Si chiama “Sangorache” ed è il marchio registrato dall’Università di Firenze per identificare la prima bevanda a base di amaranto coltivato in Italia utilizzando una varietà di questo pseudocereale selezionata dall’Ateneo fiorentino (foto in allegato). Si tratta del risultato di una sperimentazione promossa dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) sviluppata in collaborazione con un birrificio toscano.
Il marchio che contraddistingue la bevanda sarà presentato nell’ambito di un appuntamento aperto a operatori e tecnici del settore agricolo in programma martedì 7 giugno presso la Tenuta di Cesa di Terre regionali Toscane, dove la varietà di amaranto a seme nero (UNIFI-BlackRed) viene prodotta dopo essere stata appositamente selezionata dai ricercatori del DAGRI (Località Cesa, Via Cassia 147, Marciano della Chiana – Arezzo, ore 8.30).
“Il nome botanico della pianta è “Amaranthus cruentus” – spiega l’autore del marchio Paolo Casini del DAGRI (foto in allegato) – si riferisce a un alimento tipico dell’America Latina, mentre Sangorache – è il termine con il quale le popolazioni andine indicano l’amaranto senza riferirsi ad alcuna specifica varietà fra tante in cui è conosciuto lo pseudocereale”.
“La nascita del marchio “Sangorache”, il nono a finalità commerciale dell’Ateneo fiorentino, prende le mosse da un processo di innovazione e valorizzazione di conoscenze che sono state condivise a beneficio del territorio – sottolinea il prorettore ai rapporti con il territorio e con il mondo delle imprese Marco Pierini – e rappresenta per questo un esempio di grande interesse per il trasferimento tecnologico, una delle tre principali missioni universitarie, insieme alla didattica e all’attività di ricerca”.
All’incontro, che si aprirà con una visita ai campi sperimentali, interverranno alcuni studiosi dell’Ateneo fiorentino Paolo Casini illustrerà le attività svolte presso la Tenuta di Cesa su quinoa, amaranto e cece - “Le colture superfood in Toscana”. Interverranno anche il direttore del Dipartimento Simone Orlandini e i docenti Marco Napoli e Marco Nocentini.
La registrazione di “Sangorache” rappresenta un’ulteriore tappa dell’attività di ricerca ventennale svolta dal DAGRI presso il “Centro per il Collaudo ed il Trasferimento dell’Innovazione” di Cesa. Sempre qui, il gruppo di lavoro coordinato da Paolo Casini, ha messo a punto “Quipu” la prima varietà italiana di quinoa, protetta dall’Università di Firenze”.