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mercoledì 25 dicembre 2024

Premio IN/Architettura al progetto di Ipostudio del Nuovo Museo degli Innocenti di Firenze

21-12-2020
Continua a fare incetta di riconoscimenti il progetto del Nuovo Museo degli Innocenti di Firenze firmato dagli architetti fiorentini di Ipostudio, il gruppo fondato nel 1984 da Lucia Celle, Roberto di Giulio, Carlo Terpolilli, Elisabetta Zanasi Gabrielli, a cui in seguito si associano Luca Belatti, Maria Giulia Bennicelli Pasqualis, Panfilo Cionci e Beatrice Turillazzi.

Dopo il premio Architettura Toscana del 2017, la candidatura al Big Mat /international Architecture Awards 2019 tra 14 finalisti di sette paesi europei ed il recente premio Regionale In/Arch 2020, il team fiorentino ha ricevuto il 18 dicembre 2020 il Premio nazionale IN/Architettura 2020 per la categoria Interventi di riqualificazione edilizia.

La giuria del Premio, presieduta dal filosofo Aldo Colonetti e composta da Domizia Mandolesi, Adolfo Guzzini, Andrea Margaritelli, Monica Alejandra Mellace, Cecilia Di Marzo e Carme Pinòs, ha conferito ad Ipostudio il riconoscimento con la seguente motivazione:

La Giuria ha apprezzato il coraggio di confrontarsi con forza con la storia, senza timori o remore. Il nuovo progetto affronta con grande qualità e con soluzioni innovative le complesse relazioni tra il manufatto di Brunelleschi, il patrimonio archivistico e storico-artistico e le attività connesse, raccogliendo le diverse funzioni in un unico organismo.

Gli spazi progettati sono contraddistinti da una chiara identità e riconoscibilità architettonica ed allo stesso tempo risultano perfettamente integrati ed in armonia con la struttura storica esistente.”

Come ha osservato Colonetti “I Premi Nazionali IN/Architettura sono un’esperienza unica non solo a livello nazionale, perché pensati da un intellettuale, visionario e pratico insieme, come Bruno Zevi, che considerava l’architettura come attività progettuale a tutto tondo, capace di trasformare e migliorare la società. Una visione illuministica, oggi ancora più attuale perché totalmente in controtendenza con un atteggiamento diffuso di carattere strumentale: ovvero una sorta di specializzazione progettuale al servizio del “particolare”, mentre l’architettura appartiene a un sapere che sta a fondamento della nostra vita, individuale e collettiva.”

In uno dei più difficili momenti per l’Italia parlare di Architettura e di qualità nelle opere pubbliche e private è un modo per lanciare uno sguardo oltre la crisi.

Valorizzare la qualità delle trasformazioni del territorio è la strategia per immaginare un rilancio del Paese, proponendo modelli progettuali nuovi, innovativi, efficienti, eredi della nostra storia, ricchi delle nostre migliori professionalità. Questi sono i punti cardine dei premi In/Arch dell’edizione 2020 che attuano un monitoraggio capillare dell’architettura italiana, promosso da In/Arch e ANCE in collaborazione con Archilovers.

Nella piattaforma di Archilovers sono giunte 1260 candidature e tra queste le idee progettuali di Ipostudio per il nuovo Museo degli innocenti hanno spiccato a tal punto da vedersi attributi ben due premi, quello regionale e quello nazionale.

Il nuovo Museo, allocato nel cuore della città storica ed inaugurato nel 2016, è stato oggetto di una monografia di Marco Mulazzani per i tipi di Electa intitolata L’ospedale degli Innocenti di Firenze. La fabbrica brunelleschiana, gli Innocenti dal Quattrocento al Novecento, il nuovo museo.

E’ un luogo molto amato Lo Spedale, primo brefotrofio laico nato grazie al lascito di Francesco Datini, per quel che rappresenta per Firenze ed il mondo. I visitatori nazionali ed internazionali ne apprezzano l’innovazione progettuale in perfetto dialogo con le preesistenze artistiche ed architettoniche.

Qui di seguito un estratto dallo scritto di Adolfo Natalini per il n.865 di Casabella

Attraverso un percorso labirintico ed affascinante il visitatore esperimenta l’integrazione delle diverse attività (istituto e museo) e dei diversi momenti di una lunghissima storia radicata nel passato e proiettata nel futuro. Il visitatore architetto conclude la visita con la felicità di una riscoperta di un edificio lungamente amato e con la soddisfazione di aver visto un difficile lavoro compiuto a regola d’arte, un lavoro che ha messo insieme sapienza e passione, dove le invenzioni, a differenza di ciò che succede troppo spesso, si esercitano solo là dove sono strettamente necessarie. Chiamare quest’opera dell’Ipostudio, un nome che è una antifrasi o una litote del mio antico Superstudio, “Museo degli innocenti” è riduttivo rispetto all’importanza del complesso. Ma anche Ipostudio si è dato un nome riduttivo, un nome, come scriveva Vittorio Savi, a «bassa pressione ideologica ma con una forte determinazione esecutiva».

Negli ultimi anni Ipostudio ha allargato il territorio ed i confini di lavoro vincendo due importanti concorsi internazionali, quello per l’ampliamento dell’Ospedale Civico di Lugano in corso di realizzazione e quello per il Micas (Malta International Contemporary Art Space) in fase di costruzione nel borgo settecentesco di Floriana; inoltre sta realizzando un nuovo insediamento urbano a Outapi in Namibia; infine, nel 2013 ha progettato e realizzato un Internaat-Casa accoglienza per bambini e adolescenti con handicap a Lommel, in Belgio, dopo aver vinto il concorso internazionale.

Mentre a Firenze a fine 2019 è stato completato il Campus Firenze, una nuova residenza studentesca nel quartiere di Careggi, nella zona nord della città.

Electa architettura su questo ultimo lavoro ha di recente pubblicato il volume Campus Firenze, un progetto di Ipostudio, a firma di Marco Mulazzani.

Sono in fase di realizzazione il Polo scolastico “La Città della scuola” a Sarno (Salerno), un insediamento produttivo e direzionale a Scandicci; la Scuola elementare Renato Fucini ad Albinia (Orbetello) e il restauro e ampliamento del Grand Hotel Milano a Brunate sul lago di Como.

Per ulteriori informazioni: www.ipostudio.it