La Fondazione Teatro della Toscana annuncia le proprie attività a partire dalla stagione 2024/2025 del Teatro della Pergola. Le opere in programma sono scelte per il loro valore creativo e per la capacità di dialogare con temi e questioni attuali, contribuendo a formare un mosaico di stili, visioni e poetiche che rispecchino le tante anime e le diverse sensibilità del pubblico. Il panorama è quello del miglior teatro italiano e internazionale.
Su questa linea, il primo spettacolo dal 4 al 6 ottobre 2024 che prelude all’apertura è rappresentato dal De profundis di Wilde, l'opera che permette di riconoscere l'uomo e lo scrittore, affrontata da un Maestro, Glauco Mauri, che ha legato il suo nome alla Pergola come Casa della Poesia, in un allestimento particolare con il pubblico accolto direttamente sul palcoscenico. È dedicato a una grande attrice come Eleonora Duse, nel centenario della morte, lo spettacolo in collaborazione con il Lyceum Club Internazionale di Firenze, accompagnato anche da una mostra, con Susanna Marcomeni per la regia di Antonio Frazzi.
La Pergola apre e chiude nel segno di Eduardo, celebrando il quarantesimo anniversario dalla sua scomparsa con, in apertura, Ditegli sempre di sì con i giovani Mario Autore, Anna Ferraioli Ravel, Domenico Pinelli, quest’ultimo anche regista e, in chiusura, con Emmanuel De-Marcy Mota, che mette in scena con la troupe del Théâtre de la Ville La grande magia, una visione francese del testo di De Filippo che debutta in Italia nell’ambito del partenariato tra Firenze e Parigi, nel quadro degli Chantiers d’Europe. Nell’ambito dei rapporti tra la Pergola e Onassis Stegi di Atene, Euripides Laskaridis torna dopo Elenit a presentare con Lapis Lazuli un suo nuovo mondo accattivante, fiabesco ed enigmatico.
Sonia Bergamasco nella Locandiera di Goldoni diretta da Antonio Latella, Toni Servillo in Tre modi per non morire di Montesano, Stefano Massini nel suo Mein Kampf da Hitler, Filippo Timi nel suo Amleto da Shakespeare, Manuel Agnelli in Lazarus di Bowie e Walsh diretto da Valter Malosti, Alessandro Benvenuti con Falstaff a Windsor di Chiti da Shakespeare, Alessandro Preziosi e Nando Paone in Aspettando Re Lear di Mattei da Shakespeare e Beckett, interpretano opere polifoniche di straordinaria efficacia, drammaturgie contemporanee che affrontano classici universali.
Gabriele Lavia e Federica Di Martino in Lungo viaggio verso la notte di O’Neill, Renato Carpentieri in Sarabanda di Bergman diretto da Roberto Andò, Franco Branciaroli in Sior Todero Brontolon di Goldoni diretto da Paolo Valerio, Mariangela D’Abbraccio nello Zoo di vetro di Williams diretta da Pier Luigi Pizzi, Luca Barbareschi in November di Mamet diretto da Chiara Noschese, sono grandi interpreti per grandi testi, attraverso cui la Pergola diventa uno spazio di dialogo, in perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.
Michele Placido nel suo Pirandello – Trilogia di un visionario, Geppy Gleijeses nel Fu Mattia Pascal di Pirandello diretto da Marco Tullio Giordana, Neri Marcorè nella Buona novella da De André diretto da Giorgio Gallione, Massimo Dapporto, Fabio Troiano in Pirandello pulp di Erba diretti da Gioele Dix, Enrico Guarneri, Nadia De Luca nella Storia di una Capinera di Verga diretti da Guglielmo Ferro e, nel Saloncino ‘Paolo Poli’, gli Amori rubati di Dacia Maraini e Federica Di Martino, Edoardo Sylos Labini negli Inimitabili di Crespi, al debutto il 19 giugno in Senato, nel Cortile di Sant’Ivo alla Sapienza, rappresentano la valorizzazione del repertorio italiano in chiave moderna.
Rocco Papaleo nell’Ispettore generale di Gogol diretto da Leo Muscato, Flavio Insinna, Giulia Fiume in Gente di facili costumi di Marino e Manfredi diretti da Luca Manfredi, Magnifica Presenza di Ferzan Ozpetek, Francesco Pannofino in Chi è io? di Angelo Longoni, anche attraverso il riso e la comicità, parlano in modo diretto con il pubblico.
Il Teatro Era consolida la fisionomia di “casa del fare teatrale”, con la nascita delle nuove creazioni di artisti come Rocco Papaleo per il Cirano di Santeramo, Stefano Massini, Daniele Finzi Pasca, e spettacoli che avranno una circuitazione tra la Pergola e il Teatro Era, nell’ottica di un consolidamento del ponte regionale tra Firenze e Pontedera. Un impegno radicato nella Valdera che, al contempo, si apre con un respiro nazionale.
Il Teatro di Rifredi si conferma nel ruolo di centro culturale che, prioritariamente attraverso le creazioni di Angelo Savelli, fa della ricerca sulla drammaturgia e sul sostegno alle nuove generazioni il suo impegno, come dimostra la nuova edizione, già da tutto esaurito, di Walking thérapie, in partenza il 3 giugno.
