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lunedì 04 novembre 2024

Il magico settembre dei Chille de la balanza tra Artaud-Thomas, Basaglia, Gramsci e Pasolini

01-09-2022

Sarà davvero magico il prossimo mese di settembre per i Chille de la balanza, storica compagnia del teatro di ricerca italiano fondata a Napoli da Claudio Ascoli nell’ormai preistorico 1973, da decenni in Toscana e dal 1998 a San Salvi, ex-città manicomio di Firenze.

Ben 3 nuove ed importanti produzioni teatrali (“E’ un brusìo la vita”. Pier Paolo Pasolini – “Voglio solo cercare di essere felice”. Antonin Artaud  Colette Thomas – “Il mondo è una unità”. Franco Basaglia  Antonio Gramsci) in due Festival-Chille che si svolgeranno a Firenze (Storie differenti – La periferia al centro)  all’interno dei progetti del Comune di Firenze, rispettivamente Estate fiorentina e Autunno fiorentino.  Senza dimenticare la prestigiosa presenza della compagnia a chiusura di Taormina Arte, domenica 18 settembre, sempre con il “Il mondo è una unità.”


Storie differenti
è alla sua edizione n. 9. Nasce nel 2014 all’interno di un progetto europeo di storytelling, “Seeing Stories”, il cui obiettivo era quello di sviluppare metodologie comuni per l’identificazione, la ricerca e l’interpretazione di storie attraverso leggende, miti e storie di vita in Scozia, Portogallo, Germania e Italia. Dal progetto poi sono nati Festival nei 4 paesi coinvolti.

L’edizione fiorentina 2022 di Storie differenti ospita dall’1 all’11 settembre ore 21,00 spettacoli dei Chille e di compagnie da tutt’Italia. Sabato 3 settembre, Teatro Periferico di Cassano Valcuvia presenta un evento dedicato alla realtà dell’Alzheimer “I cassetti non parlano”, domenica 4 i Laboratori permanenti di Sansepolcro, propongono “Italian Jobs” di Debora Mattiello, uno spettacolo-inchiesta sul mondo del lavoro in Toscana, un racconto attraverso le voci delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno donato le loro storie, con interviste e incontri collettivi. Ancora due compagnie toscane: lunedì 5, Catalyst” di Barberino di Mugello, con un omaggio a Pasolini ne “La rabbia” e mercoledì 7 Pilar Ternera di Livorno con “Provaci ancora” di Alessia Cespuglio e Francesco Cortoni, una particolare versione di Romeo e Giulietta. Giovedì 8 è in scena la compagnia Bonawentura Teatro Miela di Trieste con “Pazi Snajper – Attenzione Cecchino” di e con Roberta Biagiarelli e con Sandro Fabiani, regia di Luca Bollero. Lo spettacolo narra due situazioni parallele: la postazione di un cecchino inondata dai suoi pensieri e dal suo flusso di coscienza interiore e l’abitazione di un uomo e di una donna, che resistono in un condominio abbandonato nella Sarajevo assediata. Sabato 10 il Teatro Scientifico di Verona presenta “Clitennestra”  di Jana Balkan, in scena con sua figlia Isabella Caserta. La Balkan parte dalla rilettura di Marguerite Yourcenar: qui Clitennestra è una donna che prima di essere carnefice di Agamennone è stata vittima, che si libera della nomea di criminale a cui la storia l’ha condannata; una donna che si ribella alla violenza che ha subito come moglie e madre e che pagherà il suo gesto con la vita.

Domenica 11 settembre…gran finale, con un doppio appuntamento. Alle ore 18 con ingresso libero Jessica Pecchioli presenta Monica Fabbri e il suo libro di fumetti “Il buio cosmico” e in chiusura, alle ore 21, un altro omaggio a Pasolini, in questo caso firmato dal Teatro Invito di Lecco con “Dove sono le lucciole”, regia e drammaturgia di Luca Radaelli.

