Dopo il successo dell’apertura della mostra “Ferite”di Maria Chiara Cecconi alla Robert F. Kennedy Human Rights Italia, in via Ghibellina a Firenze con la performance sonora di Andrea Baggio e l'attrice Sandra Garuglieri, prosegue il progetto ideato e curato dall’artista toscana, nel mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno, con il convegno scientifico che avrà luogo sabato 12 Ottobre presso la Sala Wanda Pasquini nel complesso de Le Murate che avrà inizio alle ore 17.00 con il seguente programma: dopo i saluti di Nicola Armentano, Teresita Mazzei, Gianni Amunni, Alexander Peirano, gli interventi di Giovanna Masala, Doralba Morrone, Paola Mantellini e le testimonianze di alcune pazienti, l’evento si concluderà nella Sala Elisabeth Chaplin con il Finissage della mostra.
“Il progetto “ferite” nasce - dice l'artista Maria Chiara Cecconi - da un mio bisogno e da ancestrale volontà di trasformare un’esperienza di intima sofferenza in un linguaggio che possa trovare occhi che vi si riconoscano. Dove il segno e la forma hanno la forza di curare l’indelebile cicatrice mostrando, come nella pratica kintsugi, che anche da un doloroso frantumarsi della vita si possa riparare la ferita arricchendola della capacità del racconto. La ferita/cicatrice che racconto parla del mio cancro al seno.” Un evento inedito che coniuga Arte, Sociale e Sanità - come sottolinea Laura Monaldi nel suo testo critico - unendo all’esposizione artistica di opere dedicate al delicato tema del tumore al seno anche un importante Convegno legato alla prevenzione e alla testimonianza vera e concreta di un dramma molto più che attuale. Il progetto di Maria Chiara Cecconi prende spunto dall’esperienza personale e si confronta con il mondo culturale e medico all’interno del disarmo sociale che il dramma del tumore al seno porta nell’intimo dell’universo femminile. L’evento è un punto di partenza per il dialogo e la sensibilizzazione; per un’operatività forte dell’Arte nel sociale, in quanto esperienza donata al mondo in tutta la sua forza evocativa e comunicativa; per una sfida al Nulla a cui l’artista non si arrende, tenendo sempre vivo in se stessa ciò che inevitabilmente l’annienta. Le opere grafiche e l’installazione site-specific, studiata per l’occasione dall’artista, suscitano nello spettatore la sensazione di trovarsi di fronte a una “vita” che si è liberata del “male” e che ha fatto del segno indelebile e immortale della cicatrice un inno resiliente del proprio ego. un’immersione plurisensoriale nel dramma e nella resistenza del corpo femminile all’oblio e all’annientamento dell’identità personale. Attraverso la sinestesia sensoriale la dicotomia innescata dal male si annulla, lasciando il posto a un futuro possibile che rinasce dalle ceneri delle carte mediche, ricordo indelebile e al tempo stesso soffio di vita."
Ingresso libero.
Per ulteriori informazioni: www.mariachiaracecconi.com/ferite