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mercoledì 25 dicembre 2024

"La mite" di Dostoevskij con Beatrice Visibelli in scena al Laboratorio Puccini di Firenze

20-11-2024

Mercoledì 20 novembre 2024, alle ore 21.30, Beatrice Visibelli è la protagonista dello spettacolo "La mite" tratto dal racconto di Fëdor Dostoevskij per il suo 'Diario di uno scrittore', con adattamento e regia di Nicola Zavagli, al Laboratorio Puccini di Firenze, in via delle Cascine 41. Lo spettacolo, a ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria, fa parte del progetto RestArt! di Teatri d’Imbarco per l'Autunno Fiorentino 2024 del Comune di Firenze, finanziato dal bando Periferie del Ministero della Cultura - Direzione Generale Spettacolo. 

Beatrice Visibelli affronta il rapporto uomo/donna nel suo schema maledetto di vittima e carnefice. Ma per allontanarsi dalla cronaca (che inesorabile continua a denunciare lo stillicidio delle vittime) sceglie un monologo scritto dal più profondo indagatore dell'animo umano: Dostoevskij. Un monologo polifonico dove i pensieri diventano un flusso di parole che tentano ostinatamente di capire il perché di un rapporto dominato dal silenzio, usato come arma di potere e di tortura psicologica. E dove infine in un crescendo incalzante emerge il carattere tutt'altro che "mite" della giovane donna. "A volte sentivo per lei una tormentosa pietà, sebbene talora mi sorridesse proprio l'idea della sua umiliazione." Un capolavoro urgente per capire dal profondo il nostro tempo.

Ispirato a un caso di cronaca, questo lungo racconto è stato pubblicato dall’autore nel 1876, nel numero di novembre del suo Diario di uno scrittore a cadenza mensile. In Italia è arrivato per la prima volta nel 1919. “Immaginate un uomo la cui moglie, suicidatasi alcune ore prima gettandosi dalla finestra, sia stesa davanti a lui su un tavolo. L'uomo è sgomento e ancora non gli è riuscito di raccogliere i propri pensieri... Ecco, parla da solo, si racconta la vicenda, la chiarisce da se stesso". Così scrive Dostoevskij nel presentare l’opera ai lettori. L'uomo, quarantuno anni, ex capitano cacciato dal reggimento con l'accusa di viltà e ora titolare di un banco dei pegni, non è un inveterato criminale, ma come l’Uomo del sottosuolo è divorato dalla rabbia e dal rancore. Ha sposato una sedicenne di umili condizioni e la sua avidità senza scrupoli lo ha portato a considerare la moglie solo una sua proprietà. Il racconto restituisce con sconcertante realismo il suo soliloquio interiore che alla fine, tra contraddizioni, accuse rabbiose e false giustificazioni, lo avvicinerà, poco a poco, alla verità.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria via e-mail: info@teatridimbarco.it 

Per maggiori informazioni: www.teatridimbarco.it