I Chille de la balanza, storica compagnia del teatro di ricerca italiano da oltre vent’anni residenti a San Salvi nell’ex-città manicomio di Firenze, sono nell’Autunno fiorentino, proposto da Comune di Firenze/Ministero della cultura per valorizzare il patrimonio culturale delle periferie con eventi e iniziative formative. Il progetto dei Chille si intitola “La Periferia al Centro”. Ha l’obiettivo esplicito di presentare e raccontare Gramsci a chi lo vede ogni giorno (Via Canova, 25 immobile popolare con il volto di Gramsci nel murale di Jorit) e non solo a loro, svelando – dalle Periferie – il filo rosso che lega il suo pensiero a quelli di Basaglia e Pasolini.
Così Claudio Ascoli, direttore artistico della compagnia, presenta il progetto: “Mettere ‘la periferia al centro’ è da tempo la missione di noi Chille. San Salvi, nostra storica residenza teatrale, fu città negata in quanto sede del manicomio e poi periferia abbandonata dal punto di vista culturale più che territoriale. Periferia al centro si realizzerà in due Quartieri: il Q2, Campo di Marte, dove si trova San Salvi e la Biblioteca Luzi, il Q4, Isolotto, storicamente collegato all’ex-manicomio fiorentino (molti lavoratori licenziati dal Pignone, furono assunti a San Salvi, contribuendo in prima persona al superamento del manicomio fiorentino), e la sua BiblioteCaNova. Nel 2020 iniziammo un percorso di ricerca per mettere in relazione Gramsci con Basaglia, casualmente in concomitanza con la realizzazione del murale di Jorit con il volto di Gramsci sulla facciata di un immobile popolare di Casa spa in via Canova. Ne nacque un primo studio presentato al FestivalFilosofia 2021 di Modena, che proporremo come spettacolo – “Il mondo è una unità” - domenica 18 settembre a TaorminaArte. Quest’anno poi la nostra ricerca ha nuovamente incontrato, nel centenario della nascita, Pasolini e le sue “Le ceneri di Gramsci”. Da tutto ciò nasce l’idea di un percorso - Q4 e Q2 - le cui energie di partenza siano da un lato la relazione tra il murale e lo spettacolo su Gramsci e Basaglia raccontato proprio a chi abita lì e non solo a loro, e dall’altro Pasolini/Le ceneri di Gramsci, da far vivere a San Salvi e nel Q2 nello spettacolo “E’ un brusìo la vita”. Abbiamo perciò pensato di articolare un percorso di Incontri, Laboratori e Festa tutti ad ingresso libero, che affianchi serate di spettacoli (spesso in luoghi da attrezzare) con ingresso al costo “simbolico” di 1 €. Ad apertura del progetto, realizzeremo nel Q4 azioni teatrali di presentazione degli spettacoli porta a porta, incontrando chi abita in Via Canova e dintorni, destinatari privilegiati dei nostri spettacoli. Nel Q2 costruiremo una Festa per i 10 anni della Biblioteca Luzi, che partirà da una Caccia al tesoro intitolata ‘Pazza idea di fare un libro con te’: persone da 0 a 90 anni sono invitate a raccogliere informazioni, interviste, aneddoti sul loro quartiere per…costruire un libro da portare alla Biblioteca Luzi nella Festa/spettacolo per i 10 anni della Biblioteca, venerdì 30 settembre ore 18. Il primo appuntamento per definire i gruppi di partecipanti alla Caccia al tesoro è per lunedì 26 settembre alle ore 17 alla Biblioteca Luzi. Ad ottobre, in chiusura del progetto, realizzeremo altri momenti di Laboratorio in entrambi i Quartieri”.
Ora qualche parola sugli spettacoli.
