L'autoimprenditorialità è il futuro, ma avere un'idea, anche la più innovativa, non basta. Soprattutto se si è giovani studenti o laureati. Bisogna avere le competenze e gli strumenti giusti per affrontare ogni step del proprio progetto d'impresa ed è a questo che serve farsi affiancare da chi, quelle competenze e quegli strumenti, può mettercele a disposizione, supportandoci nelle fasi più delicate dello sviluppo di una start-up. Ma chi sono questi soggetti e come trasformare un'idea innovativa in un'impresa di successo? Tutto questo,
giovedì 28 gennaio, è stato al centro de
"Il Design delle Idee", l'incontro dedicato a
innovazione,
trasferimento tecnologico,
realizzazione di imprese sul nostro territorio e che si è svolto nella sede del
Design Campus di Calenzano; location certamente non casuale, dal momento che qui si parla ogni giorno di idee e della loro realizzazione.
L'evento è stato organizzato dal
Centro di Servizi di Ateneo per la Valorizzazione della Ricerca e la gestione dell'Incubatore Universitario (CsaVRI), ma di cosa si occupa esattamente l'Incubatore Universitario Fiorentino (IUF)? Si tratta di una vera e propria
fucina imprenditoriale che dal 2010 promuove e aiuta la nascita di imprese ad alto tasso di innovazione e collegate alla ricerca universitaria, offrendo orientamento, tutoraggio e consulenza. Dall'idea all'impresa, quindi, dalle conoscenze acquisite nell'ambito dell'attività di ricerca allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi innovativi, capaci di soddisfare i bisogni reali della comunità. La giornata al Design Campus, realizzata anche in collaborazione con la
Fondazione per la ricerca e l'innovazione dell'Ateneo fiorentino, è stata l'opportunità per conoscere il ruolo sempre più rilevante svolto dall'Università di Firenze in sinergia con altri attori del territorio, ma soprattutto è stata l'occasione per vedere i frutti dell'intenso lavoro realizzato, ovvero i progetti imprenditoriali dei giovani che hanno intrapreso il loro percorso grazie all'Incubatore. La mattinata si è aperta con un momento di riflessione sul tema dell'imprenditorialità giovanile, sulle sfide che comporta aprire una start up, sul ruolo che devono svolgere istituzioni e imprese private: a parlarne, introdotti dal
prorettore Andrea Arnone, sono stati alcuni dei principali interlocutori del territorio che affiancano le azioni dell'Ateneo, ovvero
Elisa Nannicini, responsabile del settore "Ricerca industriale, innovazione, trasferimento tecnologico" della Regione Toscana;
Gabriele Gori, direttore generale dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze;
Valter Quercioli, presidente di Federmanager Toscana;
Silvio Sferruzza, responsabile del programma "FastWorks" in GE Oil & Gas. Ciò che è emerso dalla tavola rotonda è un territorio fertile, dove numerosi soggetti si impegnano concretamente per sostenere i giovani e far crescere le loro idee, perché
"non si innova mai da soli e nel deserto", come suggerito da Sferruzza.
Chi sono, però, questi giovani e quali idee innovative sono nate dall'Università di Firenze? Per conoscerle, la mattinata è poi proseguita con la parte più attesa dell'evento, ovvero le
presentazioni dei progetti imprenditoriali che hanno preso vita nell'Ateneo:
quattro minuti di pitch a progetto, quattro minuti per presentare la propria idea imprenditoriale nel modo più efficace, chiaro e convincente possibile. Protagonisti della prima sessione di pitching sono stati i nuovi progetti d'impresa ammessi all'
undicesimo ciclo di pre-incubazione, il percorso di formazione, consulenza e tutoraggio fornito dall'Incubatore. In questi sei anni, come ricordato dal prorettore Andrea Arnone, 113 progetti sono stati ammessi in pre-incubazione e hanno riguardato soprattutto le aree tecnologica e scientifica, sebbene anche le scienze sociali e l'area umanistica abbiano svolto un ruolo non trascurabile. All'appuntamento di Calenzano hanno quindi fatto il loro debutto otto nuovi team e idee
(Buk, Erlss, Genando, Labzeb, Orma, Paths, Unchained, Winecost) che si trovano attualmente nella primissima fase della validazione del loro progetto, in attesa di poter diventare veri spin off universitari.
