Il cuore della trentesima edizione del Festival Fabbrica Europa - nella danza, nella musica, nelle arti performative e nel loro intersecarsi - vuole essere un richiamo all'essenzialità della terra. Non nella sua oggettività, ma in una sorta di sogno creativo, nel guardare a quelle forze generative che la abitano oltre il tempo e la storia, oltre gli stereotipi e i pregiudizi. Un tracciato trasversale è rappresentato da presenze femminili visionarie, protagoniste sulla scena con la potenza, la profondità e la spiritualità delle figure archetipiche o con l’intensità del segno sociale, politico e culturale più attuale. Dall’8 settembre al 12 ottobre 2023, il percorso del festival affonda nei linguaggi della contemporaneità da immaginare come una visione dalle radici forti ma con uno sguardo rivolto al futuro. In particolare, sarà un momento per riflettere sull’attuale condizione delle arti performative grazie alla presenza di grandi maestri e di nuovi talenti del panorama nazionale e internazionale. Artisti che attraverso linguaggi multidisciplinari compositi, ibridi, raccontando dell’oggi fragilità e sfide ed evocano identità, ritualità e segni del passato che aiutano a mettere in discussione il presente.
LE ANTICIPAZIONI
Progetti, spettacoli, concerti, performance, creazioni site specific, incontri, workshop abiteranno spazi carichi di suggestioni e teatri del territorio pensati e immaginati per ogni proposta artistica, in una geografia diffusa che unisce centro e periferie: PARC Performing Arts Research Centre, Manifattura Tabacchi, Facoltà di Agraria, Museo Novecento, Palazzina Reale di Santa Maria Novella, Teatro Goldoni, Teatro Cantiere Florida, La Compagnia, Tenax, Murate Art District.
Apre il Festival un nome di spicco del panorama internazionale, Romeo Castellucci. La sua ultima creazione, Domani, nella sua oscurità, trama con un potenziale mitico riattivato da fusioni e innesti. Nello sguardo perturbante della performer - la brasiliana Ana Lucia Barbosa, imponente per l’altezza fuori scala, piedi nudi e lunghi capelli neri zuppi d’acqua - è convocato il topos della chiaroveggenza, facoltà divinatoria ricevuta in dote con la cecità e condizione da cui si prende parola in nome del futuro. Domani è allora una figura del tempo incapace di elaborare il trauma, di fare i conti con la nuova cosmologia che ha messo in crisi l’andamento progressivo della freccia del tempo. La cesura del presente è l’unico intervallo saturabile. (8>10/09, Palazzina Reale di S.M. Novella)
Un’artista che ha fatto dell’attivismo uno degli elementi centrali del suo lavoro è Elle Sofe Sara, coreografa, regista e filmmaker norvegese di origine Sami. Le sue creazioni sono legate alla realtà sociale, politica e culturale di questo popolo indigeno - che vive tra Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia e che ancora oggi mantiene un profondo legame con la terra - ma raccontano anche le sfide del mondo contemporaneo. La sua ricerca multidisciplinare, così legata alla memoria e alla saggezza degli antenati, è incentrata sul senso di comunità, sulle migrazioni, sul nomadismo, sull’importanza della salvaguardia dell’ambiente. Vástáduseana /The answer is land affonda le radici in tematiche antiche e ancestrali ma anche assolutamente attuali e forse più urgenti. La pièce è un omaggio a tutte le persone che resistono là dove c'è ingiustizia. Verso se stessi, gli altri, la terra. Un omaggio a tutti coloro che si impegnano a rendere il mondo un posto migliore. (14/09)
