Il
"Circolo Vie Nuove" di Firenze, in collaborazione con il
"Forum per i Problemi della Pace e della Guerra" , presentano la
XVIII edizione del ciclo di incontri di geopolitica, quest'anno dedicato, a pochi giorni dall'insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, al tema dei due Occidenti, "Stati Uniti ed Europa: tra Egemonia e Declino".
Da lunedì 13 febbraio a lunedì 27 marzo 2017, sette appuntamenti a carattere seminariale, con alcuni dei più importanti studiosi in materia e docenti universitari, tra i quali ricordiamo Gianfranco Pasquino, Giuliana Laschi, Paolo Calzini, Matteo Villa (ogni lunedì sera alle ore 21.15 presso la sede del Circolo in Viale Donato Giannotti, 13 a Firenze).
Gli Stati Uniti saranno ridimensionati o cercheranno loro stessi di allinearsi sulle altre grandi potenze? Quali saranno le nuove relazioni con la Russia? La Brexit e le inevitabili conseguenze su Bruxelles; la sfida populista dei movimenti anti-sistema e le loro effettive analogie; un Europa in rapido cambiamento dove prevarrà l'idea di Unione o dove siamo destinati a vedere affermarsi progressivamente le singole identità? Tanto liberismo e poco welfare, in uno scenario globale sempre più denso di problematiche razziali di etnia e di religione, nel quale la nuova idea di economia sta mettendo in seria crisi il sistema delle sicurezze sociali. Queste solo alcune delle tematiche che verranno approfondite. L'incontro di esordio di lunedì 13 febbraio, dedicato alla realtà statunitense, "L'eccezionalismo americano nel sistema globale è finito?" ,sarà curato da Stefano Rizzo, già docente di relazioni internazionali per l'Università di Roma La Sapienza.
Il coordinamento scientifico dell'iniziativa, anche per questa edizione è stato curato dal recentemente scomparso Prof. Gian Paolo Calchi Novati (al quale d'ora in poi il ciclo di incontri verrà dedicato) e da Caterina Roggero, congiuntamente con il lavoro della commissione cultura del Circolo Vie Nuove e Alberto Tonini, docente per l'Università di Firenze di Storia delle relazioni internazionali e presidente del Forum.
IL PROGRAMMA nel dettaglio: Lunedì 13 febbraio 2017 - ore 21.15L’eccezionalismo americano nel sistema globale è finito?Stefano Rizzo (già docente di relazioni internazionali, Università di Roma La Sapienza)Dalla loro formazione gli Stati Uniti si sono presentati al mondo come un’eccezione. Neppure il “peccato originale” della schiavitù è bastato a offuscarlo. Repubblicani e democratici hanno gestito in modo diverso questo mito. Un po’ per le evoluzioni globali del sistema internazionale e un po’ per il “pensiero” che ha ispirato la campagna elettorale di Trump ci si chiede se gli Stati Uniti saranno ridimensionati o cercheranno loro stessi di allinearsi sulle altre grandi potenze.
Lunedì 20 febbraio 2017 - ore 21.15L’addio della Gran Bretagna, Unione europea al bivioGiuliana Laschi (Università di Bologna)La Brexit come semplificazione, per aver dato alla Gran Bretagna una collocazione forse più adatta alla sua vocazione internazionale, o come un primo inciampo nel processo di allargamento che l’Unione europea ha perseguito in tutto il suo percorso. Già nella stipula dei nuovi accordi fra Bruxelles e Londra si potrà intuire se l’Europa sceglierà malgrado tutto la via dell’ampiezza, a costo di perdere identità, o la via della specificità, magari senza necessariamente rimpiangere l’Europa carolingia.
Lunedì 27 febbraio 2017 - ore 21.15La sfida populista fra analogie e specificitàTommaso Nencioni (Istituto Rosselli) e Gianfranco Pasquino (Università di Bologna)Il populismo ha colpito per primo in America e si propone come alternativa anche nelle prossime elezioni in alcuni paesi europei decisivi come Francia e Inghilterra. Il precedente americano potrà avere qualche influenza? Sarà un incentivo per i movimenti anti-sistema o un deterrente? Gli stessi paesi dell’Europa orientale anticipano o imitano alcuni degli atteggiamenti che, con qualche improprietà vengono definiti “populisti”, ciascuno in effetti con proprie caratteristiche storiche e nazionali.
Lunedì 6 marzo 2017 - ore 21.15Stati Uniti-Russia, un rapporto speciale oltre la Guerra FreddaPaolo Calzini (Associate Fellow presso la Johns Hopkins University, Bologna)L’addio di Obama alla presidenza è stato fortemente segnato dai moniti lanciati all’Europa affinché non abbassi la guardia nei confronti della Russia di Putin. Non tutti i paesi europei condividono la “linea dura” delle sanzioni. Putin, dal canto suo, non sembra disposto a rinunciare alla vocazione “imperiale” della Russia. Il rapporto Usa-Russia potrebbe cambiare con la presidenza Trump ma la rivalità che – aspettando la Cina – riassume il confronto al vertice del sistema è destinata a condizionare la politica mondiale nell’immediato futuro se non altro in Europa orientale e nel Medio Oriente.
Lunedì 13 marzo 2017 - ore 21.15West versus Rest: la gestione delle crisi internazionali e gli interessinazionali delle due sponde dell’AtlanticoMatteo Villa (ISPI)Quando fu elaborata da Samuel Huntington la teoria del Clash of civilizations, lo schema proposto sembrava fare del resto del mondo un insieme di rivendicazioni volte a debellare o limitare i privilegi dell’Occidente. Gli eventi, soprattutto nel Medio oriente, hanno mostrato peraltro l’attitudine dell’Occidente a prendere iniziative, e persino a muovere guerra, per difendere posizioni che l’instabilità o l’estremismo rischiano di compromettere. A volte sono gli Stati Uniti ad avere l’iniziativa; altre volte, è l’Europa, in particolare la Francia, a tentare politiche di vera e propria “ricolonizzazione”. Non sempre, in effetti, gli interessi degli Stati europei e degli Stati Uniti coincidono.
Lunedì 20 marzo 2017 - ore 21.15All’origine della protesta: tanto liberismo poco welfareNicolò Bellanca (Università degli Studi di Firenze)Quale sia la spinta che mette di continuo in difficoltà l’establishment, considerato o corrotto o autoreferenziato già nel suo linguaggio oltre che nei suoi interessi, si basa su un vasto sentimento di scontento che è derivato dal progressivo logoramento del sistema di sicurezze sociali che anche i sistemi liberal-capitalisti avevano garantito a una larga parte della popolazione. Gli sconfitti della globalizzazione e della immigrazione faticano a trovare una rappresentazione politica
Lunedì 27 marzo 2017 - ore 21.15Società divise da identità, etnia, religioneGuido Viale (saggista e scrittore italiano, collaboratore de “La Repubblica” e “Il Manifesto”)Gli incidenti di tipo razziale che si sono moltiplicati negli ultimi tempi negli Stati Uniti e la difficile integrazione degli immigrati nei vari paesi europei hanno sicuramente accentuato le divisioni di società sempre più eterogenee non solo in termini economici, ma soprattutto in termini identitari, di valori e credenze. La politica è chiamata a una riconsiderazione dei suoi propri progetti da una evoluzione che sembra attentare o attenuare la matrice stessa dello “Stato nazionale”.