Sabato 10 marzo 2018,
Villa Galileo, la dimora di Pian dei Giullari ad Arcetri in cui il grande scienziato fu confinato e trascorse gli ultimi anni della vita,
sarà aperta per due visite guidate, alle ore 15 e alle ore 16 (via Pian de’ Giullari, 42 Firenze). Nella Villa, che fa parte del Sistema museale dell’Università di Firenze, Galileo lavorò al
“Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” e completò Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze”
Le visite guidate a Villa Galileo si ripeteranno anche domenica 18 marzo.La villa è anche una testimonianza storica dell’importanza di Arcetri nello sviluppo della fisica ed è sede degli incontri scientifici che si svolgono nell’ambito de
“Il Colle di Galileo”, iniziativa nata dall’accordo tra Università di Firenze, Istituto Nazionale di Astrofisica, CNR e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
La Villa e il suo giardino raccontano ancora oggi gli studi scientifici, gli affetti familiari, le relazioni con gli allievi e la passione per le vigne di Galileo.
Galileo affittò la Villa nel 1631, spinto dalla figlia Virginia, monaca con il nome di Suor Maria Celeste, insieme alla sorella minore, nel monastero di San Matteo, distante appena 300 metri. Le figlie desideravano che il padre, ormai anziano, abitasse vicino e non dovesse, per visitarle, affrontare le due ore di viaggio in groppa a un mulo, necessarie per raggiungerle dalla villa di Bellosguardo dove abitava prima di trasferirsi al Gioiello. Qui, dalla finestra della stanza che scelse come studio, Galileo poteva vedere la vigna del convento delle sue figlie, la Verdea di Arcetri, che produceva il vino. Con lui viveva la domestica Piera che curava i lavori quotidiani seguendo gli ordini attenti di Virginia, che pur essendo monaca di clausura, gestiva dal convento gli aspetti pratici della vita del padre.
Dalla Villa partì, per la sua prima stampa nel 1632, il manoscritto del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, sequestrato dopo pochi mesi e ristampato successivamente in Olanda, e fra queste stesse mura, Galileo completò la sua ultima grande opera, i “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze”, pubblicata nel 1638 in Olanda quando Galileo era ormai divenuto completamente cieco.
La cecità non gli impedì di lavorare e molti collaboratori si alternarono al Gioiello per aiutarlo. Tra questi, Vincenzo Viviani e Evangelista Torricelli, discepoli e interlocutori di dotte discussioni scientifiche, che vissero al Gioiello con Galileo negli ultimi mesi di vita del Maestro. Galileo morì alla Villa l'8 gennaio 1642 e fu sepolto in una stanza secondaria a Santa Croce senza celebrazioni solenni.
Informazioni e prenotazioni allo 055 2756444;
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