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venerdì 19 aprile 2024

Covid19: il racconto dell'esperienza di solidarietà dei giovani musulmani di Firenze

16-06-2020
Nel periodo più difficile legato all'emergenza sanitaria in corso, il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira ha accolto l'appello di aiuto lanciato dalla Comunità Islamica di Firenze e Toscana.

"Nei momenti difficili non dobbiamo agire separati, ma più uniti. Questa è la lezione che impariamo dalla crisi che ci impone il Covid19."
Con queste parole Mohamed Abou El Ela, studente fiorentino al quinto anno delle superiori, segretario della Comunità Islamica di Firenze e Toscana, inizia il racconto a Maurizio Certini del Centro La Pira dell’esperienza di solidarietà alla quale i giovani musulmani hanno dato vita, mettendosi a servizio di importanti realtà fiorentine per la distribuzione di pacchi alimentari e l’assistenza alle persone più indigenti.

"Di fronte alla situazione di emergenza che si è prodotta, al dolore di tante persone che hanno perso il lavoro, famiglie intere in difficoltà, studenti universitari privati della possibilità di sostenersi, non si poteva restare con le mani in mano. Forse possiamo dare poco, ma vogliamo dare tutto quello che per noi è possibile; anche un aiuto minimo può fare la differenza. Così, per organizzarci, noi del gruppo dei giovani ci siamo chiesti cosa fare, come farlo e con chi. Abbiamo preso contatti con chi conoscevamo bene e che avesse disponibilità di tempo e di mezzi per darci una mano, sia all’interno della Comunità islamica e della Moschea, sia fuori: amici universitari e persone adulte. Intorno a noi c’è stata subito tanta solidarietà. Altri si sono uniti, attraverso il passaparola, e adesso siamo un gruppo di circa 30. Chi si è messo a disposizione per confezionare pacchi alimentari, chi per accogliere le richieste, chi ha offerto la propria auto o il furgone per le consegne in varie zone della città metropolitana e così via. Di lavoro ce n’è tanto, perché i bisogni sono aumentati da due mesi a questa parte. All’inizio, a Firenze, compresa la provincia, avevamo 140 famiglie da sostenere, adesso sono 250 e in più ci sono almeno 50 studenti universitari a cui dare aiuto. Alcuni di loro si sono ritrovati improvvisamente soli e senza mezzi, non potendo svolgere i soliti piccoli lavori, come cameriere, portiere di notte ecc. Qualcuno si è rivolto a noi piangendo. Spesso ci chiedono solo un aiuto morale e occorre saper ascoltare.
Trovarsi da un giorno all’altro in solitudine, con la preoccupazione per le proprie famiglie lontane, in un altro Paese, non è facile..."

Come trovate gli aiuti?
"Anzitutto interviene la Comunità, con la generosità di molti membri. Inoltre, Caritas ci fornisce verdura fresca, interviene il Banco Alimentare, così Conad e adesso anche Coop attraverso Cuore si Scioglie. Anche il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, al quale siamo molto legati, si è reso presente perché le necessità sono molteplici."

So che fate volontariato in vari luoghi della città.
"Proprio perché è necessario non isolarci ciascuno nel proprio gruppo, noi giovani abbiamo preso contatto con la Misericordia, con la Croce Rossa e con Caritas per proporci come volontari: al centralino, per le consegne domiciliari, per aiutare nella distribuzione dei pranzi alle persone indigenti che si rivolgono alla mensa della Caritas, dove abbiamo fatto bellissime esperienze."

Diviene più faticoso, vivere il Ramadan in questo periodo di Covid, oppure questo tempo forte della dimensione religiosa vi aiuta?
"Uno degli aspetti importanti del Ramadan, insieme all’attenzione per la preghiera, è l’azione di amore verso gli altri, cercando di fare più bene possibile, anche per favorire relazioni buone tra le persone. Vivere il Ramadan in questo contesto difficile è una grande occasione per superare la pigrizia e fare il bene. Il Ramadan ha rappresentato una spinta in più per aumentare le buone azioni che dovremmo compiere sempre per costruire una società più giusta."

Tu di cosa di occupi in particolare?
"Ricevo le chiamate delle persone con le richieste che vanno organizzate e poi aiuto nella consegna dei pacchi. Mi sposto in bici e ti confesso che talvolta ho avuto qualche difficoltà, ma il guadagno finale con l’ideale religioso che mi sostiene scaccia tutta la fatica."

Per maggiori informazioni: https://centrointernazionalelapira.org/