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giovedì 26 dicembre 2024
"14.610", la danza su rampa di Claudia Catarzi al CanGo - Cantieri Goldonetta di Firenze
12-10-2024
Sabato 12 ottobre, alle ore 19.00, e domenica 13 ottobre 2024, alle ore 17.00, Claudia Catarzi sarà protagonista della performance di danza "14.610" al CanGo - Cantieri Goldonetta di Firenze (via Santa Maria 25) per un nuovo appuntamento della rassegna "La Democrazia del corpo" di Virgilio Sieni.
"Un’astrazione, seppur molto concreta, di un tempo totalmente personale. Senza prendere ispirazione da niente che possa arrivare in salvo, senza appoggiarsi a rimandi di senso o storie già scritte - eccetto ciò che già, consciamente o inconsciamente, è parte acquisita dalla vita. Invece stare con ciò che resta, in una dimensione nuda, vulnerabile, forse inattraente. Eppure la cosa che ora mi interessa. L’irresistibile attrazione indistinta per il popolare e l’impopolare." Claudia Catarzi
In 14.610 Claudia Catarzi danza confrontandosi con una superficie ristretta e inclinata: una rampa di fronte alla quale il pubblico si posiziona. Su questo piano impervio costruisce una partitura di movimenti e gesti che nulla hanno di acrobatico. Anzi, in condizione di comprensibile vulnerabilità, il suo corpo è teso e scultoreo, la sua danza si definisce nel gesto e nell’esito trionfale dell’essere riuscita ad arrivare in cima a questa sorta di montagna dalla quale resta probabile il cadere.
Danzatrice e coreografa, Claudia Catarzi si forma all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Lavora con Sasha Waltz&Guests, CCNN/Ambra Senatore, Company Blu, Virgilio Sieni. Ha danzato per l’Ensemble di Micha Van Hoecke, Constanza Macras’ Dorky Park, ALDES/ Roberto Castello, Iztok Kovac’s En-Knap Group, Yasmeen Godder. È stata ospite della Batsheva Dance Company di Ohad Naharin. Parte integrante della sua attività sono l’improvvisazione e la composizione in tempo reale. Come improvvisatrice ha danzato tra gli altri con Julyen Hamilton, David Zambrano, Alessandro Certini. La sua poetica rielabora le esperienze in una miscela che vede il corpo reinterpretato in maniera plastica ma al contempo con un’accezione materica, scultorea.