Di assoluto rilievo gli incontri che accompagnano il nutrito calendario di Storie interdette. Innanzi tutto venerdì 2 settembre alle ore 21, ecco uno dei più importanti progetti di Ateatro: “A cosa serve il Teatro?”. Così lo presenta il critico Oliviero Ponte di Pino, che a partire dal 2019 ne cura gli incontri in tutt’Italia: “In un momento storico in cui il nostro nutrimento culturale è fatto soprattutto di social network, video, film e serie guardate online, questo format prevede che la domanda A cosa serve il teatro? venga posta a un teatrante e a una persona che si occupa di altro, come uno scienziato, un magistrato, un architetto, un artigiano, un oste…” Nell’incontro fiorentino, intitolato “Felicità e Teatro”, Ponte di Pino stimolerà l’incontro-scontro tra Ludovico Arte, sociologo e dirigente scolastico nonché curatore della rubrica sulla scuola di Repubblica Cambiamo registro, con il padrone di casa, cioè Claudio Ascoli, attore e regista dei Chille, che in merito…anticipa: “Il Teatro non serve a niente, nel senso che non deve essere asservito a niente!” Ed è davvero un bel punto di partenza! Quest’incontro, come gli altri momenti non di spettacolo, sono ad ingresso libero: si consiglia comunque la prenotazione.

Sabato 3 alle ore 18 prende il via un altro di questi momenti. Parliamo del cerchio di lettura “Leggere lascia il segno!”, a cura di Roxana Iftime. E’ la quarta edizione di questi incontri dedicati alla lettura, per tutte le età. Nell’occasione 3 incontri, ognuno con un tema relazionato allo spettacolo che andrà in scena nella serata: il dimenticare (sabato 3), la rabbia (lunedì 5), il conflitto (giovedì 8). Ogni partecipante è invitato a portare e leggere nel cerchio un brano attinente al tema dell’incontro. Alla fine del percorso verrà prodotto un libro di patchwork contenente le frasi più toccanti di ogni lettura.

Venerdì 9 settembre ricorre quello che i Chille definiscono il controanniversario dell’inaugurazione del manicomio fiorentino. L’edizione 2022 vede al centro la lettura, a cura dell’attrice Salomè Baldion, di un emozionante racconto di Elena Miniera che, bambina, partecipò agli anni del superamento del manicomio fiorentino. Ecco come la scrittrice presenta se stessa e il suo racconto “Il confine di un abbraccio”: «Sono nata a Firenze nel 1977. La mia famiglia ha preso parte alle lotte della fine degli anni sessanta e si è sempre battuta per le cause sociali. I miei genitori frequentavano Psichiatria Democratica, amici di Paolo Tranchina (ndr. psicologo, collaboratore di Basaglia). In casa mia le ‘storie dei matti’ si son sempre narrate. Durante i pranzi con Paolo, nei racconti dei miei. Scrivo da quando sono adolescente, lavoro con i libri in tutte le loro declinazioni. Li leggo, li traccio, li rilego, li catalogo, li riordino. Questo racconto trae ispirazione dai ricordi di famiglia e dal mio amore per le storie».

Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21, in caso di maltempo si svolgeranno al chiuso. I posti sono limitati, prenotazione e pagamento anticipato sono vivamente consigliati. Come sempre a San Salvi, i biglietti hanno un costo contenuto: intero € 10, ridotto coop arci € 8. E’ previsto anche un abbonamento a 3 spettacoli a soli € 15.

Ma soprattutto Storie differenti è l’occasione per la compagnia diretta da Claudio Ascoli per presentare due sue nuove produzioni.

Ad apertura del Festival giovedì 1 settembre alle ore 21, ecco “E’ un brusìo la vita”, dichiarato omaggio dei Chille nell’anno centenario della nascita di Pasolini. Il titolo è preso dall’ultimo capoverso del poema pasoliniano “Le ceneri di Gramsci”. E’ un brusìo intende far dialogare aspetti meno noti, ma non meno significativi dell’opera pasoliniana, affiancando immagini da un breve film quasi fiabesco, “La terra vista dalla luna”, al suo poema forse più noto: “Le ceneri di Gramsci.”  Né sono tralasciate le poesie giovanili friulane, messe in canzone da Massimiliano Larocca, accompagnato da Martina Weber alla viola da gamba. Lo spettacolo si chiude con l’ultima intervista rilasciata a Furio Colombo il pomeriggio di quel 1° novembre 1975, poche ore prima dell’omicidio, e che Pasolini volle intitolare “Siamo tutti in pericolo“. Sarà Claudio Ascoli a far rivivere quelle tragiche, profetiche parole: Chiudere, nel mio linguaggio vuol dire cambiare. Cambiare però in modo tanto drastico e disperato quanto drastica e disperata è la situazione. Io ascolto i politici con le loro formulette, tutti i politici e divento pazzo. Non sanno di che Paese stanno parlando, sono lontani come la Luna. E i letterati. E i sociologi. E gli esperti di tutti i generi.

