La boxe come strumento educativo, per insegnare ad aprire la mente e creare amicizia. È il progetto lanciato dalle
educatrici di strada del Comune con i giovani del Quartiere 3. Venerdì 7 maggio 2021 l'assessore alle politiche giovanili
Cosimo Guccione e la presidente del Quartiere 3
Serena Perini li hanno incontrati in
piazza Elia Dalla Costa.
Con loro i tecnici Giorfano e Aida della palestra intitolata al giovane partigiano fiorentino Enrico “Gogo” Rigacci.
Le educatrici di strada propongono un percorso che muova da una consapevolezza: la mia forza e la mia rabbia, contro un mondo che mai come adesso appare ostile e indifferente, possono essere incanalate, non per distruggere, ma per creare sport, gruppo, amicizia.
L’esperimento non è nuovo e vanta precedenti ad ogni latitudine del mondo: dalle Vele di Scampia alle periferie milanesi, dagli slums di Nairobi ai ghetti di New York, passando dai niños de rua di Rio de Janeiro, questa metodologia pedagogica viene utilizzata trasversalmente a tutte le culture, soprattutto con ragazzi difficili, per storie familiari e percorsi devianti personali, o laddove i contesti sociali favoriscano, in assenza di aggregazioni positive, il formarsi di baby gangs dall’impatto disastroso, tanto sulla comunità quanto sui membri delle stesse gang.
Gli allenamenti si svolgeranno all’aperto nei luoghi elettivi di aggregazione dei ragazzi del Quartiere 3: piazza Dalla Costa, appunto, e la Pioppeta del Galluzzo dove sono già stati concordati allenamenti con piccoli gruppi tra i quattro e i sei giovani, misti maschi e femmine. L’allenamento individuale consiste in esercizi di riscaldamento e in una parte tecnica per l’apprendimento dei fondamentali della disciplina in modalità uno contro uno. La strumentazione viene messa a disposizione dagli allenatori.
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Si sta insieme ai propri amici - ha sottolineato l'
assessore Guccione -
praticando uno sport che insegna l'autocontrollo e la disciplina. La boxe può aiutare sin dall’età giovanile a riconoscere e gestire la propria aggressività, canalizzandola verso obiettivi costruttivi e per formare al meglio la loro personalità. Il pugilato non è uno sport violento come comunemente le persone pensano ma una disciplina completa che ti forma psicologicamente prima ancora che fisicamente e t’insegna ad avere rispetto dell’avversario riconoscendo i tuoi limiti".
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Sono soddisfatta per l’attività degli educatori di strada che stanno procedendo ad organizzare le attività che i ragazzi desiderano - ha dichiarato la
presidente Perini -
dobbiamo essere uniti per aiutare i giovani e le famiglie a vivere questo momento difficile di pandemia che ha visto ragazzi e ragazze inattivi per molti mesi".
Fonte: www.comune.fi.it (Ufficio Stampa)