Ne “Il mondo è una unità…” – che sarà in Via Canova giovedì 22 settembre alle ore 21 - Antonio Gramsci e Franco Basaglia danno vita ad un singolare dialogo a distanza che, a partire dalle parole dal carcere, attraversa l’esperienza basagliana di superamento dei manicomi e di ritrovamento della centralità della Persona, arrivando ai nostri giorni. Il titolo è tratto dai Quaderni dal carcere di Gramsci e precisamente da Passato e presente: “Lo studio degli avvenimenti che assumono il nome di crisi e che si prolungano (…) sino ad oggi dovrà attirare speciale attenzione. Occorrerà combattere chiunque voglia di questi avvenimenti dare una definizione unica, o che è lo stesso, trovare una causa o un’origine unica. Si tratta di un processo che ha molte manifestazioni e in cui cause ed effetti si complicano e si accavallano. Semplificare significa snaturare e falsificare. (…) Il mondo è una unità, si voglia o non si voglia.” A Basaglia è affidata la riflessione finale: “Se non c'è reciprocità non c'è libertà fra due persone. Il problema diventa come cambiare questo tipo di relazione. Penso che possiamo cambiarla nel momento in cui capiamo ciò che determina questa relazione di potere. (…) Quello che mettiamo in discussione è un problema, una contraddizione ben precisa, la contraddizione fra SAPERE E POTERE”.
Lo spettacolo dei Chille vive come emozionante racconto sulla libertà in cui parole gramsciane e del suo universo femminile (in scena con Gramsci, la madre, Giulia e Tatiana Schucht) incontrano parole basagliane (Conferenze brasiliane) a sottolineare, in una contaminazione con musiche ed immagini, la necessità della libertà. Claudio Ascoli, regista in scena, mette in moto un dialogo tra piccoli universi - gli attori agiscono su pedane separate – in cui “vivono” Rosario Terrone (Antonio Gramsci), Sissi Abbondanza (sua madre), Chiara Zavattaro (Giulia Schucht, sua moglie), Linda Vinattieri (Tatiana Schucht, fedele confidente e compagna degli anni di carcere), Paolo Cingolani (corpo recluso di Gramsci) e Matteo Pecorini (Franco Basaglia).
“E’ un brusìo la vita”, dichiarato omaggio dei Chille nell’anno centenario della nascita di Pasolini, sarà proposto a San Salvi dal 27 al 29 settembre ore 21. Il titolo è preso dall’ultimo capoverso del poema pasoliniano “Le ceneri di Gramsci”. E’ un brusìo intende far dialogare aspetti meno noti, ma non meno significativi dell’opera pasoliniana, affiancando immagini da un breve film quasi fiabesco, “La terra vista dalla luna”, al suo poema forse più noto: “Le ceneri di Gramsci.” Né sono tralasciate le poesie giovanili friulane, messe in canzone da Massimiliano Larocca, accompagnato da Martina Weber alla viola da gamba. Lo spettacolo si chiude con l’ultima intervista rilasciata a Furio Colombo il pomeriggio di quel 1° novembre 1975, poche ore prima dell’omicidio, e che Pasolini volle intitolare “Siamo tutti in pericolo“. Sarà Claudio Ascoli a far rivivere quelle tragiche, profetiche: “Chiudere, nel mio linguaggio vuol dire cambiare. Cambiare però in modo tanto drastico e disperato quanto drastica e disperata è la situazione. Io ascolto i politici con le loro formulette, tutti i politici e divento pazzo. Non sanno di che Paese stanno parlando, sono lontani come la Luna. E i letterati. E i sociologi. E gli esperti di tutti i generi”.
Ancora qualche parola su “Le ceneri”, poema recitato da Rosario Terrone in relazione con la creazione video sul cimitero acattolico di Roma di Marco Triarico e gli interventi di danza di Salvatore Nocera. Il poeta si trova appunto davanti alla tomba di Gramsci e dialoga con le sue spoglie. Descrive un maggio autunnale, che sembra rappresentare “il grigiore del mondo”, differente da “quel maggio italiano che alla vita aggiungeva almeno ardore”. Tutto questo conduce, dopo la dichiarata necessità della passione dei sensi e per la vita, alla malinconica descrizione finale del quartiere operaio Testaccio. Qui Pasolini, osservatore di questo mondo e non partecipe delle gioie dei ragazzi, ne constata l’inevitabile declino: Ma io, con il cuore cosciente di chi soltanto nella storia ha vita, potrò mai più con pura passione operare, se so che la nostra storia è finita?
Per entrambi gli spettacoli, le luci sono a cura di Teresa Palminiello con suoni di Francesco Lascialfari; video e foto di Cristina Giaquinta.
Informazioni e prenotazioni: tel./whatsapp 335 6270739 – mail info@chille.it