Ancora qualche parola su “Le ceneri”, poema recitato da Rosario Terrone in relazione con la creazione video sul cimitero acattolico di Roma di Marco Triarico e gli interventi di danza di Salvatore Nocera.  Il poeta si trova appunto davanti alla tomba di Gramsci e dialoga con le sue spoglie. Descrive un maggio autunnale, che sembra rappresentare “il grigiore del mondo”, differente da “quel maggio italiano che alla vita aggiungeva almeno ardore”. Tutto questo conduce, dopo la dichiarata necessità della passione dei sensi e per la vita, alla malinconica descrizione finale del quartiere operaio Testaccio. Qui Pasolini, osservatore di questo mondo e non partecipe delle gioie dei ragazzi, ne constata l’inevitabile declino: Ma io, con il cuore cosciente di chi soltanto nella storia ha vita, potrò mai più con pura passione operare, se so che la nostra storia è finita?  “E’ un brusìo…” sarà poi presentato nuovamente a San Salvi nel progetto “La periferia al centro” dal 27 al 29 settembre, in un’edizione speciale indirizzata agli abitanti del Quartiere 2 del Comune di Firenze, dove appunto si trova l’area di San Salvi.

Sempre ne “La periferia al centro” e nel Q2, i Chille costruiranno una Festa per i 10 anni della Biblioteca Luzi. L’evento principale sarà una Caccia al tesoro intitolata ‘Pazza idea di fare un libro con te’: persone da 0 a 90 anni sono invitate lunedì 26 settembre alle ore 17 a San Salvi per iscriversi (gratuitamente) alla caccia e… raccogliere informazioni, interviste, aneddoti sul loro quartiere e costruire insieme un libro da portare alla Biblioteca Luzi, consegnandolo nella Festa finale di venerdì 30 settembre!

La seconda preziosa novità firmata Chille va in scena - sempre in Storie differenti -  martedì 6 alle ore 21. Questo spettacolo, maturato in lunghi anni di ricerca su Artaud e il suo Teatro, si intitola ”Voglio solo cercare di essere felice”.  Ha il testo e la scrittura scenica di Claudio Ascoli, sono in scena Salomè Baldion e Giorgia Tomasi, con la partecipazione in voce dello stesso Ascoli, interprete delle diverse figure maschili che accompagnano l’universo Colette Thomas.

“Voglio solo…” ha come sottotitolo IL TEATRO IMPOSSIBILE, L’AMORE IMPOSSIBILE, LA NEGAZIONE DEL PIACERE, LA DISCESA NELLA FOLLIA. Intende raccontare per frammenti la morte in vita di Colette Thomas, straordinaria figura femminile del ‘900, negli incontri alla ricerca del Teatro e dell’amore assoluto: Jean Paul Sartre, Louis Jouvet, Antonin Artaud.

In “Voglio solo cercare di essere felice” Chille provano a far rivivere Colette (o rinascere, come lei avrebbe amato dire) in un lungo percorso di emozioni e attraverso due corpi-presenza: Salomè Baldion e Giorgia Tomasi. La Baldion vive l’incontro giovanile ad appena 20 anni con Sartre e quello decisivo con Louis Jouvet, il maestro grazie al quale Colette sposta l’orbita delle sue relazioni e delle sue ambizioni, consegnando la sua vita al teatro e accedendo ad una formazione che sa non essere soltanto professionale: straordinaria la scena con la lezione di Jouvet a Colette-Salomè sul personaggio di Elvira nel Don Giovanni di Molière. Subito dopo ecco entrare in scena Giorgia Tomasi, che raccoglie il testimone della vita di Colette quando siamo nel 1940: in piena seconda guerra mondiale. Inizia la sua relazione con lo scrittore Henri Thomas che sposerà tra mille contraddizioni che la condurranno alla follia dolorosa e al ricovero nell’ospedale psichiatrico di Caen. Di lì a pochi anni sarà proprio Henri Thomas a favorire l’incontro di Colette con Artaud, l’ultimo e decisivo della sua vita: da non perdere l’interpretazione di Colette-Giorgia del testo artaudiano “Alienare l’attore” all’esposizione alla Galerie Pierre.

