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venerdì 29 marzo 2024

Università di Firenze: inaugurazione dell'anno accademico 2015/2016 e sfide per il futuro

18-12-2015
"La stella polare per delineare l’Università ricostruita e rigenerata non può che essere quella di rimettere al centro di ogni nostro agire le studentesse e gli studenti": è con un vero e proprio appello che il neo Rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei è andato a inaugurare l’anno accademico 2015/2016 durante la cerimonia che, come ormai da tradizione, si è svolta nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio.

A sostenere e dare ulteriore vigore a questo appello, è stato il sindaco Dario Nardella che, nei suoi saluti di apertura, ha affermato quanto l’Università sia al centro del sistema del Paese e debba dare un nuovo ruolo ai giovani: "Gli studenti devono sempre più essere protagonisti attivi, non utenti passivi. I ragazzi all’Università non imparano solo le discipline - ha aggiunto - ma anche a crescere come cittadini e per questo le sfide che abbiamo davanti a noi, dobbiamo vincerle insieme".
Parole che non solo suggellano l’anno appena concluso, l’ultimo ad aver visto come rettore il professor Alberto Tesi, ma che danno qundi il via a nuove sfide, ad una "rivoluzione culturale" capace di ricostruire l’Università, partendo proprio da loro, dai ragazzi: "le studentesse e gli studenti sono il nostro sole, il fuoco attorno al quale ruota tutta la comunità universitaria – ha dichiarato il Rettore Dei - un astro che emana i raggi della sua prorompente vitalità e illumina, con la luce del futuro, non solo la nostra Accademia, ma anche l’intera città che li accoglie e ospita”. È stretto, infatti, strettissimo il legame tra l’Università e la città di Firenze: a darne prova, lo stesso fatto che la cerimonia venga ormai da anni ospitata nel suggestivo Salone dei Cinquecento: "La storia di questo Salone ben si addice alla missione universitaria, che si nutre di idee, pensiero, dialettica, spirito d’avventura imparentato a curiosità, lungimiranza e progresso". A confermare l’importante rapporto che lega l’Ateneo all’intera città è stato anche il sindaco Nardella: “L’Università di Firenze è il cuore culturale e scientifico della città: non solo luogo di formazione, ma anche di produzione civica di tutta la comunità”. Il sindaco ha poi proseguito, sostenendo quanto la vita universitaria incida enormemente su quella dell’intera città, in ogni settore: L’Università non è corpo avulso alla vita di Firenze - ha dichiarato - non vi è ambito strategico nel quale non abbia un ruolo, contribuendo al miglioramento della qualità di vita dei cittadini: dal settore sanitario, l’elemento più visibile, alla promozione economica, dalla progettazione urbana all’innovazione tecnologica”.

Parlando di università e formazione, inevitabile poi soffermarsi su una questione di grande importanza, ovvero il legame con l’inserimento nel mondo del lavoro: “L’Università è un luogo di formazione culturale e scientifica - ha affermato Nardella - ma da parte della società e dell’economia c’è anche tanta attesa, nei confronti della sua capacità di formare profili professionali che possano rapidamente essere inseriti nel mondo del lavoro”.
Questo e altro dovrà far parte di quella "rivoluzione" che l’Università di Firenze vuole lanciare e vivere nei prossimi anni: ma cosa si intende per "rivoluzione culturale"? E' il rettore Dei a spiegarlo: "Dobbiamo operare un cambiamento che consenta di far pervadere nella cittadinanza l’idea che investire nell’istruzione, nel diritto allo studio, nella ricerca, è una delle più fondamentali e strategiche azioni sociali – ha dichiarato - Il Paese ha estrema necessità di un’Università pubblica rivitalizzata, che valorizzi capitale umano ad alto valore aggiunto di conoscenza e sapere, affinchè ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico possano risultare il motore trainante per lo sviluppo”.

L’Università di Firenze farà la sua parte, perseguendo quelle che da sempre sono le sue missioni tradizionali, ossia didattica, ricerca e trasferimento delle conoscenze. Missioni che sono state portate avanti con successo anche nell’anno appena concluso, come dimostrato dal bilancio presentato dal Rettore nel corso della sua relazione: offerta formativa in crescita dopo sei anni (con l’attivazione anche di tre nuovi corsi di studio, per un totale di 128); immatricolazioni con tendenza al segno positivo; potenziamento dei servizi di orientamento rivolti agli studenti in ingresso, in itinere e in uscita; azioni concrete per l’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro; sostegno e promozione di iniziative d’impresa giovanili innovative. Oltre a quanto realizzato negli ultimi anni, il rettore Dei ha annunciato anche un investimento aggiuntivo per rilanciare la formazione dottorale con 1.800.000 euro nel triennio destinati alle borse di dottorato. A una didattica di elevata qualità non può che affiancarsi anche una ricerca scientifica di altissimo livello e quella in Ateneo ha ricevuto valutazioni positive, risultando capace di attrarre finanziamenti e di partecipare sia a programmi europei che a bandi nazionali. Un dato su tutti, per capire come la ricerca porti poi a innovazione e imprese: sono 39 gli spin off nati nell’Ateneo fiorentino, primo tra tutti quelli toscani (la Regione, nel 2014, è risultata la prima regione per numero complessivo di spin off universitari attivi). Non va dimenticato, infine, come tutte le attività svolte dall’Ateneo si inseriscano in un quadro sempre più internazionale: “In questa piccola città globale viviamo una realtà densa di istituzioni volte all’alta formazione - ha dichiarato il sindaco - non esistono altre città in Italia e forse in Europa che presentino tale densità. L’Ateneo non può che essere cuore di questa rete, capace di dialogare con ciascuna istituzione, con il Comune, con la collettività”. Le relazioni internazionali sono di fatti una priorità dell’Ateneo, già forte di quasi 300 accordi di cooperazione, dell’alta partecipazione ai programmi europei di ricerca, dell’offerta di corsi svolti in inglese: “L’Ateneo è assai più internazionale di quanto venga percepito – ha sottolineato Dei - il nostro obiettivo è da un lato mutare tale percezione e dall’altro potenziare il suo ruolo internazionale”.

Sfide importanti, quindi, che l’Università è pronta ad affrontare: “Appena insediato ho citato un proverbio giapponese: anche un viaggio di mille leghe inizia con un passo – ha ricordato il rettore – Andremo avanti tutti insieme per queste mille leghe, passo dopo passo, consapevoli che il lavoro sarà lungo, complesso e difficile, ma abbiamo dalla nostra una grande comunità. Il nostro valore aggiunto sono alcuni alti e nobili ideali che ci portiamo dentro e che vogliamo trasmettere ai nostri giovani: uno per tutti i lumi della ragione, come guida costante di ogni nostro agire”.

È con questo auspicio che il Rettore ha ufficialmente inaugurato il nuovo anno accademico, oltre che il proseguo di questo percorso di crescita. Non prima, però, di aver ascoltato quello che è stato adottato come inno per l’Università di Firenze: il finale della Ouverture Accademica di Johannes Brahms. Una scelta simbolica, un atto che identifichi e aggreghi attorno a un patrimonio comune di valori, per evocare “un sentimento che susciti in tutti noi uno scatto d’orgoglio, ma anche fervore, nuova vitalità e gioia nel nostro lavoro”.

di Alessandra Toni