Una farfalla che si temeva ormai scomparsa dai dintorni della città di Firenze è stata osservata durante un’attività di ricerca sulla biodiversità coordinata dall’Università di Firenze e condotta nel Parco Fluviale del Mugnone, situato tra il capoluogo toscano e Fiesole.
L'escursione, avvenuta il 29 aprile, ha coinvolto circa 70 volontari, tra studenti fiorentini del corso di laurea in Scienze Naturali e dipendenti di Baker Hughes, un'azienda di tecnologia al servizio dell’energia e dell’industria che progetta, produce e fornisce soluzioni tecnologiche all'avanguardia per clienti in tutto il mondo, e che in Italia opera tramite Nuovo Pignone, con la quale Unifi ha organizzato in sinergia l’iniziativa. È stata proprio una dipendente dell’azienda a individuare un esemplare di Zerynthia cassandra, bellissima farfalla protetta a livello europeo e non più segnalata da decenni nelle zone fiorentine.
Bioblitz, questo il nome dato all’escursione, è una delle quattro iniziative previste da URBeauty - Azioni di citizen science ed esperienza estetica diffusa per la conservazione della biodiversità urbana e peri-urbana: si tratta di uno dei progetti vincitori di Unifi Extra 2024, bando mirato a valorizzare le azioni dell’Ateneo in collaborazione con la comunità per lo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio.
“URBeauty intende individuare quali elementi di biodiversità siano andati perduti nell'area urbana e peri-urbana di Firenze” spiega Leonardo Dapporto, ricercatore in Zoologia e responsabile del progetto. “Facendo riferimento alle collezioni conservate nel Museo di Storia Naturale La Specola – prosegue – operiamo un confronto tra le farfalle presenti a Firenze cento anni fa con quelle che rinveniamo nelle nostre attività di citizen science, coinvolgendo gli stessi cittadini ‘sul campo’ nell’identificazione degli esemplari. Siamo rimasti molto sorpresi della presenza di Zerynthia cassandra, nonostante gli importanti cambiamenti determinati dall’urbanizzazione cittadina e dagli interventi sugli argini fluviali”.
“La presenza di questo insetto – aggiunge – potrebbe significare un deterioramento dell’ecosistema nell’ultimo secolo meno significativo di quello che avevamo previsto all’inizio del progetto. Adesso possiamo studiare le specificità dell’habitat in cui questo lepidottero vive e attivarci per proteggerlo”.
Le iniziative del progetto URBeauty analizzano anche l’incidenza del fattore estetico sugli interventi di conservazione di determinate specie, in particolare le farfalle.
“Ogni lepidottero gioca un ruolo importante nel mantenimento della biodiversità – conclude Dapporto – e sarebbe un errore privilegiare una specie solo perché è esteticamente più bella. Inoltre, abbiamo notato come negli interventi di salvaguardia di specie a rischio esistano ‘discriminazioni’: a differenza di quello che avviene per molti vertebrati, soprattutto mammiferi, non sono stati ancora predisposti adeguati progetti di tutela degli insetti”.
Per maggiori informazioni: www.unifi.it