L'Università di Firenze mette a disposizione i propri spazi all'aperto per consentire ai musicisti del Conservatorio "Luigi Cherubini" di prepararsi in vista di nuovi appuntamenti stagionali nel rispetto delle normative in materia di sicurezza previste per la fase 2 di emergenza COVID-19. Lo prevede una convenzione tra le due istituzioni, frutto dell'accordo fra il rettore Luigi Dei e il presidente del Conservatorio Pasquale Maiorano.
Il primo atto di questa collaborazione si sostanzia
venerdì 26 giugno, nel
piccolo chiostro di Piazza Brunelleschi, dove l'Orchestra del Conservatorio – composta da una quarantina di elementi - terrà le prove nel corso del pomeriggio (dalle 14 alle 18).
Lo stesso accadrà il 3, il 10, il 15 e il 17 luglio con gli stessi orari. Negli spazi universitari, oltre alle Esercitazioni Orchestrali, si terranno inoltre le esercitazioni per il Corso di Musica di Insieme per Fiati.
L'Ateneo ha messo a disposizione del Conservatorio anche altri spazi all'aperto: la corte interna di Via della Pergola, il cortile del plesso di Via Capponi e il Giardino di San Clemente in Via Micheli.
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L'Università da sempre collabora con le altre istituzioni culturali nella consapevolezza che la sinergia costituisce un arricchimento per la comunità cittadina e l'intero territorio - ha affermato il rettore Luigi Dei -.
Per questo abbiamo accolto volentieri la richiesta avanzata dal Conservatorio Cherubini di poter utilizzare alcuni spazi universitari per le esercitazioni dei propri studenti, fortemente penalizzati nelle loro attività dall'emergenza sanitaria".
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L'opportunità di poter svolgere le esercitazioni, comprensive degli strumenti a fiato, in uno spazio all'aria aperta è stata una nostra idea fin dall' inizio dell' emergenza sanitaria – ha dichiarato il direttore del Conservatorio Paolo Zampini -.
E' stato il nostro Presidente, Pasquale Maiorano, a suggerire di rivolgerci al Rettore Luigi Dei, il quale si è reso immediatamente disponibile ad aiutarci. Possiamo evidenziare come, ancora una volta, con la sensibilità e il senso di cooperazione dimostrate dalle istituzioni di formazione, si possano attivare collaborazioni di grande respiro e valore didattico".
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