Giornata storica per i
rapporti tra la comunità islamica e quella cristiana di tutta Italia: è stato siglato stamani in Palazzo Vecchio il
patto di cittadinanza tra il
sindaco Dario Nardella e
Izzedin Elzir,
Imam di Firenze e
Presidente dell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia (Ucoii).
Un patto nel segno del
dialogo, dell'
apertura, della
convivenza:
"Si tratta del primo caso in Italia - ha dichiarato Nardella -
è un accordo che impegna Amministrazione comunale e comunità islamica a compiere un passo in avanti in termini di trasparenza, apertura e disponibilità a confrontarsi, per arrichire la cultura degli altri con la propria". Voluto fortemente dal sindaco all'indomani degli attentati terroristici di Parigi, il patto è nato dalla volontà di
combattere la "paura dell'altro" con la
conoscenza reciproca, il fondamentalismo con la cultura e il rispetto:
"Dopo i fatti di Parigi chiamai Izzedin - ha ricordato Nardella -
e gli dissi che il passo più importante doveva essere compiuto da loro, per dimostrare di essere insieme a noi a combattere la guerra contro il terrorismo, l'odio e la violenza". Un appello subito raccolto dall'Imam di Firenze che a Palazzo Vecchio ha confermato l'importanza di questo patto:
"Di fronte alla situazione che stiamo vivendo, l'accordo vuole essere un atto di responsabilità nei confronti dei nostri concittadini - ha spiegato Elzir, ricordando come siano stati vissuti momenti particolarmente difficili in Italia (
"quasi peggio che in Francia") dopo i tragici fatti di Parigi -
Era necessario dare una risposta forte, un segno di tranquillità ai nostri concittadini. Dobbiamo comportarci come dei veri vigili del fuoco - ha proseguito l'Imam -
appena qualcuno prova ad accendere un fuoco, dobbiamo andare a spegnerlo". Una forte alleanza, quindi, nella lotta al terrorismo e al razzismo,
"che nasconde solo ignoranza - ha sottolineato ancora una volta Nardella -
perché quando non si conosce abbastanza, si ha paura e si teme per la propria incolumità".Punto di partenza dell'accordo è il
rispetto della Costituzione Italiana, la base per una convivenza civile:
"Il patto parte del riconoscimento dei valori stabiliti dalla nostra Carta, nella quale tutti ci riconosciamo", ha affermato il sindaco. I punti cardine dell'accordo sottoscritto, infatti, sono chiari:
sermone del venerdì in moschea da pronunciare non solo in arabo, ma anche
in italiano;
traduzione della lettura dei versetti del Corano;
apertura di una bacheca informativa presso i luoghi di preghiera, ovvero di uno sportello che vada a promuovere iniziative e servizi a Firenze, così da permettere alla città di essere presente, essere raccontata.
"I luoghi di culto devono essere aperti - hanno affermato sia Elzir che Nardella, il quale ha aggiunto come i musulmani fiorentini debbano sentirsi
"parte attiva della comunità e la stessa promozione della lingua italiana è un gesto di concreta volontà per non restare chiusi nel proprio cortile".
Il patto è nato qui, in una Firenze che si conferma ancora una volta città del dialogo, dell'accoglienza e dell'apertura, ma non va dimenticato come sia frutto di una
collaborazione maturata anche
con la città di Torino. Domani il sindaco e presidente nazionale di Anci Piero Fassino sottoscriverà un "patto di condivisione" con la rispettiva comunità islamica, ma il percorso non si concluderà qui: l'intento, come ricordato in conclusione dall'imam Elzir,
"è di portarlo in tutte le altre Regioni italiane, mettere in atto questo processo culturale dove crescere insieme, verso un futuro migliore".di Alessandra Toni