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mercoledì 25 dicembre 2024

''Solar Orbiter'', anche la ricerca dell’Università di Firenze alla caccia dei misteri del Sole

24-05-2017

C’è anche la ricerca dell’Università di Firenze nella missione del Solar Orbiter, la sonda interplanetaria a caccia dei misteri del Sole, il cui lancio è previsto per il 2019 a cura dell’Agenzia spaziale europea (ESA) e della NASA.

Il gruppo di fisica solare e spaziale del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze ha contribuito alla realizzazione del coronografo Metis, strumentazione che permetterà di indagare la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, la corona, in continua espansione per la sua altissima temperatura (milioni di gradi) e frequentemente perturbata da gigantesche eruzioni di plasma.

 Metis - che è giunto in questi giorni a Stevenage (UK), presso Airbus Defence & Space, dove sarà integrato sulla sonda Solar Orbiter – è un successo nazionale: finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, è stato realizzato da un team scientifico composto dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), da ricercatori di alcuni atenei (oltre a Firenze, Torino, Milano, Padova, Napoli e Catania) e da un consorzio industriale formato dalla OHB Italia di Milano e da ThalesAlenia Space di Torino, in collaborazione con l'Istituto Max Planck per lo Studio del Sistema Solare (MPS) di Göttingen in Germania e l’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca.

 “Il coronografo Metis è un telescopio che crea un’eclisse artificiale, permettendo l’osservazione dell’emissione della corona solare che è milioni di volte meno intensa di quella del disco solare – spiega Marco Romoli, ricercatore UNIFI di Astrofisica -. Grazie ad un innovativo ed ingegnoso disegno ottico, Metis è il primo coronografo progettato per ottenere immagini della corona solare in luce visibile e ultravioletta. Le sue osservazioni saranno cruciali per arrivare finalmente a capire i meccanismi di innesco e accelerazione delle eruzioni solari, che causano violente perturbazioni nell’eliosfera, disturbando la magnetosfera terrestre fino a provocare le tempeste geomagnetiche”.