I detenuti preparano il cibo per i senzatetto. Succede a Firenze, grazie alle attività sociali dell'istituto Madonnina del Grappa, la storica struttura religiosa, con sede nel capoluogo toscano, che si occupa di servizi di accoglienza.
Nello specifico, quattro detenuti che scontano una pena alternativa a Casa Caciolle, una villa del Settecento dove si trovano i reclusi in uscita da Sollicciano, cucinano ogni sera in grandi quantità generi di prima necessità. Oltre trenta pasti al giorno nella cucina della struttura, con tanto di padelle e pentoloni, dove i reclusi si impegnano per aiutare chi si trova emarginato.
"Ogni volta che cuciniamo per i senzatetto della città – racconta uno di loro –
è come se fosse una terapia di redenzione che in qualche modo ci ricorda il nostro passato marginale e randagio, dove anche noi avremmo avuto bisogno di un pasto caldo".Ogni sera intorno alle 20, il cibo preparato dai detenuti viene prelevato dalla Protezione Civile, della Misericordia e dalla Croce Rossa, che poi portano immediatamente il cibo ai senza dimora che vivono all'addiaccio sul territorio fiorentino. "Pensare che attraverso il nostro lavoro di volontariato possiamo aiutare i più bisognosi per noi è come una rinascita" dicono all'unisono i reclusi che vivono a Casa Caciolle. Che poi aggiungono:
"In questo periodo di pandemia e sofferenza collettiva, essere partecipi di questo movimento di solidarietà è altrettanto importante per noi".Promotore del progetto, come detto, è la Madonnina del Grappa.
Spiega il presidente don Vincenzo Russo:
"I detenuti che escono dal carcere spesso si trovano in condizioni peggiori di quando sono entrati perché durante la permanenza in cella non sono stati realizzati progetti di recupero socio professionale. Noi, a Casa Caciolle, ospitiamo i detenuti a fine pena che scontano pene alternative e li seguiamo in un percorso di reinserimento nella società anche attraverso opere di volontariato".Per maggiori informazioni:
www.madonninadelgrappa.orgC.B.