Firenze celebra il 74° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Per spiegare il significato dell’11 agosto 1944 è sufficiente fissare nelle nostre menti queste parole con cui il 10 agosto 1945 venne motivato il conferimento alla nostra città della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
“Generosamente e tenacemente nelle operazioni militari che ne assicurarono la Liberazione, prodigò se stessa in ogni forma: resistendo impavida al prolungato, rabbioso bombardamento germanico, mutilata nelle persone e nelle insigni opere d'arte. Combattendo valorosa l'insidia dei franchi tiratori e dei soldati germanici. Contribuendo con ogni forza alla Resistenza e all'insurrezione: nel centro, sulle rive dell'Arno e del Mugnone, a Careggi, a Cercina e dovunque; donava il sangue dei suoi figli copiosamente perché un libero popolo potesse nuovamente esprimere se stesso in una libera nazione”.
Rileggendole, pur formulate in un linguaggio che oggi può apparire superato e arcaico, si resta sbalorditi e commossi dal riferimento a Firenze come se fosse una persona viva, in carne e ossa. E in effetti è proprio così perchè la città, ciascuna città, rappresenta qualcosa di più di un agglomerato urbano: è un corpo organico, è un organismo che possiede un’anima e un’identità. Per Firenze l’11 agosto 1944 costituisce una delle date che stanno a fondamento dell’una e dell’altra.
Gli eventi e le commemorazioni
Si inizia alle ore 7, con i rintocchi della Martinella, la campana di Palazzo Vecchio che dette via all’insurrezione e che da sempre scandisce i passaggi fondamentali nella storia della città.
Alle 8, davanti alla facciata di Palazzo Vecchio, viene deposta una corona di alloro alla lapide a ricordo della Liberazione di Firenze (il testo fu dettato da Piero Calamandrei).
Alle ore 9,45 in Piazza Santa Croce, è in programma una cerimonia solenne di fronte al monumento che ricorda i Caduti di tutte le guerre.
Alle ore 10,30, all’Arengario di Palazzo Vecchio, verranno pronunciati gli interventi istituzionali. Alle ore 20, presso l’Arengario, concerto della Filarmonica "F. Nucci" di Ponte Buggianese.
Cronaca di una giornata indimenticabile
Nel pomeriggio dell'8 agosto il comando militare della Resistenza ha già messo in stato d’allarme tutte le squadre d'azione perché da tanti segni si intuisce che i tedeschi si apprestano a lasciare la città mentre le truppe anglo-americane indugiano ancora a sud dell’Arno. Il segnale convenuto dell'insurrezione generale sarà il suono a martello del campanone di Palazzo Vecchio, la Martinella.
Nella notte tra il 10 e l’11 agosto i tedeschi iniziano a ritirarsi e alle 6,45 i rintocchi della Martinella chiamano alla lotta. L'insurrezione si accende dappertutto ma i partigiani non sono soli perché al loro fianco si ritrovano persone di ogni età e di ogni fascia sociale, pronte a partecipare in prima persona alla battaglia decisiva per la liberazione della città. Da sud arriva il grosso del contingente della Divisione Potente, che ha ricevuto il via libera alle 11 dal comando britannico con un fonogramma. I reparti partigiani guadano l’Arno attraverso la Pescaia di Santa Rosa e ingaggiano battaglia con la retroguardia tedesca, cominciando a stanare i franchi tiratori fascisti che dai tetti continuano a sparare e a uccidere. A sera, dopo alcuni intensi scontri pomeridiani nella zona di Rifredi, dove alcune squadre partigiane erano rimaste accerchiate, la città è sostanzialmente libera anche se alle prese con i tentativi di contrattacco tedeschi che il 15 agosto si spingeranno addirittura fino in piazza San Marco, praticamente in pieno centro.
I primi reparti alleati entreranno in città solo il giorno 13, fino ad attestarsi sulla linea del Mugnone.
Intanto, sin dai primi rintocchi della Martinella, il Comitato di Liberazione Nazionale si insedia a Palazzo Medici Riccardi, mentre a Palazzo Vecchio una giunta comunale, designata dal CLN, assume l'amministrazione della città. Il Sindaco è il socialista Gaetano Pieraccini (grande figura di medico e ricercatore nel campo delle patologie del lavoro), vicesindaci il comunista Renato Bitossi e il democristiano Adone Zoli.
Fonte: www.comune.fi.it