Una straordinaria esplosione di energia fisica e creativa è quella espressa dalla giovane bailaora e coreografa spagnola Rocío Molina, Leone d’Argento alla Biennale Danza di Venezia 2022. Le sue creazioni, eventi scenici che non temono l’incontro con altre discipline e altri artisti, sono di una potenza innata. Fondono il flamenco tradizionale con gli stili della danza moderna e con improvvisazioni che ne caratterizzano un linguaggio personale autenticamente nuovo, unendo virtuosismo tecnico, ricerca contemporanea e rischio intellettuale. In Al Fondo Riela (Lo Otro del Uno) Molina, accompagnata da due chitarristi (Eduardo Trassierra, armonia e complessità tecnica, e Yerai Cortés, intuizione e naturalezza), vestita di nero balla farrucas, seguiriyas, bulerías, soleás, in una lotta costante con la propria immagine, con Lo Otro de Uno (L'Altro), che la costringe a scendere nel profondo di tutte le sue paure. Vanità, ambizione, orgoglio, solitudine... ma una luce tremolante pulsa alla fine dell’interminabile soleá, il colore si insinua di nuovo nell’oscurità. La liberazione, la Vuelta al Uno (Ritorno al Sé), è vicina. (Teatro Goldoni, 12/10)
Un’arte in qualche modo militante è anche quella di un altro dei protagonisti internazionali di questa edizione, il francese Jérôme Bel, autore di coreografie che esplorano il grado zero della danza, diventando esplicite dichiarazioni a favore della democratizzazione di questa forma di espressione, e che sollevanouna riflessione sulla pratica performativa e sulla questione dell’interprete come individuo. La sua serie di ritratti di danzatori - a cui appartiene la pièce in programma al Festival, Isadora Duncan, tributo a una figura femminile iconica- si avvicina alla danza attraverso la storia di chi la fa, mettendo in risalto, in una creazione dall’impianto coreografico, la parola parlata, e imponendo la questione della singolarità in scena. La critica formale e istituzionale assume qui i contorni di una decostruzione attraverso il discorso, in un gesto sovversivo che radicalizza il rapporto con la coreografia. (La Compagnia, 9,10/09)
Kutu nasce dall'incontro ad Addis Abeba del violinista e improvvisatore francese Théo Ceccaldi con le voci potenti delle due cantanti etiopi Hewan G/Wold & Haleluya T/Tsadik. Un viaggio nel cuore delle notti febbrili dell’Africa underground dove la gioventù si è impadronita della musica tribale verso un motto di libertà. Tra le poesie politiche e femministe di oggi, tra le raccolte di ritmi etiopi, Ceccaldi immagina una performance dove si intrecciano improvvisazione, slanci vocali ed energia rock, il tutto sorretto da un ritmo vitale e contagioso. (Manifattura Tabacchi, 15/09)
S.H.A.M.A.N.E.S. è l’ultima creazione, introspettiva e al contempo universale, della compositrice, batterista e cantante francese Anne Paceo. Un viaggio senza tempo e profondamente umano dedicato alle pratiche animiste diffuse in tante culture del mondo da tempi ancestrali, da quando gli esseri umani hanno cercato una forma di contatto tra la realtà e l’invisibile. Un’immersione tra voci, suoni, ritmi che traggono ispirazione dall’energia dei tamburi e dei canti sacri che da introspettivi risplendono in una performance corale rivolta al mondo attuale. (Teatro Cantiere Florida, 5/10)
Il tunisino Dhafer Youssef è all’avanguardia di una corrente di musica contemporanea che getta un ponte tra le influenze orientali e occidentali. Considerato il più creativo suonatore di oud di oggi, nel corso della sua carriera ventennale Dhafer ha pubblicato dieci album che mostrano la sua musicalità e la sua capacità di trascendere i generi tra jazz, elettronica e world fusion. L’ultimo album, Streets of Minarets,è uscito nel gennaio 2023. “Questo disco - afferma Dhafer - è un viaggio nel tempo con un ponte tra il bambino che ero, amante della musica e ammiratore dei grandi maestri come Miles, Herbie e Dave, e l'individuo adulto che sono diventato. Un ponte tra il jazz degli anni Cinquanta e la sua versione più rock degli anni Ottanta. Volevo dimostrare di essere un musicista in perenne movimento, evitando di essere etichettato come kitsch o esotico”. A Fabbrica Europa Dhafer condivide il palco con il chitarrista norvegese Eivind Aarset. (Teatro Cantiere Florida, 6/10)
