Dal 28 al 31 maggio, prende il via il progetto Wild View con il primo workshop di fotografia nei boschi dell'Appennino: banco ottico, pellicola bianco e nero, camminate e vita da pionieri nei rifugi, sulle tracce di Alfred Stieglitz, Edward weston, Ansel Adams e Minor White. Camminare e fotografare la mattina, sviluppare in camera oscura da campo il pomeriggio, incluso relax e chiacchierate di fotografia attorno al fuoco la sera per una full immersion nella vita selvaggia di montagna a totale contatto con la natura, isolati dal mondo esterno.
Wild: selvaggio, a contatto con la natura, carnale, primitivo, sensoriale, diretto, naturale, spoglio, essenziale, minimale, senza artifici, senza trucchi, tutto in presa diretta senza post produzione né computer. Per chi cerca un rapporto diretto occhio-fotocamera-soggetto-natura. Photoshop qui è bandito.
View: come vista, come vedere, come esperienza dell’occhio ma anche della mente, pensata, attenta, lenta e ponderata, l’opposto dello scattare a raffica, ragionata, calcolata. Se “slow food” è diventato sinonimo di qualità e ricercatezza nel mangiare, qui si addice il termine “slow photography”, come approccio meditativo ad una fotografia non più mordi e fuggi ma attenta, studiata, ragionata, consapevole.
Fotocamera a banco ottico, pellicola rigorosamente in bianco e nero, un obiettivo, un tempo di otturazione e diaframma e nient’altro guidati dai due fotografi Franco Guardascione e Michele Pero, affermati e di lunga esperienza sia sul campo che nell’insegnamento.
Per maggiori informazioni e iscrizioni: www.wildview.it/2016/05/05/arrivano-i-wild-view-photography-workshops/