Antonio Meucci, nato nel 1808 nel quartiere di San Frediano, è uno dei molti fiorentini che, esportando il loro ingegno, hanno contribuito a rendere grande l’immagine di Firenze nel mondo.
Antonio Meucci era molte cose: sperimentatore ingegnoso e visionario, amante delle donne arrestato due volte per amore, studente all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, macchinista teatrale alla Pergola, carbonaro, scenografo al Teatro Nazionale di Cuba, imprenditore a New York, amico e socio di Garibaldi, nemico giurato di Alexander Graham Bell, ma soprattutto è l’inventore del telefono.
L’11 giugno 2002, a 113 anni dalla morte, Antonio Meucci è stato, finalmente, riconosciuto ufficialmente primo vero inventore del telefono dal Congresso degli Stati Uniti, che ha annullato il brevetto a nome di Alexander Graham Bell. A 20 anni da quella data, per celebrare questo riconoscimento, Riccardo Rombi scrive per gli attori di Cantiere Obraz un testo sulla vita di Meucci, vero genio fiorentino.
In occasione della Festa della Toscana, e con il supporto della Regione Toscana, lo spettacolo si arricchisce di iniziative come laboratori e eventi perfomativi, legati alla figura del grande inventore che intendono riflettere sull’importanza del comunicare e sulla libertà di espressione oggi, dedicati sia ai più piccoli che al pubblico adulto, Il laboratorio “Il Telettrofono": sperimentazione tra teatro e scienza sulla comunicazione, che si svolgerà nelle giornate del 14 e 15 febbraio 2023 dopo lo spettacolo e coinvolgerà i ragazzi in una indagine più approfondita del funzionamento del telefono, a cura di Thomas Harris.
Un intervento di riflessione e racconto sulla storia di Meucci verrà poi portato anche all’interno del Centro Diurno Ferretti della Diaconia Valdese Fiorentina, a cura di Paolo Ciotti.
Infine con “LIBERA-MENTE: storie di primati, scoperte e genialità”, il 15 febbraio alle 18.00 nel foyer del Teatro di Cestello, in collaborazione con Acli Firenze, gli allievi del corso avanzato della Scuola di Cantiere Obraz, interpreteranno alcuni “geni” che hanno fatto grandi scoperte nel corso della storia, ma mai riconosciute. Con la regia di Paolo Ciotti e Alessandra Comanducci, in scena Patricia Bettini in Nettie Maria Stevens, Riccardo Bettini in Vincenzo Tiberio, Isabella Brilli in Mileva Maríc, Margherita Cocco in Williamina Patton Fleming, Sara Epifani in Trotula de Ruggiero, Maurizio Gori in Alfred Russel Wallace, Liviana Fantoni in Augusta Ada Byron Contessa di Lovelace, Alessandra Mancarella in Rosalind Franklin, Dario Ragazzini e con la partecipazione di Enrico Falqui.
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