dei pezzi tratti dall’ Enrico IV e da Le allegre comari di Windsor, poi messe insieme da Boito, a differenza di Macbeth e Otello per esempio che sono tratte da una singola tragedia shakespeariana. Il risultato è senza dubbio uno dei migliori libretti d’opera mai scritti in assoluto; la collaborazione fra Verdi e Boito è forte esattamente come quella fra Mozart e Da Ponte: c'è un'incredibile sinergia in tutto, dal modo di pensare al modo di delineare i tratti dei personaggi”.
Sul palcoscenico un cast di assoluto rilievo: nel ruolo del protagonista Sir John Falstaff il baritono Nicola Alaimo - che al Teatro del Maggio ritorna dopo le recenti recite come Fra Melitone in La Forza del Destino, sempre di Giuseppe Verdi andata in scena nel giugno 2021 con la direzione di Zubin Mehta per la regia di Carlus Padrissa, e come Michonnet nell’Adriana Lecouvreur, titolo inaugurale dell’ LXXXIII Festival del Maggio Musicale Fiorentino diretto da Daniel Harding per la regia di Frederic Wake-Walker. Il baritono palermitano - acclamato interprete verdiano - si è confrontato con il personaggio di Falstaff in moltissime occasioni nel corso della sua carriera e, a partire dal suo debutto nel ruolo avvenuto nel 2006 a Pisa, egli ha interpretato il protagonista dell'opera di Verdi in numerose produzioni sui palcoscenici più importanti al mondo come per esempio al Metropolitan di New York tanto da poter considerare questo personaggio un suo cavallo di battaglia: “Amo da morire Sir John Falstaff” ha dichiarato Alaimo “e sono felice di poter interpretare un personaggio così straordinario, complesso e completo in questa produzione al Maggio Musicale Fiorentino, un teatro davvero magnifico con cui quest'anno collaboro per la terza volta. Anche l'aria che si respira qui fra colleghi è davvero meravigliosa. Il personaggio che io interpreto è davvero unico: eclettico e completo, qualsiasi sentimento sia possibile immaginare lo troveremo in Falstaff. C'è davvero tutto in questo personaggio e io sono davvero felicissimo di essere qui.”
Ailyn Pérez - soprano di fama internazionale e presenza costante nei cartelloni dei più celebri teatri al mondo - è Alice Ford: anch’essa è ormai un’acclamata interprete del repertorio verdiano, avendo sostenuto molti differenti ruoli nelle opere del compositore di Busseto. Anche il personaggio di Alice Ford non è nuovo per il soprano, che ne ha vestito i panni in più occasioni: dal Metropolitan di New York, alla Bayerische Staatsoper. Al Teatro del Maggio ha interpretato Magda ne La Rondine di Giacomo Puccini, andata in scena nel settembre 2020, diretta da Marco Armiliato per la regia di Denis Krief. Il soprano si è dichiarata “Emozionata, sia per il lavoro che stiamo facendo con il Coro e l’Orchestra del Maggio, sia per la qualità di questa produzione grazie al maestro Gardiner e al maestro Bechtolf e davvero non vediamo l’ora di vedere il pubblico in sala”. Ailyn Pérez tornerà inoltre sul palcoscenico fiorentino in occasione di un altro titolo della produzione di Giuseppe Verdi: I due Foscari, previsto per la primavera 2022.
Il personaggio di Ford è invece interpretato da Simone Piazzola, affermato baritono verdiano, che torna al Teatro del Maggio dopo La Boheme andata in scena nel novembre 2016 con la doppia direzione di Daniel Oren e Francesco Ivan Ciampa per la regia di Lorenzo Mariani. Sempre nel 2016, insieme all'Orchestra e al Coro del Maggio, fu tra i protagonisti dell’Aida in forma di concerto andata in scena alla Tchaikovsky Concert Hall di Mosca in occasione del Festival Rostropovic sotto la direzione del maestro Zubin Mehta. Piazzola ha debutato il ruolo al Teatro Real di Madrid, nel 2019. “Sono molto contento e onorato di poter lavorare al fianco di un grande direttore d’orchestra come Sir John Eliot Gardiner” – dice Simone Piazzola – “Da baritono verdiano è sempre bello tornare nel ruolo di Ford, nell’ultima opera capolavoro assoluto di Giuseppe Verdi. Il ruolo di Ford è molto particolare, sia dal punto musicale che da quello interpretativo. La tessitura vocale di questo ruolo è molto complessa, alterna una tessitura centrale bassa a momenti acuti molto intensi. E questo si può notare soprattutto nell’aria “ È sogno? o realtà?”. Anche la morale di quest’opera: “Tutto nel mondo è burla”, dovrebbe forse farci riflettere un po’ di più su tutti quei fenomeni che circondano anche la nostra società odierna. Un modo per prendere la vita per quello che è, nelle sue bellezze e bruttezze, mantenendo intatta la voglia di viverla come dono prezioso a prescindere da tutto”.