Ima, il titolo della creazione di Sofia Nappi, giovane coreografa italiana con un percorso internazionale, in giapponese indica “il momento presente” mentre in aramaico ed ebraico significa “madre” nella sua accezione di rinascita e rinnovamento. Ima, un quintetto, è stato immaginato durante il periodo del distanziamento sociale, momento in cui l’autrice e i suoi danzatori della Compagnia Komoro si sono ritrovati soli nella propria vera casa: il corpo. Una condizione che ha permesso di percepire che tutto, dentro e intorno, non si è fermato, ma è in continuo divenire e che la danza può trasformarsi in interconnessione universale. (Teatro Cantiere Florida, 7,8/10)
Daniela Pes è una giovane musicista e cantautrice sarda nata nel cuore della Gallura. La sua voce e la sua musica sfuggono alle classificazioni e ai contenitori predeterminati. Dal talento multiforme, Pes è immersa nel flusso della musica, come cantante, strumentista, musicista elettronica. Dello scorso aprile è il primo album, Spira, prodotto da Iosonouncane, lavoro che traccia la sintesi delle sue molte vite musicali, arricchite da riconoscimenti e premi, tra gli altri, la recente Targa Tenco 2023 come Miglior Opera Prima. (Palazzina Reale di S.M. Novella, 22/09)
Lorenzo Senni è un compositore e artista multidisciplinare. Dopo studi musicologici a Bologna, ha iniziato ad approfondire i meccanismi della dance music e di alcune sue correnti trance, hardstyle, hard-trance, e altri fenomeni della rave culture anni ’90. Partendo da questi interessi, inizia a comporre, esibirsi e incidere, maturando un approccio analitico e decostruzionista. Nei suoi pezzi troviamo forme illuminate di musica sperimentale, noise e abstract computer music sviluppate attorno a una sua versione di tensione emozionale e teatralità. (Tenax, 28/09)
Fabbrica Europa da sempre sostiene e supporta le nuove generazioni di autori della scena contemporanea. Tre sono le coproduzioni da segnalare in questa edizione del Festival:
Il coreografo Francesco Marilungo presenta un nuovo lavoro creato per cinque danzatrici. Stuporosa parte da uno studio delle tradizioni legate alla figura della “lamentatrice” e all’istituto del pianto funebre, un patrimonio di parole, gesti e suoni che media la trasfigurazione simbolica della morte umana. Lo spettacolo investiga anche le dinamiche di potere che intercorrono tra individuo e società all’interno di un contesto rituale. (Museo Novecento, 16,17/09)
Welcome to my funeral è la nuova creazione che il coreografo belga Brandon Lagaert (ha lavorato in diverse produzioni di Peeping Tom, compagnia tra le più visionarie e all’avanguardia del panorama mondiale) sta costruendo per i danzatori di Equilibrio Dinamico Dance Company. La performance si focalizza sui confini, sempre più sfumati, fra mondo reale e virtuale, indagando come la tecnologia sta cambiando completamente le modalità con cui interagiamo con gli altri e con il mondo che ci circonda. (Teatro Cantiere Florida, 24/09)
Beat Forward è la creazione che i coreografi Igor Urzelai e Moreno Solinas, Igor x Moreno, hanno ideato e sviluppato insieme ai danzatori di Collettivo Mine. Presentata al Festival 2022 in forma di studio, torna ora nella sua versione compiuta. Una celebrazione del piacere di ballare ma anche una ricerca su come ci identifichiamo e relazioniamo, su come ci riconosciamo o meno negli altri, e su come siamo in grado di proiettare immagini molteplici di noi stessi. (Tenax, 27/09)
Mappe del Nuovo Mondo è una piattaforma dedicata alla nuova scena performativa nazionale in cui vengono mostrati processi ed esiti creativi di giovani coreografi che si misurano con il linguaggio del corpo, le nuove tecnologie e l’interazione con il pubblico grazie a percorsi di ricerca, pratiche di sperimentazione e formati site specific.
Per maggiori informazioni: www.fabbricaeuropa.net