L’attenzione sui temi delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e della complessa storia della frontiera adriatica nel Novecento non si è esaurita in Toscana con le consuete celebrazioni intorno al 10 Febbraio, ma prosegue grazie al progetto della Regione Toscana
“Sulle tracce della storia. Viaggio con il confine orientale” organizzato da ISGREC (Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea), che vede
protagonisti studenti di scuole gemellate della Toscana e dell’Istria.
Già nel febbraio scorso un gruppo di studenti della scuola italiana “Leonardo da Vinci” di Buie nell’Istria croata, accompagnato dalle docenti Erika Sporcić e Fiorella Biasiol, era stato ospite in Toscana per condividere con i coetanei toscani esperienze e attività dedicate alla conoscenza dei temi del “Giorno del Ricordo”: conferenze, momenti di riflessione, visite al Campo Profughi di Laterina, al Campo di internamento di Renicci e ai suoi archivi.
Docenti e studenti toscani e buiesi hanno anche passato una mattinata all’Istituto “Russell-Newton” di Scandicci, accolti dalla Dirigente Anna Maria Addabbo: mentre gli studenti assistevano alle lezioni nelle classi dell’Istituto, i docenti toscani e la dirigente scolastica hanno potuto ascoltare con interesse e curiosità il racconto della complessità dell’appartenenza alla comunità italiana in Croazia, dialogando con le docenti di Buie. Il programma della mattinata a scuola si è concluso con un intervento della poetessa Loredana Bogliun, coinvolta nel progetto, che ha letto le sue poesie sulle vicende legate all’esodo scritte in dialetto istrioto, a testimonianza delle complessità linguistiche e culturali nell’Istria attuale.
La fase istriana.Tra il 6 e il 9 marzo è stata invece la rappresentanza delle scuole della Toscana, con 10 studenti e 5 docenti di diverse province toscane, ad essere ospitata a Buie tra le famiglie degli studenti della minoranza italiana.Dopo un lungo viaggio durato 8 ore, i toscani al loro arrivo sono stati accolti nella scuola di Buie da un clima di calorosa ospitalità, arricchita da un buffet preparato con ricette tipiche istriane dagli studenti della sezione alberghiera della scuola. Insieme al preside della scuola Franko Gergorić, a presentare brevi ma efficaci saluti istituzionali c’erano Maurizio Tremul (presidente dell’Unione Italiana in Istria), Jessica Acquavita (vicepresidente della Regione Istriana), Giuseppina Rajko (Vice-Console Onorario d'Italia a Buie), Fabrizio Vižintin (sindaco della Città di Buie) e Vladimir Torbica (Assessore alla cultura della Regione Istriana). Nonostante i passaggi di due frontiere, tra Italia e Slovenia e poi tra Slovenia e Croazia, i ragazzi toscani hanno notato, e con un certo stupore, che tutti, dalle figure istituzionali ai docenti alle famiglie presenti ad accoglierli, parlano spontaneamente in un italiano non “da stranieri” ma piuttosto “da veneti”. La premurosa disponibilità e l’accogliente gentilezza delle famiglie istriane e della comunità italiana in Istria sono state gradite costanti in tutti i momenti del soggiorno, fino alla partenza del 9 marzo, la domenica alle 7.30 del mattino, quando docenti, famiglie e il preside Gergorić come cari amici sono venuti a salutarci e ad augurarci un buon viaggio.
Accompagnate da uno splendido anticipo di primavera, le due giornate successive del 7 e 8 marzo hanno seguito un ricco programma che ha permesso agli studenti sia buiesi sia toscani di osservare in modo critico la complessità delle vicende storiche e della realtà socioculturale dell’Istria: da una mattinata nella scuola italiana di Buie, per condividere le lezioni e riflettere sulla situazione scolastica della minoranza italiana in Istria e sul confronto dei diversi sistemi scolastici, alle visite al Centro Ricerche Storiche di Rovigno, alla città di Pola, con la sua monumentale Arena, e ai luoghi intorno a Trieste più significativi delle vicende della frontiera adriatica intorno alla seconda guerra mondiale.
Tra il sacrario ai caduti sloveni e l’area monumentale della foiba dove nel 2020 si erano dati la mano i presidenti delle Repubbliche italiana e slovena Mattarella e Pahor, la visita di Basovizza ha offerto agli studenti importanti spunti di riflessione. L’immagine iconica di quel segno di pace tra capi di stato, simbolo di un intento condiviso tra i due stati europei che hanno memorie tanto divise, si è rinnovata nel giovane gruppo italo-istriano: il rispetto dei diversi punti di vista nell’osservazione e nell’analisi dei fatti storici unito alla necessità di approfondire la conoscenza storica con spirito critico, aperto e senza pregiudizi, si presentano come il necessario punto di partenza per ogni ricerca della verità. Da questi presupposti, lo studio delle vicende legate al Giorno del Ricordo diventa “Laboratorio di contemporaneità”, come ha spesso affermato Raoul Pupo, uno tra i più lucidi e sensibili studiosi della storia della frontiera adriatica.
Le storie vissute e ciò che resta nel Centro di Raccolta Profughi di Padriciano, ben raccontati dalla guida che ha accompagnato il gruppo, hanno invece commosso alcuni studenti, che con la loro spontanea sensibilità si sono calati nella situazione in cui hanno vissuto, spesso per anni, i loro coetanei esuli ospitati nel centro: il viaggio in questo caso ha permesso di avvicinarsi emotivamente alle sofferenze di chi ha vissuto l’esperienza dell’esodo. Nel silenzio tetro della Risiera di San Sabba gli studenti hanno invece potuto conoscere l’orrore dell’eliminazione industrializzata di persone ridotte a categorie nei campi di sterminio.
Al termine del programma, il gruppo si è concesso la bellezza aristocratica e gentile di Trieste, il brio accogliente dei suoi caffè e del suo vivace centro cittadino attraversato da una affollata e rispettosa manifestazione contro la violenza sulle donne in occasione dell’8 marzo: anche questo ha potuto far riflettere gli studenti su quanto sia importante, per non rivivere gli orrori prodotti dall’odio e dalla guerra, una cultura di pace costruita sulla conoscenza e sul rispetto delle diversità.