In “Voglio solo cercare…” si segnalano infine le creazioni video di Paolo Lauri, le musiche originali di Alessio Rinaldi, le scene e costumi di Sissi Abbondanza, le luci di Teresa Palminiello e i suoni magicamente sparsi nello spazio a cura di Francesco Lascialfari.

 

All’indomani della chiusura del Festival Storie differenti i Chille arrivano a Taormina Arte dove presentano domenica 18 settembre ore 20.30 – per l’evento di chiusura del prestigioso Festival – la terza creazione-novità del magico settembre 2022: “Il mondo è una unità. Si voglia o non si voglia”: uno spettacolo tra Franco Basaglia e Antonio Gramsci.

“Il mondo” sarà poi il momento di maggior rilievo de La periferia al centro che i Chille propongono all’interno di ’Autunno fiorentino, progetto del Comune di Firenze nel percorso MIC, finanziato dai fondi del D.M. della Cultura del 24.02.2022 n. 73 – “Sostegno di attività di spettacolo dal vivo nelle aree periferiche delle città metropolitane”.

La periferia al centro è in collaborazione anche con i Quartieri 2 e 4 del Comune di Firenze, Casa spa,  Biblioteca Luzi e BiblioteCa Nova.

La replica fiorentina de “Il mondo” – giovedì 22 settembre ore 21 – si svolgerà all’aperto in via Canova, in dialogo con il murale di Jorit che ha dipinto il volto di Gramsci sulla facciata di un immobile popolare di Casa spa. Spettatori privilegiati saranno perciò proprio gli abitanti di quel palazzo…invitati ad un confronto con le idee e la storia della persona il cui volto vedono quotidianamente, uscendo di casa.

Il “il mondo è una unità…” Antonio Gramsci e Franco Basaglia danno vita ad un singolare dialogo a distanza che, a partire dalle parole dal carcere, attraversa l’esperienza basagliana di superamento dei manicomi e di ritrovamento della centralità della Persona, arrivando ai nostri giorni.

Il titolo è tratto dai Quaderni dal carcere di Gramsci e precisamente da Passato e presente: “Lo studio degli avvenimenti che assumono il nome di crisi e che si prolungano (…) sino ad oggi dovrà attirare speciale attenzione. Occorrerà combattere chiunque voglia di questi avvenimenti dare una definizione unica, o che è lo stesso, trovare una causa o un’origine unica. Si tratta di un processo che ha molte manifestazioni e in cui cause ed effetti si complicano e si accavallano. Semplificare significa snaturare e falsificare.  (…)  Il mondo è una unità, si voglia o non si voglia.” A Basaglia è affidata la riflessione finale: “Se non c'è reciprocità non c'è libertà fra due persone. Il problema diventa come cambiare questo tipo di relazione. Penso che possiamo cambiarla nel momento in cui capiamo ciò che determina questa relazione di potere. (…)  Quello che mettiamo in discussione è un problema, una contraddizione ben precisa, la contraddizione fra SAPERE E POTERE”.

“Il mondo è una unità” vive come emozionante racconto sulla libertà in cui parole gramsciane e del suo universo femminile (in scena con Gramsci, la madre, Giulia e Tatiana Schucht) incontrano parole basagliane (Conferenze brasiliane) a sottolineare, in una contaminazione con musiche ed immagini, la necessità della libertà. Claudio Ascoli, regista in scena, mette in moto un dialogo tra piccoli universi - gli attori agiscono su pedane separate – in cui “vivono” Rosario Terrone (Antonio Gramsci), Sissi Abbondanza (sua madre), Chiara Zavattaro (Giulia Schucht, sua moglie), Sara Sicuro (Tatiana Schucht, fedele confidente e compagna degli anni di carcere), Paolo Cingolani (corpo recluso di Gramsci) e Matteo Pecorini (Franco Basaglia).  Anche per questo spettacolo le luci sono a cura di Teresa Palminiello con suoni di Francesco Lascialfari; video e foto di Cristina Giaquinta.

 

Sul magico settembre dei Chille…info e prenotazioni per telefono/whatsapp al 335 6270739, con mail a info@chille.it. Ulteriori notizie sono su www.chille.it.