Vengono da 20 Paesi europei ed extraeuropei i 73 partecipanti alla Scuola sulla Gestione del Rischio di Disastri, da oggi in svolgimento fino al 15 gennaio presso il Campus di Novoli, a cura del Centro per la Protezione Civile dell’Università degli Studi di Firenze.
L’iniziativa è dedicata alla formazione di scienziati e responsabili di politiche nel settore della riduzione del rischio di disastri, un'area strategica per il futuro dell'Europa, coerentemente alle politiche sviluppate dalle Nazioni Unite in questo settore.
Collaborano all’organizzazione della Scuola il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’International Network for Government Science Advice (INGSA), il Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione Europea e la Direzione Generale per la Protezione Civile Europea e l’Aiuto Umanitario (DG ECHO).
Alla conferenza di apertura partecipano il prorettore alla ricerca dell’Università di Firenze Marco Bindi, i direttori generali del JRC e della DG-ECHO della Commissione Europea Charlina Vitcheva e Johannes Luchner; previsti anche gli interventi del direttore del Dipartimento della Protezione Civile Agostino Miozzo e di Jaroslav Mysiak dell’Euro-Mediterranean Centre on Climate Change.
La tre giorni si concentrerà sugli strumenti e sugli approcci per informare il processo decisionale attraverso evidenze pratiche, basate su conoscenze scientifiche e politiche consolidate. In programma, inoltre, una tavola rotonda sull’affronto di queste tematiche nel mondo della scuola, moderata da Alessandra Zampieri, capo dell’unità disaster risk management del JRC, e una relazione di Fabio Castelli, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze, sui rischi ambientali nella città di Firenze, in particolare quello di alluvione. La prima giornata si concluderà con un gioco di ruolo su gestione del rischio e incertezza nell’età digitale.
Domani, martedì 14, e mercoledì 15 gennaio i partecipanti saranno divisi in otto masterclass dedicate a diversi aspetti della prevenzione e mitigazione dei rischi, della preparazione e della risposta alle emergenze e alla presentazione di casi di studio e buone pratiche.
Nel pomeriggio di domani è anche programmata una visita alla Basilica di Santa Croce guidata da Nicola Casagli, presidente del Centro per la Protezione civile dell’Università di Firenze, e organizzata insieme al Servizio valorizzazione del Patrimonio culturale dell’Opera di Santa Croce, istituzione che, nella fase post alluvione, è stata fortemente impegnata per l’organizzazione di un piano di messa in sicurezza delle opere in caso di emergenza.
Saranno evidenziati gli aspetti connessi al rischio di alluvione sul patrimonio culturale, oltre che i progetti e le iniziative per la messa in sicurezza del patrimonio culturale attuati dall'Opera negli ultimi anni, fra cui il meccanismo di sollevamento dell'Ultima Cena di Giorgio Vasari, azione che sarà possibile vedere dal vivo.
La protezione dell’opera - un simbolo dell’alluvione del 1966 la cui collocazione nel Cenacolo risale al 2016 dopo un lungo e complesso intervento di restauro - è garantita da un meccanismo progettato da Sertec sas e dalla struttura tecnica dell’Opera di Santa Croce, in collaborazione con GeoApp, spin off dell’Università di Firenze. In caso di emergenza una sola persona, comandando un sistema meccanico di contrappesi e carrucole, è in grado di provvedere a mettere in sicurezza la tavola: l’azione di sollevamento, che dura dai 9 agli 11 secondi, solleva l’opera del Vasari, dal peso di 600 chilogrammi, a 6 metri di altezza, quota che supera di un metro il battente dell’alluvione del 1966.
Per ulteriori informazioni: www.unifi.it