Sempre più attenti, ricettivi e informati in tema di ambiente, risorse e sostenibilità. Questa
la foto dei giovani italiani emersa dall’analisi di un anno e mezzo di "Metti in circolo il cambiamento", il progetto sull’economia circolare dedicato proprio ai più giovani, che mira a educare la cittadinanza ad una maggiore responsabilità ambientale, co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e guidato dall’associazione di cooperazione internazionale LVIA in partenariato con Legambiente.
“L’impegno personale non è più in discussione – ha dichiarato Nicoletta Gorgerino, responsabile del progetto per LVIA –
i ragazzi che abbiamo incontrato, conosciuto e in molti casi anche formato, non hanno dubbi sull’importanza dei comportamenti da introdurre nelle scelte quotidiane e del ruolo che ognuno di noi può svolgere per contribuire alla salvaguardia del Pianeta e a un futuro più equo per tutti. Proprio i principi dell’economia circolare sembrano essere stati accolti e assimilati correttamente. Lo abbiamo verificato sul campo, con le loro idee di imprese green e attraverso un sondaggio che ha evidenziato una conoscenza diffusa e concreta delle nozioni base dell’economia circolare”.I primi risultati del sondaggio diffuso in maniera casuale a circa 200 persone e sottoposto ai 60 ragazzi e ragazze selezionati dal bando per la formazione di giovani interessati alla green e blue economy (provenienti da Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Sicilia)
sono confortanti: quasi il 100% degli intervistati (96,1%) riconosce correttamente il valore della raccolta differenziata (per conferire meno rifiuti in discarica, alimentare la formazione della materia prima seconda e quindi innescare i processi che daranno vita a nuovi oggetti).
Alla domanda “Quali prodotti non hanno un decreto End of waste” (norma giuridica che permette di trasformare un rifiuto in una nuova risorsa), ben il 52% risponde correttamente “eternit” (il 36,3% sceglie i PAP - Prodotti assorbenti per la persona, il 6% gli pneumatici, l’altro 6% il fresato d’asfalto).
Molto ottimisti coloro che pensano che esistano al mondo ben 15 impianti per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona (42,1%), mentre risponde correttamente il 21,9% che dice 1 solo (ed è in Italia).
Se poi ci aspettavamo dati postivi sull’importanza delle fonti energetiche rinnovabili (il 98,3% pensa siano necessarie per promuovere uno sviluppo sostenibile e diminuire le emissioni inquinanti) non era scontato che ben il 97,2% conoscesse il Biogas come fonte rinnovabile prodotta da scarti agricoli e frazione organica dei rifiuti domestici. Lo spreco alimentare preoccupa tutti ma solo il 39,1% sa che lo spreco di cibo in Italia ha un valore pari a oltre 15 miliardi di euro, mentre la maggioranza, pari al 54,2%, ha risposto “500 milioni di euro”.
“La generazione dei Friday for future è evidentemente sempre più sensibile ai temi ambientali, sensibilità che esprime soprattutto sui canali social, dove condivide contenuti informativi a tema, come abbiamo riscontrato nei numerosissimi incontri con le scuole secondarie in questi mesi di progetto. Solo la campagna dedicata ai “cittadini circolari” del progetto Metti in circolo il cambiamento, per esempio, con tre pillole video su scelte consapevoli, mobilità alternativa e raccolta differenziata, ha raggiunto in breve tempo, tra contatti e condivisioni, oltre 5mila persone – ha concluso Nicoletta Gorgerino –
, ma il dato interessante è che i principi di una economia differente, più equa e rispettosa della comunità umana e del Pianeta sono ormai ampiamente assimilati e ritenuti imprescindibili per un futuro di qualità”.Per maggiori informazioni:
www.legambiente.it C.D.B.