Un salto già compiuto dai progetti che hanno animato la seconda sessione di pitching: i
sette spin off riconosciuti nel secondo semestre del 2015 dopo la fase di pre-incubazione, sette nuove aziende nate dalla ricerca svolta all'Ateneo. Qui il ventaglio di idee è veramente ampio e diversificato, ma sempre estremamente innovativo: siamo partiti da
Ebico che progetta, produce e commercializza programmi per la prevenzione e il contrasto di bullismo, cyberbullismo e comportamenti aggressivi a scuola (garantita una riduzione dei fenomeni dei 30-60%);
Laborplay, che promette di rivoluzionare il modo di cercare lavoro, accorciando la distanza tra domanda e offerta attraverso divertenti videogiochi per smartphone (i dati di gioco forniscono una valutazione su quelle competenze trasversali sempre più richieste dai recruiter);
iTem, che ha sviluppato un sistema di allerta valanghe, in tempo reale, basato sull'acustica infrasonica, sul campo d'onda prodotto da una valanga durante il suo movimento a valle;
Sisma, una società che realizza prodotti e servizi volti al recupero, restauro, documentazione digitale 2D e 3D del patrimonio culturale e paesaggistico;
Ecolgene, che propone la diagnosi di contaminazioni batteriche e fungine negli alimenti, ma anche servizi di genetica forense;
Geoapp, che realizza prodotti e servizi ad alto contenuto innovativo per la protezione e la sicurezza geologica dei cittadini, delle imprese e dell'ambiente;
iBioNet, che si occupa dello sviluppo delle energie rinnovabili e garantisce la sostenibilità ambientale e sociale.
L'ultima sessione di pitching è invece stata dedicata agli
otto progetti partecipanti alla
quarta edizione di Impresa Campus Unifi, un ulteriore strumento messo a disposizione dall'Ateneo per accompagnare i laureati verso la creazione di una start up e diffondere la cultura imprenditoriale nel mondo universitario. Si rivolge a laureandi, neolaureati, dottorandi, dottori di ricerca e assegnisti che abbiano un'idea impreditoriale legata a un prodotto o servizio innovativo: il progetto prevede una prima fase di training collettivo in aula per capire come trasformare un'idea in impresa, dopodiché i singoli gruppi vengono seguiti da un mentor che discute con loro il progetto, infine tutti i partecipanti si confrontano nel pitching finale davanti a una commissione che valuterà presentazioni e fattibilità delle idee, decretando quella più convincente. A vincere la quarta edizione di Impresa Campus è stato
Ecodream, di Alessio Baldi e Mihaela Badan: il progetto si basa sulla produzione di borse e accessori tramite l'utilizzo di materiale di recupero, ponendo particolare attenzione al design dell'oggetto. Come spiegato da Alessio, ciò che distingue Ecodream da alcuni competitors altrettanto attenti al tema dell'ecosostenibilità, è
"l'unione tra etica ed estetica, tra sensibilità verso l'ambiente e bellezza dell'oggetto": un'unione che la platea ha potuto constatare con i propri occhi, osservando una delle borse da loro realizzate (ci sono già otto punti vendita nel Centro Nord e possibilità di acquistarli online). Al secondo posto
Smart Plugs di Marco Somma e Francesco Grasso, che propone uno strumento capace di monitorare e controllare i consumi e il funzionamento dei nostri elettrodomestici rendendoli "smart": un'idea che vuole infondere consapevolezza sul risparmio energico e prevenire eventuali guasti o inefficienza dei nostri apparecchi elettrici. Il terzo classificato è invece
ST! Stay Tipical di Clarissa Olmi e Fernando Fanelli: una App dedicata ai turisti che visitano Firenze e vogliono vivere un viaggio emozionante in poco tempo, offrendo la possibilità di personalizzare il proprio itinerario sulla base delle proprie preferenze, con proposte particolari e innovative. Oltre ai tre primi classificati, in questa sessione di pitching abbiamo conosciuto altri interessanti progetti:
Asinaturalmente, attività di allevamento di asine in centro Italia per la realizzazione di cosmetici e prodotti lattiero-caseari (utili per neonati e intolleranti a lattosio);
Curadiretta.it, un applicativo web che mette in contatto domanda e offerta di servizi sanitari a domicilio;
BuonAbitare, servizio di mediazione sociale di comunità con lo slogan "Abitare bene, vivere meglio";
Easy Search, il "Google della bibliografia" che supporta chi conduce ricerche a livello universitario, rendendo fruibile l'offerta di risorse anche meno utilizzate e fornendo assistenza;
Farmit!, un box che contiene tutti i materiali per costruire un proprio orto domestico, così da incentivare la qualità della filiera corta.
Cosa accadrà a questi progetti? Riusciranno a essere competitivi al di fuori dell'Università? L'ultimo intevento de "Il Design delle Idee" ha voluto dare una risposta a queste domande, con la testimonianza di un
caso di successo nato proprio
da Impresa Campus, ovvero quello di
Funghi Espresso presentato da uno dei suoi fondatori
Antonio Di Giovanni. Un progetto innovativo, la "prima azienda agricola senza terra in Toscana", che ha risposto alla prima call di Impresa Campus Unifi proponendo di coltivare funghi dai fondi di caffè, trasformando così degli "scarti" in preziosa risorsa: partendo dall'Università, il progetto di "Funghi Espresso" è poi andato avanti riscuotendo ulteriori riconoscimenti e successi, come la partecipazione ad Expo 2015.
Per la metà di aprile sarà pubblicato il bando per partecipare al dodicesimo ciclo di pre-incubazione: se anche voi volete intraprendere questo percorso, seguendo le orme di Antonio e dei ragazzi protagonisti de "Il Design delle Idee", consultate il sito dell'Università di Firenze
www.unifi.itdi Alessandra Toni