Sara Mingardo interpreta Mrs. Quickly: per il contralto veneziano, dotata di un repertorio vastissimo che spazia da Monteverdi a Rossini, da Gluck a Verdi, sarà un ritorno a Firenze a distanza di pochi mesi dalla sua ultima esibizione, avvenuta in occasione del concerto in memoria delle vittime della pandemia in Toscana del 29 aprile 2021, diretto dal maestro Daniel Harding e che vide in cartellone il Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart. Sara Mingardo lega però il suo nome a quello di Firenze sin dal 1990, dove debuttò, sotto la direzione di Myung-Whun Chung, ne La leggenda dell'invisibile città di Kitež e della fanciulla Fevronija di Nikolaj Rimskij-Korsakov per la regia di Pier Luigi Pizzi. Riguardo all’opera e al suo personaggio, Mrs Quickly, Sara Mingardo sottolinea la singolare straordinarietà di entrambi: “ Falstaff è un'opera scritta in modo splendido: Quickly è un personaggio davvero straordinario, diverso da tutti gli altri presenti nelle opere di Verdi; pur essendo una persona di una certa età per una volta non è una strega, non è una mamma o una nonna: è semplicemente una donna molto divertente, così come divertente è questa produzione al Teatro del Maggio”.
Nel ruolo di Mrs. Meg Page, Caterina Piva la quale ha recentemente interpretato un'importante serie di spettacoli al teatro fiorentino: le recenti recite di Traviata e Rigoletto, sotto la conduzione di Zubin Mehta e di Riccardo Frizza, entrambi firmati dalla regia di Davide Livermore oltre a Siberia di Umberto Giordano, opera conclusiva dell’LXXXIII Festival del Maggio Musicale Fiorentino andata in scena a luglio 2021. Anche Caterina Piva, che interpreta Mrs Meg Page, evidenzia di come sia notevole la produzione: “Stiamo facendo uno splendido lavoro, con un ottimo cast, grazie anche a Sven-Eric Bechtolf, il nostro regista, e al maestro John Eliot Gardiner. Io sono davvero felice di poter prendere parte a quest'opera, che inoltre è la mia preferita in assoluto; interpreto Meg Page, il ‘braccio destro’ della sua amica Alice con la quale organizzerà degli scherzi al povero Sir John Falstaff, che tenta di conquistarle entrambe contemporanemente”.
“Sono felicissimo di poter tornare a cantare al Teatro del Maggio, in assoluto il mio posto preferito per esibirsi: il pubblico qui è stato sempre caloroso e gentile con me” afferma Matthew Swensen, che sostiene il ruolo di Fenton, “anche la produzione è fantastica, bella e divertente mentre il cast è davvero splendido. Vedere con me sul palcoscenico due artisti del calibro di Ailyn Pérez e Nicola Alaimo è davvero elettrizzante. Non potrei davvero essere più felice, è un dono essere qui a Firenze”.
Al loro fianco sul palcoscenico il soprano Francesca Boncompagni (Nannetta) con una carriera che l’ha vista già al Maggio in La Dafne di Marco da Gagliano diretta da Federico Maria Sardelli e collaborare frequentemente con il maestro Gardiner; il basso Gianluca Buratto (Pistola) anche lui frequentemente diretto dal Maestro e ascoltato più recentemente al Maggio in concerti diretti da Zubin Mehta e Riccardo Muti; il tenore Antonio Garés (Bardolfo) formatosi all’Accademia del Maggio e dunque una presenza abituale nelle locandine del Teatro e il tenore Christian Collia (Dr. Cajus) vincitore di numerosi premi, formatosi all’Accademia verdiana di Carlo Bergonzi a Busseto e all’Accademia rossiniana di Pesaro, al suo debutto al Maggio.