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giovedì 25 aprile 2024

"La Passeggiata", spettacolo itinerante a San Salvi dal racconto di Robert Walser

21-06-2022
L’anteprima dell’Estate a San Salvi edizione n.24, è affidata ad un evento da non perdere: La Passeggiata. Ma in questo caso, non si tratta del mitico evento sansalvino – per il quale bisognerà attendere gli inizi di agosto! – ma di una prima assoluta, creazione liberamente tratta dall’omonimo celebre racconto di Robert Walser, uno dei maggiori scrittori svizzeri di lingua tedesca del Novecento.

I Chille, anzi il Laboratorio dei Chille diretto da Claudio Ascoli e Sissi Abbondanza, dopo un anno di lavoro sull’intera creazione walseriana dà vita ad un evento speciale itinerante che invade l’intero parco di San Salvi – l’ex-città manicomio di Firenze dove la compagnia risiede da altre 20 anni - con una messinscena che impegna una ventina tra Artisti e Tecnici. Sono previste solo tre repliche – da martedì 21 a giovedì 23 giugno 2022 ore 21.30 - con ingressi limitatissimi e prenotazione obbligatoria: intero 10€, ridotto Coop/Arci 8 €. Informazioni e prenotazioni: tel./whatsapp 335 6270739, mail info@chille.it

La passeggiata, la cui prima stesura risale al 1916, fu pubblicata nel ’19. In essa, Walser con la delicatezza di toni e la levità ironica che gli appartiene convince il lettore a seguirlo in punta di piedi, in una passeggiata. E’ l’intima confessione di un autore che cerca di tenere vivo un legame col mondo e che vuole condividere questa possibilità con quanti hanno l’animo di raccoglierla. Da ciò lo struggente tentativo di non smarrire la sensibilità, di preservare come un dono quel che ci mantiene innocenti nei rapporti con quanto è intorno a noi: siamo di fronte al viaggio della vita!

L’impianto del racconto è all’apparenza realistico ma il ritmo è da fiaba: nella testa di Walser le due cose vivono in contiguità. Il tutto in una dimensione tra campagna e città, che si colloca perfettamente a San Salvi.

I Chille reinventano la passeggiata in uno spettacolo itinerante nel quale, in un ribaltamento fantastico, gli spettatori sono… Walser: “Un mattino, preso dal desiderio di fare una passeggiata, mi misi il cappello in testa, lasciai il mio scrittoio o stanza degli spiriti, e discesi in fretta le scale, diretto in strada”. Così gli spettatori-Walser, tutti con cappello ed ombrello e separati in due percorsi, incontrano le azioni-installazioni degli attori Salomè Baldion, Andrea Banchetti, Fausto Barlocco, Pietro Barnini, Alessio Biblioteca, Simona Cardia, Paolo Cinanni, Laura Donati, Cristina Giaquinta, Silvia Licciardo, Matilda Mancuso, Antonio Nicassio, Stefania Paracolli e Rosario Terrone. Le creazioni luci sono a cura di Teresa Palminiello, quelle sonore di Francesco Lascialfari a partire da alcune sinfonie di Gustav Mahler, prima tra tutte l’Adagietto che molti spettatori ricorderanno in “Morte a Venezia” di Luchino Visconti. Foto e immagini sono di Paolo Lauri.

Ma…chi è, anzi chi era Robert Walser? Da alcuni anni è autore prezioso e ricercatissimo anche nel mondo dello spettacolo. Basti ricordare che recentemente Lino Musella ha interpretato “The walk”, film-improvvisazione ispirato alla passeggiata walseriana (regia di Giovanni Maderna, presentato al Bellaria Film Festival) e lo scorso anno Roberto Herlitzka ha realizzato, sempre da “La passeggiata”, un’apprezzata lettura-concerto.

Con un’analisi mai come oggi di forte attualità, così anni fa Hermann Hesse lo presentava: “Se poeti come Walser facessero parte degli spiriti conduttori, non vi sarebbero guerre. Se avesse 100.000 lettori, il mondo sarebbe migliore!”

Robert Walser è una singolare figura di scrittore che trascorse gli ultimi anni di vita rinchiuso in manicomio. Morì il giorno di Natale del 1956 nei dintorni della clinica che lo ospitava, durante una solitaria passeggiata nella neve: famosa l’immagine che ritrae il suo corpo disteso in terra, con le orme dei suoi ultimi passi. Diceva di sé: “In realtà, non sono mai stato un bambino e perciò rimarrà in me qualcosa che ricorda sempre l’infanzia.” Largamente ignorato nella vita, tranne la stima incondizionata di suoi illustri colleghi tra i quali Kafka, Benjamin e Musil, a partire dagli anni Settanta Walser è stato appassionatamente letto e studiato. In Italia, primi tra tanti, da Roberto Calasso e Claudio Magris che su di lui annotava: “Walser comunica felicità, e lo fa soprattutto quando e perché rappresenta la vita che sta per venire.”

La critica internazionale l’ha definitivamente osannato alcuni decenni dopo la sua morte, una volta decifrati i suoi microgrammi: 526 fogli di carta riciclata zeppi di segni apparentemente senza senso… ma su cui Walser aveva scritto a matita, con grafia minutissima, divertenti e compiute annotazioni, racconti, addirittura romanzi, tra cui Il brigante, altro autentico capolavoro.

Miniaturista per eccellenza, sensibile, attento e nel contempo spiritoso, Walser è riuscito sempre a comporre in modo assolutamente disinvolto e involontario gioielli di prosa perfetti, ciascuno dei quali possiede la rotondità e la purezza di una poesia. Eccone un esempio: “Ogni passeggiata è piena di incontri, di cose che meritano d’esser viste, sentite. Di figure, di poesie viventi, di oggetti attraenti, di bellezze naturali brulica letteralmente, per solito, ogni piacevole passeggiata, sia pur breve. La conoscenza della natura e del paese si schiude piena di deliziose lusinghe ai sensi e agli sguardi dell’attento passeggiatore, che beninteso deve andare in giro ad occhi non già abbassati, ma al contrario ben aperti e limpidi, se desidera che sorga in lui il bel sentimento, l’idea alta e nobile del passeggiare”.

Per maggiori informazioni: www.chille.it