Da ora in poi Firenze potrà vantarsi di un'altra opera d'arte che va ad arricchire lo spessore culturale della città, volgendo lo sguardo oltre i propri confini e aprendo le porte a
Shamsia Hassani, street artist che si esprime nel difficile contesto di Kabul.
In Occasione della "
Giornata Europea della Giustizia", in programma il 25 Ottobre, la
Corte d'Appello di Firenze in collaborazione con il
Comune di Firenze e con "
Florence Biennale - Mostra internazionale di arte contemporanea", ha promosso l'iniziativa "
Kabul art project in Florence", mettendo a disposizione dell'artista uno spazio dove poter esprimere la propria arte.
Shamsia Hassani è nata nel 1988 a Teheran, in Iran, da genitori fuggiti dalla guerra civile, e si batte a colpi di colore per il riconoscimento dell'importanza del ruolo della donna nella società civile e nelle istituzioni.
I suoi graffiti, spesso realizzati nel difficile contesto di sofferenza e degradazione causata dalla guerra, esprimono i valori della pace e della solidarietà e urlano con forza la volontà di esprimere liberamente la creatività personale.
Ma ad urlare sono le sue opere, non i soggetti da lei ritratti: donne senza labbra che non possono parlare, la cui unica possibilità per spezzare il silenzio è attraverso la forza dei colori.
Forse è proprio per questo che le opere di Shamsia non sono esposte in gallerie ma realizzate per strada, dove chiunque può vederle, dove non è l'arte a raggiungere l'uomo ma l'uomo a raggiungere l'arte.
E Firenze non vuole privare nessuno della possibilità di ammirare l'arte di Shamsia Hassani, mettendole a disposizione il muro esterno dell'
ITI Leonardo da Vinci (Via del Terzolle,93), dove centinaia di ragazzi ogni giorno vi sfilerano davanti e potranno assaporare e assorbire il forte impatto emozianale trasmesso dal graffito.
Un graffito che raffigura una donna senza bocca e con gli occhi chiusi, sul cui vestito emerge con decisione l'immagine stilizzata dello skyline di Kabul.
Una delle sue mani è in realtà un pianoforte, uno strumento, afferma l'artista, che serve a dare un suono a ciò che la donna non può dire in altri modi.
Gli indici delle sue mani si congiungiungono dando vita ad una soffice luce, un'immagine che ricorda "La creazione di Adamo" e che lei ha descritto come un segno di speranza per il suo paese ("There is a light that is a sign of hope for my country").
A fare da protagonista sullo sfondo è una Firenze che si specchia sull'acqua.
Unendo in una singola opera realtà e culture differenti, Shamsia ha creato un dolce parallelismo tra due mondi distanti; ed è forse proprio l'arte, in quanto forma di espressione di tutti i popoli, che può far da ponte e colmare la lontananza, spezzando una volta per tutte il silenzio!
Shamsia Hassani spiega l'opera in una breve intervista:
https://youtu.be/MwSOVB3twaYInfo:
www.florencebiennale.org -
www.shamsiahassani.com Matteo Susini