L’Ex Cinema Goldoni continua l’attività di sperimentazione e confronto con il pubblico degli allievi della Scuola L’Oltrarno diretta da Pierfrancesco Favino, che mantiene un respiro internazionale, allievi che debuttano il 4 giugno nella prima assoluta di Tagli di Fausto Paravidino.
Gli spettacoli sono scoperta e incontro. Le sale della Fondazione sono il luogo di partenza e “il mezzo di trasporto”, attraversate anche da un progetto di formazione del pubblico. La destinazione è il viaggio, personale e collettivo, nel tempo e nello spazio dell’emozione. E il 17 luglio, grazie alla collaborazione con Antico Teatro Pagliano e Teatro di Fiesole, gli abbonati del Teatro della Toscana avranno la formidabile opportunità di assistere, a prezzi agevolati, al concerto a Fiesole di Dana Al Fardan, ambasciatrice culturale della Qatar Philharmonic Orchestra (QPO) e uno dei principali talenti creativi pionieristici sia della sua generazione che del mondo arabo.
Nella complessità del momento presente in cui le istanze del contemporaneo si palesano con la forza dei giovani, delle periferie, dei mondi marginali, di un ‘nuovo’ che non si è in grado di immaginare, perché non può rientrare nelle categorie di pensiero attuali, si possono solo creare le condizioni perché questo ‘nuovo’ si realizzi nel futuro più prossimo possibile, perché quello che è stato fatto è inesorabile, non si può fermare, ha la forza della verità, fa parte di un mondo dei sogni che si fanno realtà del presente.
Nel fondamento del partenariato con il Théâtre de la Ville di Parigi, con la condivisone dei valori di prospettiva sul ruolo del teatro nel XXI secolo, la consapevolezza acquisita è che per garantirsi un futuro il Teatro debba affrontare i grandi temi e debba uscire dai confini del suo edificio. In questo senso si sviluppa la rete della “Piazza dei Teatri”, ovvero di una serie di soggetti interessati all’intervento dell’arte nello spazio urbano. I Teatri escono da sé per invadere le piazze urbane. Da Parigi e Firenze il progetto si è allargato all’Africa (il Camerun con l’Istituto Francese e la Fondation MAM, il Ruanda con Rwanda Arts Initiative, la Tunisia col Teatro Nazionale), alla Romania con il Festival di Sibiu, al Kosovo con Qendra Multimedia e Jeton Neziraj.
Attorno alle Consultazioni Poetiche nasce un’altra rete che, oltre alle nazioni citate, include anche l’Ivan Franko National Drama Theater di Kiev: Italia, Francia, Romania, Kosovo e Ucraina hanno presentato un grande progetto europeo per sviluppare la dimensione del welfare legata alle Consultazioni poetiche. Altro aspetto del partenariato è quello legato al rapporto arte-sport, in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024 e anche di quelle di Los Angeles del 2028. Le prime due realizzazioni in partnership sono il Ping Pong Poesia e il Tennis Teatro.
Tutto questo nel quadro dei valori condivisi su Arte e Scienze, Arte e Salute, Cultura e Ambiente, Educazione e Formazione, Pari opportunità e Identità di genere, Sport, tematiche e valori alla base della comune Carta 18-XXI dedicata ai “nuovi maggiorenni del millennio” che si è confermata negli anni la mappa del viaggio.
Di fronte alle sfide del contemporaneo, l’idea di un “teatro del mondo che verrà” si pone concretamente, proiettandolo in una dimensione ulteriore, realmente immaginativa di un futuro, ricostruendo i ponti ideali e i collegamenti che da tempi inimmaginabili connettono Firenze e l’Italia all’Europa.
E a proposito di visioni e ponti non possiamo non ricordare che l’iniziatore di questo lavoro, colui al quale si deve la realtà odierna soprattutto nella dimensione internazionale, ma non solo, è Maurizio Scaparro, grande Maestro per tutti noi dell’utopia, della proiezione nell’oltre, della costruzione di ponti inimmaginabili, dell’applicazione quotidiana della massima di Eliot: “solo chi rischia di andare troppo lontano avrà la possibilità di scoprire quanto lontano si possa arrivare”.
Sono finiti i Maestri, ma tutto nasce dall’ultimo Maestro che ci sia stato in Europa, il fondamento di sempre per il Teatro della Pergola prima e per il Teatro della Toscana poi: Orazio Costa, del quale il Centro di Avviamento all’Espressione rappresenta il punto di arrivo del lavoro sulla pedagogia teatrale e sullo studio dell’espressione della creatività e della comunicazione; un lavoro che ha impegnato tutta la sua vita, dalle prime esperienze come assistente di Jacques Copeau fondamentali per l’elaborazione della sua metodologia didattica, e poi attraverso gli anni di insegnamento all’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico” dove ha formato i più importanti attori della storia del teatro e del cinema italiano dal dopoguerra agli anni Novanta.
Un lavoro che oggi continua e riceve costante impulso grazie al successore diretto di Costa nel compito arduo ma entusiasmante di Direzione del Centro: Pier Paolo Pacini.
Oggi il Centro di Avviamento all’Espressione evidenzia in modo sempre più preciso il suo ruolo non soltanto di propulsione e diffusione del metodo mimico, ma soprattutto di centro di ricerca teso a superare il concetto classico di formazione, vero e proprio motore culturale delle attività della Fondazione.
Per maggiori informazioni: www.teatrodellatoscana.it